Inauguriamo l’ennesima nostra nuova stagionale dedicata ai volti meno noti del mondo Spal. “Quelli che… lo staff” vuole essere anche un omaggio a tutte quelle persone e a quei professionisti, dagli allenatori del Settore Giovanile ai vari componenti lo staff, appunto, medico e non solo, che non hanno mai il privilegio delle copertine ma sono invece indispensabili. e spesso sono anche dei bei personaggi. Per questo primo appuntamento abbiamo scelto Franco Travagli, massaggiatore e non solo.
L’allenamento è finito da oltre un’ora e trovare Franco Travagli è un miracolo. Il Nostro è preso nel sistemare con ordine le cose nel caos post allenamento lasciato dai calciatori. Mentre attende gli ultimi giocatori rimasti ancora al Centro, fuma una sigaretta… ed eccoci qui.
Franco Travagli, definirla massaggiatore sembra riduttivo. In cosa consiste il suo compito qui alla Spal?
“Il ruolo consiste nell’essere all’altezza di fare il lavoro per il recupero dei ragazzi. Poi fare gruppo con loro, perché è importante. Un’esperienza ottima, perché sono ragazzi giovani ed è bello lavorare al loro servizio”.
Lei ha lavorato per tanti anni nel mondo dei dilettanti, come è iniziata la sua esperienza?
“Ho iniziato nel 1986. Ho girato nel ferrarese e anche un po’ nel Veneto con il Crespino e altre formazioni dilettantistiche”.
Una lunga esperienza con i giovani nei campionati dilettantistici e nei professionisti. Quali sono le differenze?
“La differenza è enorme. Per i dilettanti il calcio è una passione. Significa passare del tempo con gli amici la domenica. Qui nel professionismo gli interessi sono un po’ diversi però l’entusiasmo è pari se non addirittura superiore. Ovviamente lo si sente in modo diverso questo entusiasmo”.
Da quando lei ha iniziato come sono cambiati i giovani?
“I giovani li vedo più maturi e preparati, forse perché quelli di oggi sono un po’ più istruiti di quelli di ieri. Sono ragazzi degni di calcare i terreni di gioco”.
In questi cinque anni di Spal ha avuto ottimi rapporti con i giocatori. Con chi ha un rapporto particolare?
“Ho avuto belle esperienze con tutti i gruppi con cui ho lavorato. C’è un legame particolare con il capitano Zamboni perché è un ragazzo stupendo però ho avuto bei rapporti un po’ con tutti e non farei distinzioni. Ho detto uno per dire il simbolo. Anche con gli altri mi trovo benissimo. Sento ancora chi è andato via da Ferrara come Cipriani, per esempio e diversi ragazzi che erano qua”.