LORENZI, UNO SPALLINO A TRENTO: “SPERO DI FESTEGGIARE CON I MIEI EX COMPAGNI”

Vivere a Trento e tifare Spal, quale binomio migliore per intervistare un grande ex spallino, un  difensore roccioso con trascorsi in A e in B, un tassello di solidità ed esperienza della retroguardia spallina ed ora… anche trentina.  Stiamo parlando di Stefano Lorenzi.

Innanzitutto benvenuto a Trento! Come ti trovi?
“Bene! Sono a Trento solo da qualche mese, conosco poca gente ma ho visto che è una città universitaria molto attiva, piena di giovani”.

La tua squadra, il Trento, sta vivendo anni un po’ travagliati. La sofferenza lasciata alle spalle nella scorsa stagione in Eccellenza, la rinascita in serie D, il mancato accordo societario che permetterebbe al club di fare un salto di qualità. Timori e grandi speranze hanno caratterizzato l’inizio di un nuovo campionato. Che ambiente hai trovato?
“Il Trento meriterebbe sicuramente di giocare in categorie superiori, ha una grande professionalità ma la società non è aiutata dai vertici della città e nemmeno dagli sponsor. Si sa che quando mancano i risultati sperati la gente spesso smette di seguire una squadra, ma per ritrovare grinta e coraggio è fondamentale il coinvolgimento e l’appoggio della città. Per assurdo è molto più seguito il campionato del Mezzocorona in Prima Divisione”.

Dopo un inizio di campionato scoppiettante c’è stata una battuta di arresto. Pensi che la tua squadra abbia dei limiti fino ad ora mascherati dall’estro di alcuni solisti che però adesso escono allo scoperto?
“E’ una buona squadra che come ho già detto potrebbe tranquillamente giocare in categorie più interessanti. Siamo un gruppo “nuovo” che deve conoscersi, ci sono molti elementi giovani che devono trovare la mentalità giusta e amalgamarsi con i “senatori” della squadra. Però io sono fiducioso…”

 

Come mai hai scelto proprio Trento scendendo di due categorie?
“Ambivo a rimanere alla Spal ma non è stato possibile. Durante l’estate sentivo i miei ex compagni che si preparavano per i ritiri mentre io ero fermo e senza contratto. Questa mia condizione mi pesava molto. L’idea era quella di giocare in un girone del nord per non allontanarmi troppo da casa e così quando mi hanno proposto di giocare nel Trento ho accettato. Mi hanno sempre parlato bene della piazza, sono vicino a Bergamo dove c’è la mia famiglia, nel nostro girone ci sono molte trasferte in Lombardia e il sabato niente ritiro”.

Dalla serie B con il Pisa, dove eri considerato uno dei migliori difensori del club sei stato convinto dalla Spal a scendere di categoria e a credere nell’ambizioso progetto di rilancio della squadra ferrarese. Cosa pensi di questa tua scelta precedente?
“Ho trascorso tre anni della mia carriera alle prese con pesanti infortuni che inevitabilmente hanno segnato la mia carriera calcistica. Avrei potuto rimanere in serie B con il Pisa ma i problemi fisici e l’esigenza di non spostarmi troppo da casa mi hanno fatto cambiare idea. Quando la Spal mi ha contattato ho accettato subito, avevo voglia di giocare e Ferrara è un’ottima piazza”.

Cosa ti porti dentro della tua esperienza a Ferrara?
“Senza voler peccare di modestia credo di avere dato molto alla Spal. Il mio arrivo è coinciso con il cambio di società, c’erano questioni irrisolte e qualche timore. Non era un momento facile per la squadra. Io e miei compagni, soprattutto Zamboni e Capecchi, abbiamo cercato di dare il massimo. La squadra è cresciuta, mi piace pensare che sia un po’ anche merito mio ed è per questo che mi dispiace non fare più parte del gruppo. E’ stata una bella esperienza giocare nella Spal…”.

Ma continui a seguirla anche a distanza?”
“Sì, certo, con Zamboni siamo molto amici ma sento spesso anche Capecchi e Ghetti”.

Se ti dico “3 febbraio 2001” cosa ti viene in mente?
“Questa data coincide con la realizzazione di un mio grande sogno. Quando giocavo nell’Atalanta ho segnato un gol alla Juventus e a 23 anni, per un grande tifoso dell’Atalanta quale ero e sono, una cosa de genere, è uno spettacolo!”.

Sei cresciuto nel vivaio dell’Atalanta, da sempre un ambiente molto selettivo e decisamente formativo. I ragazzi vengono seguiti di continuo, in ogni fase della loro giornata, dallo studio, alla crescita fino all’inserimento sociale e molti decidono di rimanerci fino al completamento degli studi e della propria maturazione calcistica. Formarti in un ambiente così rigoroso è stata la tua fortuna?
“Assolutamente! Crescere in uno dei settori giovanili più importanti d’Italia, nella mia città e con la possibilità di avere la famiglia vicina è stata una grandissima fortuna. Ricordo tanti miei compagni, bravi e motivati, che a causa della mancanza della famiglia e degli amici non ce l’hanno fatta ad andare avanti e hanno preferito rinunciare”.

Ti capita mai di fare un bilancio della tua carriera calcistica?
“Ho avuto grandissime soddisfazioni ma i tre anni di infortunio mi hanno lasciato un grande amaro in bocca e costretto a fare scelte diverse. Chissà, magari se non ci fossero stati la mia carriera sarebbe stata diversa e ora non giocherei in serie D”.

E’ vero che, una volta appese le scarpette al chiodo aprirai una palestra di riabilitazione?
“Sì, è vero, è un progetto ambizioso che sto impostando con Zambo. Ci stiamo già muovendo e abbiamo grandi idee in mente”.

C’è qualcuno a cui devi dire grazie nella tua carriera calcistica?
“In assoluto la mia famiglia. Sembra retorica ma la verità è che i miei genitori mi hanno sempre aiutato tantissimo, motivandomi molto e soprattutto toccando le corde giuste quando le cose non andavano bene ed io avevo bisogno di fiducia”.

Per concludere, vuoi dire qualcosa ai tifosi della Spal e ai tuoi ex compagni di squadra?
“Sono legato alla Spal e a Ferrara da un grandissimo affetto. Auguro il meglio di questo campionato, grandi risultati e soddisfazioni. E poi quando arriverà la meritata promozione mi piacerebbe tanto festeggiare con loro…”.

Attualmente LoSpallino.com raggiunge un pubblico che non è mai stato così vasto e di questo andiamo orgogliosi. Ma sfortunatamente la crescita del pubblico non va di pari passo con la raccolta pubblicitaria online. Questo ha inevitabilmente ripercussioni sulle piccole testate indipendenti come la nostra e non passa giorno senza la notizia della chiusura di realtà che operano nello stesso settore. Noi però siamo determinati a rimanere online e continuare a fornire un servizio apprezzato da tifosi e addetti ai lavori.

Convinti di potercela fare sempre e comunque con le nostre forze, non abbiamo mai chiesto un supporto alla nostra comunità di lettori, nè preso in considerazione di affidarci al modello delle sottoscrizioni o del paywall. Se per te l'informazione de LoSpallino.com ha un valore, ti chiediamo di prendere in considerazione un contributo (totalmente libero) per mantenere vitale la nostra testata e permetterle di crescere ulteriormente in termini di quantità e qualità della sua offerta editoriale.

0