LA SPAL CHE DEVE ANDARE AL MASSIMO, LE COSE CHE VANNO A GONFIE VELE E IL MISTER… DA LEGARE

Quando le cose vanno bene – perché le cose vanno bene! – le parole da spendere sono poche. Dall’ultima puntata di questa rubrica è passata la solita settimana ma, più che altro, erano sei punti fa, sei gol fatti fa, un gol subìto fa. C’era la Spal in basso in classifica, un po’ di malumore, qualche critica eccessiva e costante. Da allora, la squadra di Vecchi ha vinto, e alla grande, due partite e ne ha persa una. L’inaspettato successo di Como, poi il mercoledì da leoni contro il Pavia con quattro gol di Arma (altro che rivincita… un invito a tacere bello e buono del bomber ai mugugnatori) e infine la sconfitta di misura con il Carpi.
Il bilancio, insomma, è ottimo. Ma quello che va ancora meglio è… proprio la Spal. Che in queste ultime tre gare ha sempre fatto la partita e pure domenica, almeno per un tempo, ha tenuto il campo come si deve non riuscendo a passare in vantaggio e a cambiare un match che in caso di un uno a zero prima dell’intervallo sarebbe cambiato e mica poco. Ormai anche i più scettici l’avranno capito. Avranno capito, cioè, che in questa stagione, a parte gli obiettivi meno ambiziosi, potranno divertirsi e apprezzare undici giocatori che la maglia la onorano. Eccome.
Fin troppo facile esaltare i biancazzurri visti a Como e contro il Pavia. Praticamente perfetti. Davanti, in mezzo, dietro e in panchina. Errori zero. Gioco tanto. Impegno anche di più. Meglio, quindi, concentrarsi sulla sconfitta di Carpi. Che, parere personale, contiene esattamente quella differenza che porterà prima del previsto a giocare per obiettivi più prestigiosi. Domenica, infatti, la Spal ha giocato un signor primo tempo, ha tenuto come spesso succede il pallino, ha sfiorato il vantaggio ed è poi calata nel secondo tempo. Ma non fisicamente. E’ calata come concentrazione, come spirito e – ecco il tema principale – nelle prestazioni di due, tre singoli. La differenza è qui, soltanto qui. Perché quella di quest’anno è una squadra giovane, poco accreditata nei pronostici, è un gruppo (vero) che deve dimostrare tutto ma una cosa, altro parere personale, è sicura. La Spal, tutta la Spal, deve andare al massimo. Se la condizione degli undici che scendono in campo è al top, allora poche squadre, favoritissime comprese, metteranno sotto i ragazzi di Vecchi. Se, viceversa, si regaleranno anche soltanto un paio di uomini agli avversari, allora bisognerà soffrire e accontentarsi. A Carpi, nella ripresa, sono mancati un paio di centrocampisti più degli altri. E qui la Spal ha perso la partita soffrendo la pressione nemmeno tanto esagerata di una squadra che alla vigilia del torneo veniva data da tutti come possibile sorpresa, e lo dimostra la classifica attuale, ma che ha poco più della Spal.
Le tre partite in sette giorni, probabilmente, hanno pesato sul secondo tempo di domenica. Pazienza. La graduatoria resta buona, il futuro resta roseo, la passione resta alta. E qui vale la pena ricordare dell’affetto rinato attorno a questi ragazzi a prescindere dalle ambizioni ridotte. Segno che il gioco, la voglia, la tenacia bastano e avanzano al popolo spallino per (ri)appassionarsi dopo una stagione che poteva essere e non è stata.
Su questo sito, nella nostra consueta intervista del venerdì, il tecnico Vecchi insiste spesso su un concetto non qualsiasi. “Questa squadra – ripete a mo’di mantra – non mollerà mai e quando perderà sarà perché gli altri sono più forti”. Parole sante che sistemerei in un contesto come quello spiegato molto bene in modo sintetico da Andrea Tebaldi nella sua rubrica “La voce della Spal” che abbiamo pubblicato ieri. Oddio, non è un grande scoop scrivere che si tratta del solito torneo equilibrato ma gli esempi fatti da Andrea sono lungimiranti e piuttosto convincenti. Tolte tre, quattro squadre, in questo girone A, ci sono molte altre formazioni sullo stesso piano. La differenza la faranno gli stimoli e la voglia. E qui, cari lettori e tifosi, vi invito con convinzione massima a essere ottimisti. Ci sono ancora alcuni aspetti da sistemare – primo fra tutti quello delle alternative ad Arma e personalmente continuo a credere molto in Marconi e Mendy – ma la strada non è che è quella buona: è quella unica e ottima.
C’è un altro dato che porto a favore del mio ottimismo. Quello del non subire quasi mai l’avversario, quello dei pochi gol al passivo in una difesa che in molti, alla vigilia del torneo, consideravano il vero punto debole per la presenza di quattro giovani su cinque elementi. E invece questa, anche questa, è stata una battaglia già vinta.
Il resto è il discorso allenatore. L’ho detto anche al diretto interessato in tempi non sospetti. Quando la società decise di affidarsi a questo tecnico emergente la consideravo una scelta sbagliata. Molto sbagliata. Adesso, ma è da parecchio tempo che ho cambiato idea, credo che l’arrivo di Vecchi a Ferrara sia stato il vero colpo dell’estate spallina. Ho sempre avuto rapporti ottimi con tutti i tecnici della gestione Butelli. E ho sempre pensato che l’allenatore mette la faccia più di altri e quando le cose non vanno paga lui anche se non ha nemmeno la metà delle responsabilità. Per questo credo che i vari allenatori passati per Ferrara negli ultimi anni fossero tutti all’altezza.
Il lavoro fatto fin qui da “mister Sam”, però, ha qualcosa di più. Tanto che la mia personale e per nulla calcistica ansia atavica non mi permette di godermi questa Spal fino in fondo per un motivo preciso. Ho una paura che non riesco ad accantonare, infatti. Quella che un club di categoria superiore ci porti via questo signor allenatore al termine della stagione. Se non fosse così, e faccio a Vecchi un invito pubblico e convinto aldilà degli interessi spallini a rimanere anche per lui perché vincere qui vorrebbe dire avere di sicuro una carriera importante davanti, se il mister rimarrà un’altra stagione a Ferrara, cioè, scrivo oggi, 18 ottobre 2011 senza avere alcuna idea del mercato estivo che sarà e, anzi, immaginando senza nemmeno troppa fantasia che non sarà una campagna acquisti comunque ricca, che l’anno prossimo, prima quindi della scadenza del progetto stilato quest’anno, la Spal lotterà fino all’ultima giornata per la serie B. E non si tratta del solito, folle, malato, immarcescibile e imbecille ottimismo. Giuro. Persino sulla Spal.

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