Un primo tempo molto composto in panchina. Tutti seduti e silenziosi, a parte mister Vecchi stabile ai bordi dell’area tecnica, che alterna silenzio di tomba a qualche urlaccio di rimprovero o di protesta. Nell’intervallo si scaldano Migliorini e Mendy, il quale prima di entrare bacia un rosario di legno. Le cose cambiano nel secondo tempo, quando la Spal abbozza una reazione e a ogni azione aumenta la foga dei presenti in panchina. Il più partecipe emotivamente al gioco è sicuramente Luca Ghiringhelli, che a ogni gol sbagliato tenta di demolire a calci i suppellettili del Brianteo. La tensione, e soprattutto l’arrabbiatura crescono, alla metà della ripresa quando Alessandro Vecchi, dopo un colpo al viso, tarda a riferire allo staff se vuole la sostituzione o meno. Brescia e il dottore non gradiscono, e il cambio arriva quasi d’ufficio qualche minuto dopo. La reazione spallina sembra davvero poterci essere al 31’ con Arma che segna su rigore e non c’è nessuna esultanza, né in campo né fuori. Si pensa a recuperare il pallone e a riportarlo immediatamente a centrocampo per non perdere tempo nella rimonta, segno di grande concentrazione e determinazione. Anche per mister Vecchi e il resto della panchina pochi convenevoli e subito concentrazione sulla continuazione match. Col passare dei minuti inizia però a salire l’agitazione di Gianbortolo Pozzi fino ad allora in un’inedita versione calma e impassibile. Il Direttore inizia soltanto a quindici minuti dalla fine ad apostrofare con urla e gesti i vari errori e alcune decisioni dell’arbitro. Ma la partita ricomincia a girare a favore del Monza e al 3 a 1 si assiste con rassegnazione lasciandosi cadere sui piccoli seggiolini rossi. Al triplice fischio tutta la panchina e i giocatori escono velocemente. Solo Agnelli si trattiene pochi minuti per chiarirsi con un giocatore avversario su un battibecco.