LE SACROSANTE VERITA’ DI ALDO BUSI E LA SPAL CHE NON SI ARRENDE MAI

Sosteneva, molto prima di me, uno che l’italiano lo conosce bene, di sicuro meglio di me, con parole decisamente volgari, anche qui più di me, un concetto che non ha bisogno di troppe spiegazioni. Soltanto che lui, Aldo Busi da Montichiari, mica Don Falcuccio da Centocelle, quel concetto che io oggi voglio fare mio – soltanto il concetto, s’intende… –  l’ha fatto diventare il titolo di un bestseller. Il titolo, e chiedo scusa ma non è colpa mia, era: “Bisogna avere i coglioni per prenderlo nel culo”. Ecco, scusandomi ancora una volta, il pareggio della Spal a Lumezzane sta benissimo nella metafora, si fa per dire, del grande scrittore.
La squadra di Menichini è ancora oggi l’unica imbattuta del girone A. E di solito prende gol con il contagocce. Stavolta no. Stavolta è successo che la Spal è andata lì, a Lumezzane, e ci ha provato come sempre. Hanno anche segnato per primi, i biancazzurri, e poi hanno amministrato bene, rischiando zero, fino a quei dieci minuti di straordinaria follia nei quali, però, soltanto i soliti calci da fermo hanno fatto la differenza. Un rigore, una punizione e poteva essere addio Spal. Ma questo non è successo. Chi ha giocato a pallone, anche tra i dilettanti, persino in terza categoria, addirittura nelle partite tra scapoli e ammogliati, sa benissimo che di fronte a un ribaltamento così il rischio è quello di sciogliersi e di prendere un altro paio si smatafloni belli dritti in faccia. Invece no. Dolcetti, tanto per cambiare, ha azzeccato tutti e cambi e la Spal si è rimessa lì. Testa bassa e pedalare. Risultato un rigore sacrosanto che ha portato al pareggio ma anche tanto altro gioco e altre occasioni fino alla fine. Chi pensava che la partita di Lumezzane fosse una sorta di picnic at Bortolo Pozzi’s house è un marziano, come sostiene qualche Spallinato importante (Costello). Era invece una partita tosta per squadre toste. Come la Spal, questa Spal. E qui vengo al titolo di Busi di cui sopra. Di questa partita, a parte il fatto di subire troppo sui calci da fermo – anche se secondo me quei minuti di bambola, ovviamente da evitare in futuro, sono il frutto psicologico della partita di Verona – va salvato e sottolineato l’atteggiamento, il carattere, chiamiamoli i maroni così continuo a vincere due a zero facile facile con Busi in quanto a volgarità.
Ecco, non è una novità perché, per fortuna e per merito della Spal, scrivo le stesse cose dall’inizio della stagione ma questa squadra mi piace proprio per queste ragioni. Per la voglia che ha, sempre e comunque, di vincere ma anche, o soprattutto, per la forza di carattere che mette in campo a prescindere dall’avversario e dal risultato. Va bene così, insomma, e scommetto, virtualmente, con chi vuole sul numero di partite che perderà il Lumezzane quest’anno in casa. Secondo me pochissime. Non ho altro da aggiungere su questo punticino che serve, come si dice, a muovere la classifica, a mantenere un cammino piuttosto oltre le aspettative e ad andare a letto sereni, anche se un po’ avvelenati, dopo i canonici dieci minuti con gli occhi fissi e sbarrati davanti alla pagina 214 del televideo. Domenica c’è il Portogruaro. E basta la parola. Gli stimoli sono tutti lì, nel nome dell’avversario e in quei ricordi maledetti. Una cosa è sicura e si è già visto sin qui. La Spal ci sarà, il risultato e il pubblico speriamo. Ha ragione il presidente Butelli. Questa Spal merita più gente al Paolo Mazza. I curvatoli hanno sempre risposto alla grande, gli altri no. Rimediare si può, anzi si deve, e già da domenica. Mi resta una riga sola per fare un personale appello che nasce da decine e decine di mail che ho ricevuto. Va bene la serie A, va bene (insomma) la Giacomense, ma perché allo stadio, mentre gioca la Spal, danno gli aggiornamenti del risultato del Rovigo? Senza nulla togliere alla squadra veneta ma allora perché non dare anche i parziali o i finali della Pievigina (se esiste ancora) o del Bassano? Suvvia…

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