24 gennaio 1982
Spal-Cremonese 1-0 (Tivelli su rig.)
A un tiro di schioppo dal delta del Po sorge Corbola, dove nasce Costante Tivelli. L’infanzia la trascorre tra il forno paterno e l’oratorio. Giovanissimo entra nelle giovanili dell’Adriese e con la maglia blu granata disputa quattro campionati, gli ultimi due in IV° Serie. Ad Adria trova due bravi allenatori, Blason e Spagnio, che lo aiutano a crescere tatticamente, non a caso, nell’ultima stagione segna sedici gol in trentaquattro gare. Appena ventunenne viene ceduto alla Reggina, allenata da Carlo Regalia, un tecnico che ai giovani ha sempre insegnato qualcosa. Infatti Tivelli realizza diciassette reti in trentatré partite. Con questo importante biglietto da visita, arriva a Bari, pagato oltre 200 milioni, una cifra record per la C. Con i galletti pugliesi non tutto fila liscio e a fine stagione parte per Messina, quindi a Salerno, per ritornare a Bari per un’altra stagione. Rimane in Puglia, a Foggia però, e con i satanelli disputa due tornei, uno di C e uno di B segnando, complessivamente, ventitré gol. Nell’estate del 1981, voluto dal Direttore Sportivo Govoni, arriva alla Spal di Titta Rota presentandosi con un filastrocca tipo… “Sono Tivelli Costante dallo scatto bruciante… ”. Il suo arrivo coincise, purtroppo, con uno dei campionati più disastrosi degli ultimi anni, infatti si concluse con la retrocessione anche se Tivelli riuscì ad andare a segno nove volte. I tifosi più anziani ricordano, sicuramente, le doti tecniche del corbolese, il sinistro, unico suo piede, usato con maestria per tiri secchi e precisi; un veloce gioco di gambe e un bel dribbling. Velocissimo nello scatto breve e implacabile negli ultimi dodici, un vero rapinatore nell’aria di rigore. E a proposito di rigori, Tivelli era un vero specialista