VINCERE SECONDO NOTARISTEFANO: “SERVE UNA SPAL UMILE MA DETERMINATA”

CHE SPAL DOMENICA…  Dopo i complimenti per la bellissima vittoria di Reggio Emilia il tecnico mette in guardia i suoi: “La classifica non dice la verità. Il Verona ha tanta qualità, soprattutto in mezzo e davanti, e può castigarti in qualsiasi momento. Noi dovremo essere bravi a continuare a concedere nulla o quasi e a mettere in campo la solita voglia”. Sulla società: “Sta lavorando benissimo. Il fotovoltaico? Una genialata sottovalutata che garantisce il futuro in un momento di crisi totale”. Formazione. Si va verso una conferma in blocco con Coppola che ritorna al posto dello squalificato Migliorini.

Guarda la fotografia, sembra neanche un ragazzino. Una parte del ritornello di una vecchia, bellissima canzone di Enzo Jannacci serve per riavvolgere il nastro colorato di bianco e azzurro fino  a domenica scorsa. L’ultima immagine, la fotografia appunto, è quella di una festa generale in mezzo al campo dello stadio Giglio di Reggio Emilia. La Spal ha vinto, meglio: ha dominato, l’ennesimo derby. Un trionfo. Sorrisi e pacche sulle spalle. Applausi e urla. Strette di mano e spinte. Baci e abbracci. Nell’ultimo flash, quello che sembra un ragazzino, capitan Zamboni, stritola il tecnico Notaristefano. Reggio Emilia, terra della quarta vittoria in trasferta che vale la vetta ritrovata. Una giornata indimenticabile che finisce così. Molto bene, cioè.
Il tempo che segue racconta i numeri da record della squadra biancazzurra. Dati, interviste, pareri. E’ tutto tremendamente bello. Quelli che digrignavano, che criticavano, che temevano, quelli che… è sempre tutto nero o, nel migliore dei casi, grigio fumo di Londra, sono spariti e devono avere tenuto spento il computer. Deve averli ha portati via il vento insieme con un bel po’ di chiacchiere da bar. L’ultima – che va d’accordo con le tante cazzate che si sentivano la scorsa estate – vuole la società biancazzurra ancora in debito con gli stipendi quindi prossima a un’altra penalizzazione. Ci sarebbe da ridere a vedere la classifica e a risentire le cassandre nostrane. Ma stiano tranquilli i tifosi, quelli veri. Tutta invidia. Solo (assurda) nostalgia. Incomprensibile pessimismo che deve lasciare spazio agli appassionati più equilibrati che, invece, si godono l’aria che tirà lassù in classifica, magari si rivedono in dvd la partita con la Regia ed esultano nuovamente per una partita con pochi, recenti paragoni in fatto di intesità e voglia di vincere. Ma basta così. Perché è troppo presto e perché domani, anzi dopodomani, è già un’altra giornata, quindi un’altra (difficile) partita. Il ciclo più delicato ha finora mandato in archivio due gare su cinque. Quattro punti che vanno benissimo ma non c’è tempo, soprattutto per chi va in campo, di esultare e continuare e celebrare la festa post derby. Meglio restare belli incollati per terra e ricordare che domenica arriva nientedimeno che il Verona, la favorita di inizio stagione, la maggiore delusione di oggi. Oggi che il campionato, ridendo e scherzando e sorridendo, almeno per chi tifa Spal, si avvicina già alla… metà.
Da domenica a domenica, allora, c’è da affrontare un argomento spallino dopo l’altro come sempre con Egidio Notaristefano. Ricordi e soddisfazioni di Reggio, propositivi e timori pre Verona, novità positive societarie (altroché!) e in mezzo alcune prove maiuscole, tante parole, molte gioie e la routine di questi giorni che portano alla prossima gara. Prima, però, è giusto ritornare indietro, riavvolgere tutto proprio per non dimenticare…

Ricominciamo da Reggio Emilia. La migliore Spal dell’éra Notaristefano e non solo, secondo me…

“Beh, sì, abbiamo fatto una buonissima prestazione. Poi non ho idea se sia stata la migliore da qundo sono qui. Di sicuro, però, abbiamo fatto una gran partita!”.

Voglia di vincere e intensità. Predichi sempre certi temi ma domenica scorsa, da questo punto di vista, avete raggiunto davvero il massimo.
“Sì, tutto questo è vero ma siamo andati bene anche da altri punti di vista. Il gruppo si sta consolidando, compattando, convincendo”.

Hai mai visto il tuo ex Novara quest’anno? In quanto alla voglia di vincere di cui sopra e allo spirito di gruppo, credo ci siano analogie con la Spal…
“Sinceramente non ho visto il Novara che non è più il mio visto che già l’anno scorso erano rimasti solo cinque giocatori. Mi fa piacere che, anche se con un anno di ritardo, abbiamo seguito i miei consigli in fatto di mercato. Di sicuro il Novara è grandissima squadra. Lo sta dimostrando oggi ma anche l’anno scorso”.

Temevi un po’ la partita con la Reggiana. Onestamente ti aspettavi una prestazione così clamorosamente importante?
“Io sono molto fiducioso in questo gruppo ed è da tempo che vedo segnali importanti giorno dopo giorno. Diciamo che mi aspetto prestazioni del genere perché sono nelle nostre corde”.

Dopo trenta secondi eravate già tutti nella metà campo avversaria. Quanto ci hai messo a capire che c’era da essere ottimisti?
“Mah, noi dobbiamo giocare sempre così e lo dico da parecchio. Perché in questo modo ci esaltiamo. Anche la Reggiana è una squadra con quseste caratteristiche ma noi siamo meno sterili, facciamo un possesso meno prolungato e poi quando c’è da offendere ci siamo”.

Nel primo tempo potevate concretizzare di più, poi avete addirittura rischiato per un quarto d’ora, infine la meritata vittoria. C’è stato un momento in cui hai temuto l’ennesima beffa dopo Salernitana e Sorrento?
“No, una beffa onestamente no. Ho notato anch’io quel quarto d’ora di calo in cui ci abbassavamo troppo, ma era normale. Ecco perché quelle due sostituzioni in contemporanea, per ridare quel brio che era in fase calante, per dare uno scossone”.

Da qui la scelta a sorpresa di rispolverare Corsi?
“Sì, Angelo si sta allenando molto bene. Dimostra sempre voglia e deternminazione anche nelle partitelle in cui si mette in mostra anche nel ruolo di secondo attaccante. Poteva darci brio in quel frangente, a Reggio, e così è stato”.

E’ difficile trovare una prestazione negativa. Zamboni e Cipriani, però, sono stati davvero mostruosi…
“Estenderei a tutta la squadra e in particolare la linea difensiva che non è mai stata frastagliata ed è invece sempre stata una linea vera, compatta, che saliva insieme e scendeva insieme in modo da avere una squadra perennemente corta. E Zambo, in questo, è un maestro”.

A questo proposito, viste le ultime gare, Belleri ha portato un indiscutibile apporto…
“Sì, Manuel si è inserito alla perfezione ma non avevo dubbi con le sue qualità e la sua “storicità” calcistica…”.

Subito dopo la Reggiana hai speso parole importanti per quelli che hanno giocato meno ma si fanno trovare sempre pronti. Penso a Bedin, Paolino Rossi, Meloni, lo stesso Corsi…
“Certo, perché è questa la vera forza di una squadra che vuole vincere. Se tu vedi le partite, anche in A, spesso vengono risolte negli ultimi minuti perché i cambi danno brio e cambiano qualcosa. Ecco perché è importante che chi entra si senta parte in causa e sia inserito davvero nel gruppo”.

Che cosa ti ha soddisfatto maggiormente della partita di una settimana fa e che cosa invece ti ha lasciato perplesso?
“Perplesso assolutamente niente. Come hai detto anche tu abbiamo fatto una buonissima prestazione che, però, ora va ripetuta. Ecco, secondo me abbiamo capito come si fa…”.

Che cosa hai detto ai tuoi dopo la vittoria e dopo quella prestazione?
“Ho fatto i complimenti, ovviamente. Ho detto che erano stati bravi e che avevano ottenuto una vittoria che hanno preparato molto bene e voluto fortemente”.

Domenica scorsa ti sono arrivati anche i complimenti pubblici del presidente Butelli. Non succede spesso. Che  effetto fa?
“Mi fa piacere. Sono contento che, tutti insieme, stiamo dando soddisfazioni a Cesare perché è una persona che merita”.

Hai detto alla squadra di dimenticare il trionfo di Reggio per evitare di montarsi la testa o è giusto tenerla viva, l’ultima domenica, per accrescere ulteriormente l’autostima?
“Già martedì, alla ripresa, ho detto di archiviare subito la vpartita, cosa che facciamo sempre, nel bene ma anche nel male. Pensiamo alla prossima, ho insistito, perché è difficilissima”.

Appunto! Nemmeno il tempo di esultare che subito c’è la terza partita tosta. Sarà importante non considerarsi appagati…
“Siamo nel vivo di questo ciclo del quale abbiamo già parlato. Anzi, siamo a metà. Dopo due prestazioni ottime dobbiamo ripeterci per vincere ancora”.

Al Mazza arriva la delusione della stagione. Quel Verona che sulla carta avrebbe dovuto distruggere il torneo e invece è ancora laggiù. Continui a pensare che alla fine i veneti, proprio come la Cremonese, ritorneranno in testa?
“Io penso proprio di sì perché la qualità c’è. Non vinceranno il campionato ma lotteranno certamente per i playoff”.

Come ti spieghi le difficoltà del vostro prossimo avversario?
“Loro sono una squadra che ha una rosa di qualità che però non si sta esprimendo anche a causa di una confusione tattica, forse. Con il cambio di allenatore la spinta emotiva è importante, va sempre così. In più Mandorlini darà un ordine che secondo me mancava. Aspettiamoci una squadra forte, dammi retta”.

Il Verona, dicevi, ha appena cambiato allenatore. Mandorlini debutterà proprio contro di voi. Un pericolo in più?
“Beh, per loro è una motivazione in più. Quando c’è un cambio la scossa c’è. Noi dovremo essere bravi a non far prendere loro l’entusiasmo”.

Come descriveresti la squadra gialloblu?
“Come una formazione che ha centimetri, che è molto pericolosa sulle palle ferme, che ha un buon centrocampo e un buonissimo attacco. Forse hanno qualche lacuna dietro ma va anche detto che non hanno subìto tanti gol”.

Hai detto che ti aspetti un cambio di modulo da parte loro. Cioè un 433 molto offensivo dal momento che hanno poche seconde punte. Onestamente, vista la situazione in cui si trovano, credi sia una mossa da tutto per tutto o un reale tentativo di mettervi sotto pressione?
“No, non è una mossa da tutto per tutto. Mandorlini è intelligente, portrebbe fare anche un 4312. Noi, comunque, ci stiamo preparando per ogni possibilità”.

In questi giorni si sono allenati sempre a porte chiuse annullando persino la partitella. Hanno paura della Spal?
“No, Verona è una piazza non facile e credo siano soltanto alla ricerca di un po’ di tranquillità”.

I giocatori maggiormente temibili tra i veneti?
“Le punte, tutte. Poi Esposito, Mancini, gli inserimenti di Garzon… Hanno diversi giocatori importanti”.

Secondo te a che tipo di partita assisterà il pubblico, domenica?
“A una partita combattuta tra due squadre forti anche se la classifica, ora, dice meglio a noi”.

Domenica scorsa avevi detto che dovevate essere bravi a mantenere il pallino del gioco. Dopodomani, invece…
“Anche! Questo è un discorso che vale per sempre perché si tratta del nostro modo per acquisire sicurezza e geometrie. E’ il nostro modo di giocare. Poi, è ovvio, certe volte non viene benissimo anche per meriti altrui”.

Quanto sarebbe importante per l’autostima ma anche per la classifica battere anche il Verona?
“Molto. Ma quando si vince è sempre importante a prescindere dall’avversario. In più il Verona lo considero un concorrente diretto, quindi è una gara ancora più significativa”.

Parentesi doverosa. La Spal ha pagato tutto ciò che doveva e non sarà quindi tra i club – tre secondo illazioni – che soltanto nel girone A prenderanno nuove penalizzazioni…
“Noi sappiamo che la società e il Presidente hanno fatto grandi sacrifici proprio per sistemare tutto. Le tessere sono nelle caselle giuste. Adesso tocca solo a noi!”.

Restando in tema societario. Lunedì sarà presentato il mega progetto fotovoltaico. Se ne parla poco, e sinceramente non se ne comprende il motivo, ma la Spal sarà la prima società sportiva al mondo (!) ad assicurarsi un futuro decisamente lungo investendo in un’operazione del genere proprio mentre la crisi, anche nel calcio, provoca la sparizione di club storici. Che effetto fa lavorare per una società che continuerà a esserci?
“Anch’io non capisco perché se ne parli così poco. Il progetto fotovoltaico è una genialata. Punto. In queste categorie non ci sono soldi, autofinanziarsi oggi è incredibile ed è un motivo di orgoglio. Appartenere a una società del genere che ci sarà ancora rispetto ai tanti club che spariscono fa pensare che è meglio tenersela stretta”.

Due giorni fa il presidente Butelli ha scritto una lettera aperta ai tifosi per assicurare che verrà fatto di tutto per riappropriarsi del vecchio, storico marchio. I tifosi ci tengono moltissimo. Sarebbe un’ulteriore dimostrazione che le difficoltà sono finite e si può guardare avanti con parecchio ottimismo…
“Sì, certo, anche perché non riesco a capire che cosa se ne faccia l’attuale detentore del marchio…”.

Ritornando alle cose di campo, come è andata questa settimana?
“Bene, bene anche se su un campo più pesante per la tanta pioggia che ci ha costretto a modulare gli  allenamenti anche in questo senso. Ma i ragazzi si sono allenati alla grande preparando bene la partita. Come sempre”.

Dal punto di vista degli infortunati qual è la situazione?
“Che mancheranno Cosner, Colomba e ancora Fofana perché ha sentito un fastidio sempre lì”.

Parliamo della formazione che pare scontata. Ritornerà Coppola per lo squalificato Migliorini e per il resto dovrebbe esserci una conferma per tutti. Giusto?
“In linea di massima sì”.

E se fosse proprio il napoletano Coppola a segnare contro il Verona vista la rivalità tra le due città…
“A me basta che segni qualcuno…”.

Chi presterai, stavolta alla Berretti?
“Laurenti, Vecchi e Zamuner. Quindi saranno diciotto contati i convocati”.

A Reggio gli spallini senza tessera del tifoso non sono potuti venire. Con il Verona potrebbero addirittura esserci diemila supporters scaligeri a spasso per i vari settori dello stadio, cosa consentita dalla tessera del tifoso, alla faccia della sicurezza. Perché il mondo del calcio non si ribella a queste ingiustizie che fanno tutto tranne che garantire l’ordine pubblico. Anzi….
“Sì, hai ragione, c’è una discrepanza incredibile anche perché prima venivano isolati in curva e ora possono andare a spasso per lo stadio. Non so se sia possibile ribellarsi perché è una normativa non federale o di lega ma istituzionale. Certo è che così non va bene”.

Ti faccio questa domanda da tre settimane senza che tu mi dia soddisfazione ma visto che porta bene ci riprovo. Mancano soltanto il Verona, la sfida in casa di Leo Rossi e l’Alessandria. Dì’ la verità: fimeresti subito per dieci punti?
“Mi ripeto ancora e continuo a non darti soddisfazione. Non firmo perché dobbiamo cercare di vincerle tutte. Se poi non ci riesce pazienza ma a priori non ci accontentiamo”.

Più passano le domenica più aumentano le sorprese. Per la Spal – che era partita per centrare i playoff – è un bene o un male questo livello generale?
“È sempre così. Per fortuna noi siamo tra le migliori. Anzi, cancello la parola fortuna. Oggi siamo tra le sorprese per merito nostro e basta”.

Dopo un successo come quello di Reggio il lavoro di un allenatore quanto deve essere destinato all’aspetto psicologico quindi a mantenere l’umiltà?
“Sì, bisogna lavorare anche su questo perché può venire fuori una sorta di alterigia ma come dico sempre i ragazzi sono intelligenti e io resto fiducioso”.

Tutti, dal presidente Butelli al direttore Pozzi, dall’amministratore delegato Bena al team manager Schena per passare ai giocatori e a te ripetete, e sottolineate, l’esistenza di un gruppo fortissimo e vero. Ti chiedo: da cosa si vede? E può davvero fare la differenza?
“Sì e ne abbiamo una conferma quotidiana. Stanno bene tra di loro, sono sempre in gruppi numericamente importanti e questi sono i presupposti che servono per fare bene. Da calciatore, a Lecce, avevamo un gruppo così e in campo si vedeva. Era bello stare insieme, eravamo tranquilli, andavamo al cinema in dodici…”.

Una cosa che ti hanno scritto o detto dopo la Reggiana e ti ha fatto particolrmente piacere?
“Scritto non ho idea perché lunedì ero a casa e non ho potuto leggere i giornali di Ferrara. Mi hanno però riferito i complimenti del Presidente che giro a tutta la squadra perché se lo merita”.

Venerdì scorso avevamo chiuso questa intervista con la frase da titolo. Tu, in sostanza, dicevi di aspettarti una partita complicata ma non nascondevi di essere ottimista. E adesso?
“Anche… Resto ottimista ma è una partita complicata. Che dobbiamo affrontare con umiltà e determinazione. Il Verona è una squadra alla qualee se concedi qualcosa ti castiga suboito. E noi dobbiamo continuare a non concedere come nelle ultime settimane”.

Che cosa deve succedere e che cosa bisogna aspettare prima che l’allenatore della Spal pronunci quella proibita (aspetta che ti metto in viva voce perché devo tenere entrambe le mani ancorate ai cabasisi…) seconda lettera dell’alfabeto?
“La fine del campionato…”.

PROBABILE FORMAZIONE
SPAL 442
Ravaglia, Belleri, Rossi G., Coppola, Zamboni, Battaglia, Melara, Bedin, Meloni, Smit, Cipriani.
All.: Notaristefano.
A disp.: Capecchi, Ghetti, Bortel, Pallara, Corsi, Marongiu, P. Rossi.

 

Attualmente LoSpallino.com raggiunge un pubblico che non è mai stato così vasto e di questo andiamo orgogliosi. Ma sfortunatamente la crescita del pubblico non va di pari passo con la raccolta pubblicitaria online. Questo ha inevitabilmente ripercussioni sulle piccole testate indipendenti come la nostra e non passa giorno senza la notizia della chiusura di realtà che operano nello stesso settore. Noi però siamo determinati a rimanere online e continuare a fornire un servizio apprezzato da tifosi e addetti ai lavori.

Convinti di potercela fare sempre e comunque con le nostre forze, non abbiamo mai chiesto un supporto alla nostra comunità di lettori, nè preso in considerazione di affidarci al modello delle sottoscrizioni o del paywall. Se per te l'informazione de LoSpallino.com ha un valore, ti chiediamo di prendere in considerazione un contributo (totalmente libero) per mantenere vitale la nostra testata e permetterle di crescere ulteriormente in termini di quantità e qualità della sua offerta editoriale.

0