GLI ERRORI E LA RICONOSCENZA

Ha sempre ragione lui. L’immenso signor G. Quel testo, “c’è un’aria, un’aria che manca l’aria”, diventa anche la colonna sonora del giorno dopo la chiusura del mercato di riparazione. Un giorno che è un misto di pareri, idee, stati d’animo diversi, qualche volta anche opposti. E allora partiamo subito dagli aspetti negativi.
La Spal ha fatto un grande errore, è vero. Ma l’ha fatto l’estate scorsa. Doveva reperire sul mercato il grande centrocampista tanto necessario e altrettanto latitante da un bel po’ di anni a questa parte e ha toppato la mossa. Inutile nasconderlo. Da uno con la carriera di Coppola, e dallo stesso Coppola ammirato un campionato fa al Paolo Mazza, ci si aspettava molta più qualità e molta più corsa. Che poi il mastino napoletano abbia giocato bene una decina di partite è indiscutibile ma poi si è spento, anche fisicamente, e a prescindere da questo il giocatore doveva rappresentare e fare la vera differenza in questa squadra. Missione fallita.
In più, e anche qui è inutile girarci al largo visto che le voci corrono veloci, qualche cosa deve essere successo se è vero, come è vero, che il mediano è di fatto stato accantonato e le poco entusiaste referenze sul suo conto evidentemente, in sede di calciomercato estivo, il Comandante Pozzi non le ha prese in considerazione. Errore grave e per me che – non è certo un mistero – considero il Direttore un dirigente fuoriclasse per la categoria si tratta del vero, sacrosanto sbaglio che Pozzi ha fatto in questi tre anni spallini. Ma guardiamo avanti e, anche qui, bisogna sopperire con quello che si ha. E oggi, che nella mezzeria le gerarchie sono azzerate, lo stesso Coppola, Bedin che resta un signor giocatore che però deve trovare la condizione migliore ma anche il giovane Pallara (cosa darei per vederlo, Jack!) devono correre forte e impegnarsi di più.
Tornando al mercato di ieri – e questo è un altro bel discorso da affrontare – in città si respira più delusione per il mancato arrivo di giocatori fino all’altro giorno sconosciuti che soddisfazione per la mancata partenza di Cipriani. E allora credo valga la pena scriverla fuori dai denti e dalla tastiera pure qui. Personalmente, e basta vedere gli articoli recentissimi sul tema per credere, quello che mi ha lasciato perplesso nella giornata di ieri è il mancato arrivo di un centrocampista (aridaje!). Quel centrocampista che mancava, manca e continuerà a mancare di fianco a Migliorini. Parentesi sul mio pupillo Miglio. Anche ieri nei saloni kitch dell’hotel milanese dove si fa il mercato, parecchi dirigenti hanno chiesto informazioni sul regista spallino. Che soltanto una piccola (finalmente!) parte del pubblico continua a non convincere e che, invece, fuori da Ferrara considerano di un’altra categoria tanto che tra qualche mese non saranno pochi quelli che busseranno alla porta di Butelli offrendo soldi veri per portarsi via il giocatore. Ma lasciamo stare. Quella che resta una casella vuota è la pedina da far giocare di fianco a Migliorini. E si tratta di un’assenza importante. Che chissà se verrà coperta da uno svincolato oppure resterà latitante.
Scritto tutto questo l’aria dimessa (toh!) del giorno dopo l’ultimo mercato la trovo francamente imbarazzante più che incomprensibile. Ragazzi, qui spariscono trenta club all’anno che non hanno presidenti folli e/o plurimilionari e non mettere sul piatto della bilancia la mancata cessione di Cipriani è cosa insana e ingiusta. Ottocentomila cucuzze più contropartita oggi non girano nemmeno in serie B. Dire di no a un’offerta del genere è addirittura uno sbaglio, dal punto di vista economico, ma è più che altro una grande dimostrazione alla città, ai tifosi, all’ambiente tutto e a quelli, sciagurati, che ancora continuano a considerare l’evento fotovoltaico operazione paragonabile alla creazione di un campo di sintetico a cinque al centro di via Copparo. Personalmente detesto la non riconoscenza che in questo caso sconfina addirittura in qualcosa che non riesco nemmeno a definire. Semplicemente, stavolta aveva ragione Pozzi. Ribadiva a tutti noi giornalisti che avrebbe smantellato zero, che sarebbero partiti solamente giocatori non di prima fascia e che comunque sarebbero stati rimpiazzati e cosi è stato. Fuori Meloni, dentro Volpe e qui, sulla carta, la Spal dovrebbe pure guadagnarci. Senza contare che il vero, gigante tentativo è stato fatto eccome e per un certo Zigoni. Che non è arrivato non tanto per una mera qurestione economica ma perché (ahimè) ha preferito il Frosinone alla Spal. Fa male anche solo pensarci ma è così. E se continuiamo a pensare che il nostro blasone, indiscutibile e fantastico per carità, possa fare la differenza abbiamo capito davvero poco di questo osceno calcio moderno.
Ritornando a ieri, a parte il discorso centrocampista di cui sopra, rispetto alle parole dei giornali e dei siti, il nostro compreso, non è arrivato Teoldi. Usssignur! Che tragedia. Giovanni Rossi, che come molti suoi compagni ha toppato le ultime tre partite, è diventato improvvisamente Il Problema della Spal. Ma ci faccia il piacere. La cosa buffa è che i più depressi post mercato di riparazione sono quelli che fino a ieri consideravano la Spal, questa stessa Spal, la squadra che deve stravincere il girone perché fortissima rispetto alle altre. Primo: continuo umilmente a pensare che si tratti di una cazzata assoluta. Secondo: la coerenza, questa sconosciuta. E’ vero che la memoria storica di questo paese è andata a farsi fottere da un pezzo ma almeno cerchiamo di conservare quella, meno importante, che in questo caso gravita attorno a una squadra di calcio di una piccola cittadina. Perché i signori Locatelli e Belleri fanno parte della sessione di mercato appena conclusa e non si è trattato di due rinforzi qualsiasi.
E allora meglio pensare a ricominciare a correre in campionato. La Spal non è la squadra che distruggere il campionato doveva ma è una signora squadra che fino al termine della stagione può, anzi deve, dire la sua per giocarsi la promozione diretta o attraverso gli spareggi a prescindere dal centrocampista che, insisto, manca. Notaristefano, Zamboni e tutti gli altri devono dimostrare da domenica prossinma che aldilà di tutto e di tutti la voglia, le capacità, anche i maroni ci sono, eccome se ci sono. Certo, non è arrivato Teoldi. Che tragedia! Vabbé, vorrà dire che proveremo a farcene una ragione.

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