LA DOMENICA SPALLINO-GHANESE. UNA BELLA INIZIATIVA DEL COMUNE E DEL CLUB BIANCAZZURRO

Non posso che definire domenica 4 settembre, una domenica speciale. Speciale per la prima volta in campionato da spallino e come collaboratore de “LoSpallino.com” e per la prima volta spettatore vicino a persone che “aldamar”, “dai cal fen”, buta su”, neanche sanno cosa significhi.
Ma la Spal ha fatto un gesto importante, un atto che fa bene alla città e alla convivenza: ha avuto come suoi ospiti sugli spalti cinquantacinque ragazzi ghanesi richiedenti protezione internazionale, vittime di violenza inaudita nella Libia di Gheddafi, Paese nel quale tutti vivevano e lavoravano; fuggiti dal terrore, dalla guerra, dall’odio che pervade diverse, troppe terre nel nostro mondo. Sono stati spettatori speciali, hanno cantato e animato gli spalti della tribuna laterale con cori africani e divertito diversi ferraresi presenti vicino a loro.
Son stati spettatori che vedono il calcio italiano (per chi di loro ha giocato a pallone) come prospettiva di vita, come sogno per riscattare un’esistenza che li ha visti nascere o vivere, senza colpa o demerito alcuno, in terre in cui la sola passeggiata per strada, è motivo di pericolo e rischio di vita. Sono ragazzi giovani, ospitati in una struttura del Comune di Ferrara e affidati alla Cooperativa “Camelot” che tutti i giorni, dai primi di giugno, provvede loro per cure sanitarie, alimentari, sostegno psicologico e morale, accompagnamento all’integrazione e alla loro ospitalità. Ho chiesto alla Spal di farli venire, di ospitarli a vedere “la prima”, quella che riempie i teatri, meno il Mazza, ma si riempirà continuando così. La Spal ha detto “sì” come coloro che  capiscono il valore e la dimensione della comunità, e di questo non posso che ringraziarli infinitamente.
Hanno seguito la partita, esclamato, commentato nella loro lingua azioni, prodezze, gesti atletici, e forse ognuno di loro è stato attraversato dal desiderio d’essere capitan Zamboni, Arma, Teodorani e ovviamente Mendy, “fratello africano”. Sono venuti anche loro “alla Spal”, spero sia stata per loro un’ora e mezza di vita lieve, meno dura di ogni loro secondo di vita, meno grave del ricordo delle loro famiglie e affetti lontani.
E che in loro, anche solo un istante, quel coro: “Fooorza Spal”, sia stato liberatorio, condivisione, sensazione d’essere giovani, liberi, sognatori, cittadini temporanei di Ferrara, in attesa di rivedere il loro Paese, libero e sognatore. Grazie Spal, grazie Comune di Ferrara, grazie Camelot. Grazie ragazzi… neri e per una domenica biancazzurri.

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