POCHI RISCHI, UN PUNTO IN TRASFERTA, UN GRAN PRIMO TEMPO… ASPETTANDO I MIGLIORAMENTI SULLA TREQUARTI

TRITIUM-SPAL 1-1 (1-1)

TRITIUM (433): Nodari; Martinelli, Teso, Dionisi, Possenti; Malgrati, Dal Dosso, Casiraghi (dal 15’ s.t. Corti); E. Bortolotto, Sinato (dal 31’ s.t. Spampatti), Floriano (dal 23’ s.t. R. Bortolotto). A disp.: Nizzi, Suagher, Riva, Monacizzo.
All.: Boldini.
SPAL (4231):
Teodorani; Ghiringhelli (dal 38’ s.t. Cosner), Zamboni, Pambianchi, Canzian; Agnelli, Migliorini; Melara (dal 28’ s.t. Mendy), P. Rossi (dal 46’ s.t. A. Vecchi), Laurenti; Arma. A disp.: Capecchi, Bedin, Taraschi, Marconi.
All.: S. Vecchi.
ARBITRO: Roca di Foggia (Assistenti: Abruzzese e Di Salvo).
MARCATORI:
36’ p.t. Sinato (T), 39’ p.t. Laurenti (S).
AMMONITI: Teso (T) e Possenti (T).
NOTE: giornata di sole, temperatura mite, terreno argilloso e in più punti spelacchiato. Spettatori 500 circa (450 paganti incasso non comunicato) con sparuta rappresentanza di tifosi provenienti da Ferrara.
Angoli: 6 a 4 per la Spal. Recupero: pt 0′, st 4’.

MONZA – Un punticino che può bastare. Almeno da il punto di vista prioritario stagionale. E cioè l’obiettivo che sarebbe meglio non dimenticare mai. Quello di un campionato tranquillo, cioè. A guardarla da questo brutto e spelacchiato campo di Monza, la partita con la Tritium è difficile da archiviare con un giudizio netto. Perché la Spal gioca un ottimo primo tempo, tiene sempre il pallino ma al primo errore viene punita. E qui, alla voce “cose da salvare”, c’è sicuramente la capacità di reazione visto che il pari è arrivato in meno di tre minuti. Ma è sempre qui che il rammarico c’è. I primi quarantacinque minuti, infatti, hanno visto i biancazzurri a tratti dominare senza rischiare mai (altra nota positiva di tutto questo inizio di stagione). Un dominio, però, troppo sterile. L’ultimo passaggio, ecco che cosa è mancato oggi e non solo. Quel tocco capace di mettere in porta l’attaccante di turno e di concretizzare la mole di lavoro di Zamboni e compagni che finora non hanno mai steccato una partita.
Gioco, possesso, anche geometrie che in tutta la prima frazione hanno visto i ragazzi di Vecchi assoluti protagonisti nelle buche della rara erba di Monza. Fino alla trequarti, almeno, e non è una questione di modulo per l’occasione cambiato dall’allenatore spallino. Il livello di offensività, per dirla così, non dipende mai dal numero di attaccanti puri in campo. Piuttosto è mancata, appunto, quell’incisività capace di fornire ad Arma i palloni necessari per provare a buttarla dentro. Peccato perché ai punti la Spal avrebbe anche meritato di più. Ma è calcio, non pugilato e alla fine il pareggio ci sta eccome.
Peccato solo che nel secondo tempo il calo ci sia stato e alla fine abbia prevalso l’utilità del pareggio esterno. Nella ripresa, infatti, i biancazzurri non hanno ripetuto la prestazione iniziale e ne ha fatto le spese anche lo spettacolo con squadre lunghe, troppi lanci e gioco zero.
Gli spallini hanno fatto comunque il loro dovere, aspetto importante e finora sempre rispettato. In difesa si è rischiato davvero poco nonostante la giornata storta di Canzian poco attento in occasione del vantaggio della Tritium. Bene anche in mezzo con l’ormai solito Agnelli a fare il protagonista aiutato da un Migliorini in netta crescita. E’ mancata, invece, la spinta di Melara ma uno dei veri punti di forza di questa squadra ha già fatto il “miracolo” giocando dall’inizio dopo due settimane ad allenamenti ridotti ed è mancata anche la capacità di finalizzare di Arma meno in palla rispetto al solito.
Un punto che comunque si può considerare positivo per i motivi sopra scritti anche se il rammarico resta soprattutto perché la prossima dovrebbe essere la settimana dell’attesa (si fa per dire) penalizzazione di due punti e con un successo contro una formazione comunque molto brava a chiudersi e a ripartire avrebbe il “meno” sarebbe stato meno pesante. Vecchi, ma anche i tifosi spallini, tirando le somme possono dirsi soddisfatti anche se, soprattutto dal punto di vista offensivo, c’è qualcosa da sistemare per non rendere vano l’ottimo possesso e il gioco finora sempre espressi.

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