A PROPOSITO DELLE CODE DAVANTI AI BOTTEGHINI. UNA LETTERA APERTA

In attesa di approfondire, e “nazionalizzare”, il discorso ormai vecchio ma non per questo superato delle code per entrare allo stadio e vicende simili, pubblichiamo questo racconto-lettera aperta della nostra collaboratrice Stefania Andreotti su quanto è successo in occasione di Spal-Racing Santander. Una lettera alla quale domani, per la Spal, risponderà Renato Schena.

Un’ora di attesa significa che chi è arrivato alle 20.20 (il fischio d’inizio era alle 20.45) è entrato alle 21.20, con 35 minuti di ritardo. “A mezzanotte siete ancora qui” ha urlato un signore passando in bici in una scena piuttosto felliniana. “Il biglietto si prende prima!” apostrofavano quelli più bravi sventolando l’ambito pezzo di carta, mentre passavano attraverso le due file che dalla biglietteria della Curva Ovest arrivavano fino al bar di fronte. Avevano ragione, ma una sera di mezza estate, uno (come la sottoscritta) che magari è in ferie al mare o in montagna e torna perché è solo un’amichevole ma è pur sempre la Spal, e a quest’epoca dell’anno manca enormemente, arriva un po’ all’ultimo. E’ una domenica d’agosto c’è aria di vacanza, più rilassatezza, meno voglia di organizzare i minimi dettagli manco fosse un lavoro. Così si arriva lì un po’ prima, si mette in conto di fare un po’ di coda e di entrare magari anche in ritardo ma di cinque, dieci minuti.
Stare in coda un’ora, divorati dalle zanzare, avviliti da ogni boato che arriva dall’interno, senza nessuno che informi su che cosa sta succedendo, è un modo spiacevole di ritornare al Mazza. E in un clima già di disamore da parte dei tifosi, non pare un buon segnale. A decine hanno abbandonato la coda lasciandosi dietro una scia di improperi. Quelli che sono rimasti (come la sottoscritta) se non altro hanno visto una bella partita, ma con l’amaro in bocca.
Il problema della coda non è una novità. Chi non si abbona ci deve fare i conti tutto l’anno. Chi non si è abbonato perché rifiuta la tessera del tifoso, deve pagare di più, procurarsi sempre il biglietto in anticipo, oppure rassegnarsi a stare in coda, spesso oltre il fischio d’inizio. E’ abbastanza frustrante. Sembra una punizione. Di fatto lo è.
Certo non è colpa della Spal, ma sarebbe bello se la società contribuisse ad alleviare questi disagi. Disagi che hanno creato problemi anche a quelli che allo stadio ci vanno per lavorare visto che gli steward non facevano entrare nemmeno i giornalisti fino alle 20.15. Ecco, allora, alcune domande aperte che giriamo anche alla società pur consapevoli che i ritardatari (come la sottoscritta) hanno una parte di responsabilità, di sicuro hanno però pagato un prezzo troppo alto. Ci sono cose che si possono migliorare, meglio se assieme.

1) La coda in curva era prevedibile, perché c’erano a fare il biglietto anche tutti quelli che normalmente non lo fanno perché hanno l’abbonamento. Perché allora non aprire tutti e quattro gli sportelli della Ovest anche solo per un’ora?

2) Perché i quattro sportelli non possono essere sempre tutti operativi, in occasione di ogni incontro al Mazza?

3) Perché non prevedere una riduzione sul biglietto per chi, a causa della coda entra dopo trenta minuti dall’inizio della partita?

4) Non è possibile prevedere dei carnet di biglietti (cinque?) che non necessitino della tessera del tifoso e siano una sorta di mini abbonamento?

5) Ultimo ma non per importanza. E’ veramente necessario rassegnarsi alla tessera del tifoso? La società ci ha rimesso, i tifosi anche, perché non si è riusciti ad allearsi, assieme a tutte le altre tifoserie e agli altri club per  fare fronte comune? E’ tardi per continuare a insistere?

Il dibattito è ampio e articolato, ma da qualche parte bisogna pure iniziare, dal momento che nessuno ha interesse ad alimentare questo disagio, proviamo a venirci incontro. E’ un’amarezza questo allontanamento dei tifosi e dispiace che non si possa fare nulla per invertire la rotta.

 

 

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