LA FIDUCIA DI MISTER VECCHI: DOBBIAMO LAVORARE ANCORA TANTO MA CI SONO POTENZIALITA’ IMPORTANTI. ABBIAMO QUATTRO SQUADRE DAVANTI, POI CE LA GIOCHIAMO

Diamo i numeri. Quindici giorni di ritiro, quattro giorni di allenamento a Ferrara, sei amichevoli. E’ passato più di un mese dall’arrivo sulla panchina della Spal di Stefano “Sam” Vecchi. Abbastanza per fare un bilancio più preciso rispetto a un’intervista per LoSpallino.com di un po’ di tempo fa. I lavori sono ancora in corso, la condizione fisica non è certo ottimale, impegni veri non ce ne sono ancora stati… Tutto vero ma l’allenatore ha potuto conoscere meglio tutti i suoi giocatori, li ha visti in allenamento e in partita, e qualche indicazione in più l’ha tratta di sicuro. Nell’ultima gara, poi, quella contro la formazione romena di serie B, Zamboni e compagni hanno avuto modo di conoscere anche il lato più “incazzoso” del tecnico, al quale non sono piaciute diverse cose dei novanta minuti giocati al Centro. Partiamo proprio da qui, con il mister, per cercare di capire l’avanzamento non solamente fisico dei biancazzurri e i problemi da risolvere.

Allora, quasi un mese di contatto diretto con i giocatori, tanti allenamenti, qualche partita… Prima di tutto: a che punto è la costruzione dello spogliatoio.
“Siamo ancora inizio, al campionato manca parecchio. Dobbiamo lavorare, i ragazzi hanno tante cose da assimilare, dall’aspetto fisico e alle mie idee. La volontà e lo spirito per crescere ci sono ma dobbiamo sapere che si deve crescere alla svelta anche se è passato solamente un meseda quando ci siamo ritrovati. Per il momento sono contento e sono anche molto fiducioso di far bene. Abbiamo grossi margini di miglioramento. Per tornare alla domanda, lo spogliatoio si sta costruendo bene. I tanti allenamenti fatti pesano un po’ e la fatica si fa sentire ma dentro la squadra vedo la giusta armonia anche se poi conta essere gruppo in campo, fuori va bene essere amici ma il gruppo vero, ripeto, si vede nelle partite. Vuol dire aiutarsi, andarsi incontro. Cose che oggi ci mancano per il sovraccarico di lavoro”.

E dal punto di vista della condizione fisica a che punto siete?
“Stiamo ancora lavorando, anche stamattina, per fare un esempio, abbiamo fatto i trecento metri e continueremo così perché ci interessa il campionato. Persino durante la Coppa Italia  lavoreremo sodo. Rispetto all’inizio abbiamo a sprazzi buoni ritmi. Ma dobbiamo migliorare in intensità e nella parte tecnica anche se ovviamente la brillantezza conta anche su questi aspetti”.

Contro i romeni la Spal non ti è piaciuta. Perché?
“No, non mi è piaciuta perché non è questo il calcio che mi piace. La mia squadra deve giocare, noi ci siamo limitati a rincorrerli perché loro erano un mese avanti come preparazione e correvano di più. Ma giocare così, senza proporsi, senza aumentare il ritmo, nascondendosi non va bene. E’ stato un brutto primo tempo, nella ripresa siamo andati meglio ma abbiamo fatto troppa fatica. E quando ricorri solamente di fatica ne fai due volte”.

Rispetto a tanti tuoi colleghi anche di categorie superiori hai potuto lavorare su un gruppo praticamente definito. E’ importante, credo.
“Sì, hai ragione, è una cosa importante e da sottolineare. In più abbiamo avuto pochi problemi fisici a parte Paolo Rossi che però può correre. C’è stato il piccolo stop a Zambo ma lui è tornato in forma, sta benissimo, e prevedo un’ottima stagione per Zambo. Si tratta di un giocatore importante, e per certi versi, nonostante la sua indiscutibile carriera, per me è stato una sorpresa. Ma devo dire che tutti hanno lavorato bene”.

In rosa, tra i giocatori in cerca di sistemazione, è rimasto soltanto Belleri dopo la partenza di Cipriani. Riguardo al bomber: la cessione era annunciata. In fondo speravi che restasse?
“Mah, è indubbio che se fosse rimasto avrebbe dato qualità, sotto l’aspetto tecnico Cipriani non si discute però sapevamo che sarebbe partito e il mercato è stato fatto di conseguenza. Era giusto assecondare l’esigenza della società. Davanti, ripeto, abbiamo certi valori e lo vedrete tra un po’”.

La squadra, per numero e per ruoli, pare completa. Però ti chiedo quando farai il punto con la società per vedere se intervenire?
“Tutti i giorni, alla fine di ogni allenamento facciamo un’analisi col direttore Pozzi. Siamo alla finestra. Vedremo se dovremo migliorare la squadra, con il passare delle partite valuteremo meglio e la Coppa Italia serve soprattutto a questo. Il girone nel quale siamo capitati ci darà indicazioni importanti: il Bassano è un avversario di categoria, ci sono altre piazze importanti e c’è la Giacomense che per questioni di campanile tiene molto all’evento. Insomma, avremo un metro di valutazione serio”.

Parere personale. Se mercato in entrata si farà riguarderà da uno a tre giocatori. In ordine di priorità: un difensore centrale esperto ma non vecchio, un centrocampista centrale fisicamente tosto e una seconda giovane punta. Tu che cosa dici?
“Dico che vedremo se avremo necessità e non è nemmeno detto.  Se si guarda a livello numerico e di età sarebbero cose fattibili ma tre arrivi lo escludo, direi uno al massimo. Ti ricordo che non dobbiamo vincere il campionato e sui giovani puntiamo, altrimenti non li avremo presi”.

Se arriverà qualcuno dovrà comunque partire qualcun altro considerando che siete già abbastanza. In quel caso si manderebbe a giocare qualcuno dei più giovani per fargli fare un’esperienza vera come è successo a Laurenti l’anno scorso?
“Sono valutazioni che faremo, ripeto. L’organico è giovane e se faremo qualcosa è possibile quello che dici. Riguardo a Laurenti l’ho visto con il Mezzocorona l’anno scorso e mi fece un’ottima impressione. Deve crescere anche lui ma chi ha fatto un torneo in Cnd o in Seconda Divisione è più pronto rispetto a chi arriva dalla Primavera. La prova è stata la mia Tritium. Venivamo tutti dalla D e in Seconda abbiamo vinto subito”.

A proposito di Laurenti, è parso di capire che per te un nuovo attaccante non è una priorità proprio perché consideri l’esterno nato nel vivaio spallino ma anche Taraschi e Paolino Rossi adattabili al ruolo di seconda punta. Confermi?
“Sì, non sono proprio seconde punte ma possono giocare dietro a un attaccante. Abbiamo diversi giocatori offensivi che possono diventare soluzioni alternative in certe partite. Davanti, secondo me, siamo a posto così”.

Vista da fuori alcune somme si potrebbero già tirare. A tutti gli allenatori non piace mai fare nomi e cognomi, allora provo a farli io e ti chiedo soltanto un sì o un no. In questo mese, alla voce sorprese positive, ci sono lo stesso Laurenti, Taraschi, Marconi, Beduschi e il tuo omonimo Vecchi. Sì o no?
“Ne hai citati tanti e si tratta di quasi tutti i giovani. Che nel processo di crescita mostrano qualità importanti miste a momenti di difficoltà. Si vedono le qualità e anche, appunto, le normali difficoltà. Il pane è duro in Prima Divisione. Andiamo con i piedi di piombo. Non siamo ancora pronti ma dobbiamo crescere alla svelta anche se i segnali sono positivi seppure ci manchi ancora la continuità.

Qual è tra i tanti acquistati il calciatore o i calciatori che conoscevi meno e che impressione hai avuto fino a oggi?
“In questo momento un giocatore in buona condizione che sta facendo bene è Agnelli. Lui non lo conoscevo bene, è stata una bella sorpresa”.

Si parla sempre tanto di moduli. Tu hai già detto che questa Spal giocherà con il 442. Hai cambiato idea conoscendo meglio i giocatori?
“La base di partenza è questa, qualche variante la possiamo adottare ma le verifiche le facciamo su questo modulo. Abbiamo soluzioni alternative: un trequartista dietro a una punta e in secondo piano tre centrali di centrocampo in mezzo con un vertice basso”.

Senti già di poter dire che, aldilà dei risultati e compatibilmente con gli avversari che affronterete, vedremo la Spal scendere in campo per fare la partita?
“Eh eh, la volontà è questa ma ora facciamo fatica. Qui dobbiamo crescere molto perché quando andiamo in difficoltà ci nascondiamo. E’ una questione fisica e mentale. Qualche responsabilità in più dobbiamo prendercela. A me ha pagato molto fin qui unire qualità a intensità, creare una squadra che non stia mai in attesa. Questa è la mia idea di calcio”.

In linea di massima sei un allenatore che predilige una formazione titolare e a seconda delle condizioni e anche dell’impegno vara eventuali modifiche?
“Io sono uno che non boccia nessuno alle prime difficoltà, questo sicuramente. Non è che se uno sbaglia due partite lo cambio, concedo fiducia. Se poi uno si propone durante la settimana o entrando dalla panchina posso anche cambiare ma di certo non ho preconcetti”.

La cosa che ti ha colpito di più in positivo?
“L’atteggiamento della squadra nel cercare di seguire le richieste, siano esse di carattere  fisico e tecnico. La squadra che va richiamata e sostenuta ma dopo un richiamo il gruppo capisce subito e si adegua di conseguenza”.

Come ti trovi con il tuo staff, dal vice Brescia a Salvatori?
“Bene, bene, bene. Molto bene da subito. Con Beppe c’è sintonia, l’idea di calcio è quella, conosce l’ambiente, è lavoratore. Lo stesso con il Prof e anche con Duina. Con Salvatori ho capito subito che le idee erano le stesse, lavoriamo in condivisione. Ed è un lavoro che a me è sempre servito e mi ha portato a raggiungere traguardi importanti”.

Un commento sui gironi e sugli avversari più temibili che andrete ad affrontare.
“I gironi… boh, sinceramente non riesco a capire questa scelta che appesantisce le società di costi ulteriori e penalizza i tifosi. Ci sono grosse difficoltà un po’ ovunque e non si capiscono certe scelte. Di contro ci sono piazze e realtà importanti, e sarà bello confrontarsi. Sarà un bel campionato dal punto di vista tecnico ma restano i dubbi sulle scelte che dicevo prima”.

Considerando la rivoluzione estiva, la bassissima media d’età e le squadre del girone sulla carta, per quello che conta e non soltanto in Lega Pro, la tua Spal potrebbe lottare per una posizione tra l’ottavo e il dodicesimo posto. Ti andrebbe bene?
“No! (risponde sicuro). No perché sono stato abituato bene, a raggiungere risultati non previsti, cioè. L’obiettivo è una salvezza tranquilla ma vorrei si facesse di più. Vedo quattro squadre sicuramente più forti, con le altre dobbiamo giocarcela. Magari faremo più fatica all’inizio ma il campionato è lungo. Non firmo per un campionato sofferto, questo è sicuro. Per me abbiamo potenzialità per toglierci delle soddisfazioni se cresciamo in fretta”.

Ti faccio una domanda difficile. A una larga fetta di tifosi spallini il Direttore Generale Pozzi sta antipatico perché considerato prepotente, anche arrogante, e a lui si imputano scelte precedentemente al tuo arrivo sbagliate. Tu che idea ti sei fatto del dirigente a te più vicino? Seconda cosa: in fase di mercato ti ha ascoltato?
“Mah, ti dirò che quando ci siamo conosciuti abbiamo parlato molto e mi ha detto tutto. Dai problemi passati ai progetti per il futuro, e io li ho condivisi altrimenti non sarei qui. Poi se mi prendono Eto’o sono contento, è ovvio. Un paio di scelte, quando sono arrivato, erano già state fatte ma posso dire che si tratta di mosse azzeccate. Pozzi ha il suo carattere, di sicuro è uno che lavora non sai quanto e alla Spal tiene molto. Anche anno scorso, se andiamo a guardare, le scelte inizialmente erano giuste visto il campionato fatto. Non credo che il problema fosse relativo ad acquisti sbagliati sinceramente”.

La società ha varato una campagna acquisti decisamente a prezzi modici. Noi de LoSpallino.com abbiamo già scritto, e continueremo a farlo, che dal punto di vista della comunicazione, delle idee, delle cose da fare per riavvicinare i tifosi bisogna fare ancora molto. Abbiamo proposto, per fare un esempio, una presentazione delle nuove maglie come hanno fatto a Genova. Facendole indossare ai tifosi, cioè. Siccome nella nostra ultima intervista mi sei sembrato molto sensibile a questi temi ti chiedo se sei d’accordo con questa nostra linea e se ti puoi spendere, dal di dentro, per spingere in questa direzione.
“Tutto quello che serve per coinvolgere la gente lo apprezzo. Poi non tutto si può fare. Quando il Direttore diceva che la società ha bisogno di strutturarsi vuol dire che si stanno cercando  figure adatte anche a queste cose. La società ha idee e sta lavorando per potenziarsi proprio per risolvere problemi come quelli che dici tu. Coinvolgere i tifosi è comunque importante”.

Vuoi fare un appello a chi tifa Spal?
“Tutti sono a conoscenza dei progetti e delle difficoltà che inconteremo. Chiedo solo un po’ di pazienza all’inizio. Quello è il momento di sostenere una squadra giovane che deve crescere in tranquillità e serenità”.

Tempo di presentazione. Domani la prima, vera partita davanti al pubblico spallino. Dovrebbero mancare Bedin che ha rimediato una botta in allenamento e oggi non si è allenato e Paolo Rossi. Per il resto come state e che cosa c’è da aspettarsi aldilà della differenza ovvia tra le due squadre?
“Non siamo nella condizione fisica migliore, anche oggi abbiamo svolto un lavoro duro ma è giusto così, ora le partite non contano. Non saremo brillanti ma sessanta minuti li possiamo fare. Di certo assicuro grande impegno. Speriamo che ci sia anche un buon pubblico, che sia una bella serata e una bella partita”.

Vedremo la Spal potenzialmente titolare?
“In parte sì ma è ancora presto per parlare di formazione titolare. Io, per esempio, quando giocavo nella Spal venivo sempre messo tra parentesi d’estate ma alla fine le mie trenta partite le facevo sempre. C’è tempo per conquistarsi il posto e non ci sono scalette predefinite”.

Grazie e al prossimo appuntamento.
“Grazie a voi e Forza Spal”.

 

 

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