IL COMMENTO. SPAL-CREMONESE

FERRARA – Senza l’errore dell’arbitro rischieremmo di commentare un altro risultato, un 2 a 1 per la Cremonese. La terna arbitrale ha regalato (insieme a super Ravaglia) la possibilità ai biancazzurri di rimanere in partita. Le immagini chiariscono quelle che dalla nostra posizione erano solo sensazioni: al ventesimo il tiro che Coda scaglia dai venticinque metri oltrepassa la linea ma direttore di gara e assistente non se la sentono di prendere una decisione “alla cieca” e strozzano in gola l’urlo dell’ex bolognese. Che puntualmente, sette giri di lancette di cronometro dopo, stessa zolla, stessa posizione, stavolta la mette in una frazione, la prima, che è un qualcosa che rasenta l’imbarazzante, vista da parte spallina. Che cosa sia successo è difficile a dirsi. L’involuzione, papabile sin dai primi minuti, non è certo di origine tattica, ma fisica e a questo Notaristefano e tutto il suo entourage dovranno lavorare nei prossimi giorni, per mettere più benzina in corpo a questi giocatori che per lunghi tratti danno l’idea di aver già dato ciò che era loro in dote. E così non deve essere. Perché di partite ne mancano ancora molte. Perché anche Gubbio e Sorrento non sanno solo vincere ma, come oggi, anche perdere. Perché in settimana qualche sorpresa poi, in fatto di penalizzazioni, potrebbe anche arrivare. Insomma crederci, crederci, crederci e ancora crederci deve essere il grido di battaglia perché così, rammolliti come nel primo tempo, davvero più li vorremmo vedere.
Una partita nata sotto il segno delle assenze: Belleri, Bortel e Migliorini in casa Spal per squalifica e altri dieci sotto l’alabarda dei cremonesi, chi per squalifica, chi per infortunio, chi per ragioni di mercato, tra le quali spiccavano quelle di Gervasoni, Musetti, Paoloni, Stefani, Nizzetto, Zanchetta e Sambugaro, una squadra o quasi di assenze eccellenti nell’uggioso pomeriggio ferrarese. Criticabile o meno che sia il suo modo di giocare, oggi l’assenza del giovanissimo regista di Spinea si è sentita e non poco.
I soldatini Coppola e Bedin, generosi, si sono schierati in mezzo al campo a dare calci ma di luce non se ne è vista e ben presto prima le tenebre e poi la notte più profonda, è calata sulla Spal, con il risultato che la Cremonese pesca il grande jolly di giornata con Coda e buonanotte ai sognatori. A proposito. I sognatori devono essere veramente restati pochi a Ferrara. E’ vero, chi paga ha sempre ragione e ha il sacrosanto diritto di esternare le proprie rimostranze nella maniera (civile ovviamente) che ritiene opportuno fare. Benissimo. Ma i due cori partiti dalla curva “Campione” dopo il gol dei grigiorossi che invitavano la squadra a tirare fuori i bijoux de famille, ci sono parsi se non ingenerosi, almeno incomprensibili perché mai una volta quest’anno, alla squadra si può imputare di non aver mai dato tutto quello che poteva dare in quel determinato momento. Per un attimo ci facciamo gli affari degli altri e ci domandiamo cosa dovrebbe fare allora il patron della Cremonese Arvedi che in estate (ma anche adesso) ha tirato fuori fior di quattrini per vedere oggi la sua squadra invischiata in piena zona retrocessione. Una squadra, quella lombarda che, dopo questa trasferta, continua a non aver mai vinto in trasferta da quando ha cambiato allenatore, non vince da quattro mesi lontano dallo “Zini”, non vince da due mesi una partita.
La Spal non è l’ammazzacampionato oggi e non lo era nemmeno prima e non lo sono neanche il Gubbio o il Sorrento di turno. Tornando alla partita, come detto, la Spal, se vuole puntare alla B, deve cambiare registro e, forse, trovare una soluzione alternativa a Migliorini che non sia solo (si fa per dire) Locatelli, soprattutto quando anche le corsie laterali hanno fisiologicamente bisogno di respiro. La Cremonese è arrivata per giocarsi la partita e ha giocato una sfida onesta, segnando un gol in più della Spal (ma, vederselo non concedere fa parte di questo mondo) ma dimostrandosi ancora un cantiere in evoluzione. Meglio i ferraresi con il rombo, meglio con Locatelli, meglio senza Coppola. E magari sempre con questo Zamboni, con questo Ravaglia. Aspettando il miglior Fofana. E perché no, che si tifi durante la partita e si fischi e si mandino a lavorare i giocatori solo alla fine. La rinascita della Spal di questo nuovo anno in fondo, potrebbe partire solo e soltanto da queste semplici cose. Aspettando Pavia.

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