BELLERI, UN PO’ OTTIMISTA E UN PO’ REALISTA: “CI RIFAREMO PRESTO, POSSIAMO ANCORA ARRIVARE IN ALTO MA DOMENICA SARA’ DURA”

L’INTERVISTA. Non le manda a dire il terzino spallino che a pochi giorni dalla sfida contro la squadra che l’ha lanciato non riesce a non ricordare quella maledetta gara di Monza svelando anche un retroscena sul comportamento dell’arbitro: “Mi dispiace perché tra soste, infortuni e quella allucinante espulsione non ho mai trovato la continuità necessaria”. Sul momento della Spal: “Dal punto di vista del lavoro non siamo mai mancati ma certe situazioni ci hanno penalizzato in un momento di difficoltà comprensibile. Domenica non sarà facile contro il Lumezzane ma dovremo stare calmi perché ci servono assolutamente tre punti”.

Ha finito di scontare la squalifica di due giornate e alla fine, con la sosta in mezzo, è passato quasi un mese da quella maledetta domenica. Ma le parole di Manuel Belleri tagliano ancora come una lama quel Monza-Spal viziato dall’arbitraggio e che aveva visto i biancazzurri esordire nell’anno nuovo con una sconfitta in terra brianzola.
“Va tutto bene – spiega Manuel Belleri –, sono pronto a mettermi a disposizione per domenica anche se è ovvio che non aver giocato per tre settimane non è stata una cosa positiva per me. Ho scontato queste due giornate ingiustamente e ci tengo a ribadirlo”.

Squalifica inventata?
“Del tutto. Si è basata su un episodio del dopo gara nel quale io ero andato a recriminare sul fatto che l’arbitro ci avesse preso in giro durante la gara. Lasciamo stare il rigore, anche se concesso in modo assurdo. Su quell’episodio mi ero preso l’ammonizione ma mi ero detto che tutti possono sbagliare e quindi anche l’arbitro. Per me era finita lì. Solo che nel secondo ha iniziato a ridere anche con qualche giocatore avversario prendendoci in giro, noi giocatori e la società, e quindi alla fine sono andato a chiedergli spiegazioni. C’era qualcosa di molto strano e i fatti in campo l’hanno confermato. Io non ho mai preso espulsioni per proteste. Ok, c’è sempre una prima volta, ma questo non era proprio il caso”.

La squalifica e i problemi muscolari di fine anno hanno spezzettato molto la tua presenza in campo…
“E’ vero. Non sono riuscito a mettere insieme un po’ di partite di fila che mi avrebbero permesso di trovare la condizione migliore. Ne ho giocate sempre due o tre e poi mi sono fermato per soste, problemi fisici o squalifica. Non ho trovato continuità, in effetti, da quando sono qui alla Spal”.

Il momento è il più delicato dall’inizio della stagione, con i risultati sul campo che stentano ad arrivare. Pensi che si potrà sorpassare facilmente?
“Facilmente no, nel senso che bisognerà mettere molta più attenzione su quelli che saranno gli episodi. Ci vorrà grande concentrazione perché il lavoro… quello l’abbiamo sempre svolto al meglio, non ci siamo mai stancati di migliorare. Purtroppo nelle ultime gare abbiamo avuto delle situazioni ed episodi che non ci hanno permesso di essere al cento per cento e siamo incappati in partite anche positive, magari a livello di gioco, ma senza ottenere quello che volevamo e cioè i punti. Abbiamo accumulato due, tre partite che ci hanno rallentato e quindi dobbiamo ripartire subito da domenica prossima e non sarà facile perché il Lumezzane è una buona squadra. Ma noi abbiamo bisogno di un’iniezione di ossigeno e di ottenere bottino pieno. Con la calma e consapevoli che avremo a disposizione novanta minuti di tempo, ma l’obiettivo sarà soltanto quello: vincere”.

Quella contro il Lumezzane sarà un po’ una gara particolare per te, che sei cresciuto proprio tra le fila dei rossoblu, giocando in prima squadra per ben sei stagioni, fino al ’99.
“E’ passato tanto tempo ma è stato un punto di partenza importante, nel quale sono cresciuto e che mi ha lanciato verso la mia carriera. Ho un ricordo bellissimo anche se non credo ritroverò nessuno di allora. E’ stata la mia prima “casa” calcistica, io poi abito anche a pochi chilometri da lì, quindi sarà un ricordo piacevole da rispolverare, anche se ovviamente al fischio d’inizio per me si cancellerà tutto quello che non è il campo”.

La scelta di approdare alla Spal ti ha riportato in serie C dopo tanti anni di massima serie e cadetteria. Dopo dodici anni l’hai ritrovata diversa?
“Diversa forse sì, ma l’avevo vissuta a vent’anni, e a quell’età hai tutta una condizione fisica e mentale diversa. Non hai quell’esperienza che ti permette di affrontare le partite in modo tranquillo. A livello qualitativo credo che tutto si sia abbassato rispetto ad allora, ma a dire il vero è così anche in serie B. Di certo è un torneo più tosto e fisico ma si trovano comunque squadre molto attrezzate che in serie B ci potrebbero stare benissimo”.

Credi ancora al primo posto per la Spal?
“Sì, assolutamente sì. Credo sia giusto pensarlo perché i punti ancora a disposizione sono tanti e può anche essere che pure il Gubbio abbia un periodo di difficoltà, al pari di tante altre squadre”.

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