CARO (?) CECE, TI SCRIVO (lettera semiseria di un tifoso della Spal a un “collega” del Portogruaro)

Ho aspettato, preso tempo, cercato notizie e visto video, riflettuto, chiesto ad amici psicologi, mi sono insomma informato per provare a dare un senso a una storia che un senso non ce l’ha, per me almeno. Per quei pochi ignoranti che ancora non lo sapessero – mi permetto di definirli ignoranti perché del soggetto in questione si parla ormai più di Marchionne o Sarah Scazzi – il signor Cece da Portogruaro in arte Cece da Portogruaro, è un giovine uomo che nella vita fa il cameriere e ha una grande, legittima, passione per la sua squadra del cuore e della sua città, il Portogruaro. Per seguire e assecondare il suo degnissimo hobby il signor Cece di Portogruaro da anni, da quando cioè la sua squadra militava nelle categorie più consone alla tradizione sportiva del club in oggetto, va in giro per il Belpaese e non conosce limiti. Deve avere qualche giorno di ferie arretrato, il signor Cece da Portogruaro di professione il Cece di Portogruaro, che gli permette di prendere i suoi bei torpedoni o i suoi bei treni e andare ovunque per vedere le gesta di Bocalon e compagni e seguire tutti gli allenamenti della società diretta da un certo signor (?) Specchia che anche a Ferrara ha lasciato ricordi indelebili, indimenticabili e indimenticati. E’ così tifoso, il signor Cece da Portogruaro (che sull’abbonamento deve aver scritto Cece da Portogruaro) che il suo girovagare a spasso per il tricolore, credo duri diversi giorni almeno a giudicare da quella decina di video che fanno il giro di internet e riprendono il signor Cece da Portogruaro che si autofilma in situazioni importanti se non storiche. Il signor Cece al casello di Napoli, il signor Cece sugli spalti di Udine, il signor Cece sulla corriera per Ascoli, il signor Cece alla stazione di Venezia e così via. Al resto ci hanno pensato giornali (nazionali!) e siti internet che giustamente, ci mancherebbe, celebrano il personaggio dell’anno, il signor Cece da Portogruaro of course, con decine di colonne, fotografie, link, filmati… uno più interessante dell’anno.
E’ talmente fico il signor Cece da Portogruaro che deve essere l’unico italiano, un italiano vero ovvio, che non si fa immortalare con Costantino Vitagliano o Lele Mora, no. In tutti i ritagli e video e scatti e paginate di quotidiani, il signor Cece da Portogruaro è solo soletto e fiero del suo nuovo lavoro. Fare il signor Cece da Portogruaro, un’impresa vista la crisi che c’è. Perché rischia il crack la Fiat, chiudono gli artigiani, avanza il debito pubblico ma a nessuno, qui nel Paese di quelli che si arrangiano, era mai venuto in mente di dedicarsi a un’attività come è quella di Cece da Portogruaro. Così lo vediamo anche sugli spalti del Paolo Mazza in solitaria benché un’altra dozzina di compagni di passione portogruarina (puvràz!) stazionino a una ventina di metri da lui. Ma Cece da Portogruaro è famoso perché lui fa da sé e per tre. Sta da solo, sempre e comunque. Mica si mischia con gli altri, lui. Mica parte in macchina con gli amici per fare una gita e vedere una partita, lui. Mica lo vedi abbracciato a un altro Cece da Portogruaro qualsiasi, lui. Cece da Portogruaro è da solo. Sempre. Ovunque. Eppure è una storia bellissima quella del signor Cece da Portogruaro. Una storia anche commovente, interessante, magica, per nulla locale. E’ la storia del signor Cece da Portogruaro, l’unico tifoso o il tifoso unico, mettetela come vi pare. Unico nel senso che attorno a lui non c’è mai un’anima viva o morta che sia. E’ un eremita da stadio, il signor Cece da Portogruaro. Lo spot migliore per questo calcio sempre più desolato e desolante che fa del lasciare gli stadi deserti il suo vero, unico scopo. Ci sono i manichini di cartone per dare quel suggestivo tocco in più, quella nota di colore che fa tanto chic, e poi c’è lui, un uomo solo allo stadio. Cece da Portogruaro. L’unica persona al mondo che non ha un amico, l’unica persona in Italia, forse, che sulla tessera del tifoso non ha nemmeno bisogno della foto, dei documenti, del microchip. Basta il nome. Cece da Portogruaro (e da dove, sennò?), il tifoso solitario che tanto piace ai media che piacciono.
Ecco perché anche noi de LoSpallino.com ci siamo appassionati alla storia di Cece da Portogruaro. Perché siamo preoccupati e volevamo lanciare un appello a chiunque volesse adottare una persona bisognosa qual è il nostro prode Cece da Portogruaro, il tifoso in solitaria che viaggia da solo e tifa da solo. Fino a due anni fa c’erano i pranzi del Presidente spallino Butelli a casa dei tifosi biancazzurri. Ecco, sarebbe ora di ripristinare quella folcloristica abitudine invitando nelle proprie dimore il signor Cece da Portogruaro. In attesa che anche il popolare programma Rai, “Chi l’ha visto?” si dedichi all’appassionante epopea del signor Cece da Portogruaro e aspettando che il Nostro venga immortalato anche in un calendario onanista… perché il signor Cece da Portograuro fa tutto da solo, noi ribadiamo e insistiamo e divulghiamo questo sentito appello perché vorremmo avere anche al Paolo Mazza, rigorosamente senza il Portogruaro, il signor Cece.
Par di vederlo, là solo soletto a sbandierare la sua bandiera granata dalla parte opposta della Ovest mentre tutti i giocatori gli consegnano, ogni volta, una muta di maglie. Perché non è mica scemo il signor Cece da Portogruaro. Undici maglie per Cece. Ecco un altro slogan. Vabbé, ma dove lo sistemiamo, potrete obiettare voi tifosi spallini e colleghi del nostro amico Cece da Portogruaro, visto che la Curva Est non esiste più. Ecco, appunto. Mettetelo lì. Se poi quella domenica Cece da Portogruaro ha da fare perché è impegnato ad auto filmarsi alla fermata degli autobus davanti allo stadio di Crotone… beh si può sempre costruire una sagoma di cartone con la faccia del signor Cece di Portoguaro, il tifoso calcistico più amato che ci sia che così tanto bene, e con così tanto calore, rappresenta il nostro calcio nell’epoca della tessera del tifoso. Non mollare, Cece. Sto pallone aspietta a te.

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