Carmine Coppola, il “giustiziere” della Spal. Nel senso che guai a fare un torto alla squadra o a un suo giocatore. Perché il centrocampista spallino subito si erge a difensore, con la grinta che lo contraddistingue in qualsiasi cosa faccia. Quasi una chioccia per i compagni, anche per chi in realtà di anni ne ha più di lui. E’ successo anche domenica scorsa a Lumezzane. Sull’episodio ormai noto del terzino lombardo Pisacane che aveva cercato di beffare il direttore di gara per far espellere il capitano spallino. Inscenando una vera e propria commedia, il giocatore del Lumezzane, a seguito di una “carezza” di Zambo, si era gettato a terra con le mani in volto. Non aveva però fatto i conti con Carmine Coppola che al fischio finale era andato a dirgliene quattro.
“Certo, perché per me i compagni, la Spal, sono tutti come la mia famiglia. Adesso mi sento proprio parte di un gruppo, di un progetto e quindi è normale per me “proteggere” tutti, penso che se capitasse a me i compagni farebbero altrettanto. Domenica a Lumezzane poi è stato un caso particolare. Nel senso che quel giocatore voleva far mandar fuori Zambo che non aveva proprio fatto niente. Ecco, è stata una mancanza di rispetto che io mai mi sono sognato di fare da quando gioco a calcio e mi sono forse fatto prendere un po’ troppo dalla rabbia. Bisognerebbe trattenersi un po’ di più in realtà, anche per dare l’esempio ai più giovani”.
In effetti sei stato trattenuto a stento dal team manager Renato Schena al fischio finale del direttore di gara…
“Sì, ma la situazione era tranquilla eh, nessuna intenzione di scontro fisico, volevo solo andare a cantargliene quattro in faccia, ci mancherebbe. Poi alla fine ci siamo chiariti. Io gli ho detto il mio punto di vista e cioè che non esiste fare cose del genere. Sputi, sceneggiate e cose così proprio non li sopporto”.
Nervosismo di certo aumentato dalla sconfitta immeritata. Domenica a Lumezzane è mancato solo il gol?
“Io ho sempre sostenuto che, essendo il calcio un gioco di squadra, i risultati si ottengono tutti insieme. Quindi ha poco senso incolpare gli attaccanti perché non hanno segnato. Se si vince ed è merito degli attaccanti che segnano e se si perde è colpa loro perché non hanno fatto gol, che sport stiamo considerando? Il tennis, dove si gioca da soli? Non credo proprio, quindi se si è perso è colpa di tutta la squadra. E comunque, se giochiamo sempre in questo modo, di partite ne perderemo davvero poche. Ora dobbiamo pensare soprattutto a lavorare sodo e a seguire quello che ci dice il mister. Prendendo ogni gara che verrà come se fosse una finale”.
Coppola e Migliorini, Coppola e Bedin. Due coppie molto diverse ma che fino ad ora hanno funzionato bene comunque.
“Sì, ma non siamo solo noi tre là in mezzo. Ci tengo a sottolineare che c’è anche Giacomo Pallara. E’ giovane ed è molto bravo. Al di là delle coppie e di chi scende in campo devo dire che abbiamo tutti caratteristiche diverse ma che siamo quattro ottimi giocatori. Adesso sto giocando e sono più che contento, anche perché fosse per me giocherei anche di notte, ma è il mister poi a decidere chi è più in forma e scende in campo”.
A Bassano avevi preso subito le difese del tuo compagno di reparto Migliorini nel dopo gara.
“Sì, perché un po’ si sente questa cosa che non c’è grande fiducia da fuori nei suoi confronti. Io dico solo che invece Miglio è un patrimonio per la Spal, è giovane, ha grosse qualità, la Spal ha investito molto per prenderne la metà e fa parte del progetto che deve riportare entro quattro-cinque anni la Spal ad obiettivi importanti”.
Quattro-cinque anni sono troppi per la promozione!
“No, ma io intendevo nella massima serie in quel tempo lì”.