I COMMENTI DELLA PRIMA AL MAZZA, IL CARTELLONE ZABOV E LE PARTITE DA PUBBLICIZZARE

Dopo mesi di assenza, una calda domenica d’agosto, si torna al Mazza. L’amata Spal gioca con il Racing Santander allenato dall’ex mister interista, Hector Cuper. Il solo pensiero che “Cuper” fu il nome dato dal mio amico interista Giuli, al proprio cane (non pensava che il mister fosse un “cane”, voleva semplicemente avere in casa un interista in più) e di vedere quell’allenatore al Mazza, quello che batteva la mano sul cuore ad ogni suo giocatore prima dell’ingresso nel rettangolo di gioco, ha dato la motivazione in più per non mancare.
La curiosità per la nuova Spal, verso mister Vecchi che tanto avevo apprezzato come giocatore e come uomo, il desiderio di risentire le voci dello stadio, era forte. Mi aspettavo l’annunciata presentazione, ma non c’è stata. Peccato, sarebbe stato meglio non annunciarla o chiarire che per “presentazione” s’intendeva la prima al Mazza, ma  amen. C’erano però i soliti noti, quelli che conoscono nome, cognome, ruolo, doti e difetti dei giocatori che arrivano alla Spal prima ancora che si sentano i loro nomi nelle anticipazioni di mercato. Pertanto, in fretta, seguendo i commenti, ho preso familiarità con la nuova Spal.
Sugli spalti, a pochi metri, alcuni tifosi spagnoli, con tanto di bandiera della propria nazione e della loro squadra, quest’ultima tanto simile alla Spal e a Ferrara, sia per quel che riguarda i colori sia per il simbolo “vicino” a quello del Comune.
Via, si parte. Al primo passaggio sbagliato si alza un “e un!”, detto da chi sicuramente, durante tutto l’anno, criticherà ogniqualcosa. Gianluca lamenta (invitando la società biancazzurra a richiederne l’esposizione anche gratuita poiché caratteristico di Ferrara) la mancanza dello sponsor Zabov, quello che compariva in tutte le foto storiche e che splendeva nello stacco di Pezzato nel gol al Genoa (la mia età non mi permette di ricordare, attraverso l’ascolto del racconto, mi sembra però d’esserci stato).
Alla Spal ci sono pochi spettatori (mille e credo si potesse sperare in qualcosa di più), non penso sia stato solo il caldo ma anche una scarsa pubblicizzazione dell’evento, pertanto si sentono nitidamente le voci dei tifosi, dei mister Vecchi e Cuper, e dei giocatori. La Spal gioca bene, gli uomini corrono, la palla gira, non sembra assolutamente un match tra la mia piccola, grande Spal e una squadra di serie A spagnola, anzi. Il che fa intonare dal vicino, dopo l’ennesima involata di un bravo Melara: “Hector, sei mui triste” (scritto come detto e sicuramente immaginato!).
L’arbitro è preso ripetutamente di mira, come del resto capita anche davanti ad arbitraggi positivi e non manca quindi “arbitro! Bastaaaaa, iet imbariag?! Vot dar al zal a quel là, tan vedi quant al picia?!”, e uno splendido: “arbitro, tiè propria n’arbitro!”, chicca d’agosto! Ma il giallo non arriva e qualcuno del pubblico si innervosisce urlando, immancabilmente, “aldamaaar!”. Altri lamentano giocate “da terza”, “zugadur trist, lent e pes c’me na masegna”, ma il clima rimane comunque positivo.
E’ presto per dirlo, ma se la Spal giocasse sempre così e questi giovani dimostrassero costanza nel rendimento, nella passione e nell’impegno e un crescente attaccamento ai colori biancazzurri, sono certo che il pubblico non mancherà. Quello di domenica sera era formato dai soliti, da quelli che non mancano mai, ma dobbiamo immaginare, e in questo la società deve spingere, che lo stadio si riempia di giovani e famiglie. Invitare a far di più, non è una critica, è solo il sano desiderio di rivedere presto uno stadio pieno e una città emozionata dalla sua Spal.
In ogni caso, come si dice per sferzare, “dai c’anden”!

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