L’anno scorso dai php (pagine web dinamiche) di questo giornale proprio a quest’ora di un medesimo novembre ma appunto targato 2010 ero l’unica voce che fuori dal coro di osanna per Notaristefano e con la Spal prima in classifica ammoniva sui fuochi fatui di risultati portati a casa senza gioco alcuno e con gol derivanti da un unico tiro in porta in tutta la partita e spesso “ciccato” con la tibia o altro. L’unico che vedeva oltre quel pericolo incombente che da lì a qualche mese si sarebbe materializzato con una Spal che avrebbe finito con la peggior prestazione di campionato dell’intera éra Butelli. Ero tacciato di essere una sorta di nuova Cassandra in un momento in cui bisognava invece esser uniti nella gioia e fiduciosi nel futuro. Alla fine avevo ragione io e torto gli altri e questo santo Dio una volta per tutte va detto e da queste stesse pagine. Bene, io sono la stessa persona che scriveva quel “Niente di personale” e oggi, casualmente in controtendenza rispetto al pensiero diffuso ma non a quello mediatico, sono altrettanto sicuro che in questa Spal si può rischiare di credere, di questo tecnico bisogna aver fiducia cieca e del futuro enorme speranza. La Spal può essere addirittura da playoff. Anche il primo anno della gestione Butelli, se ricordate, a dispetto di una squadra che piaceva, non giocava ma piaceva, eravamo in fondo alla classifica vuoi anche per quel match rinviato con la Cremonese per l’infortunio all’arbitro ma sentivamo tutti che da lì a poco sarebbe cambiato radicalmente qualcosa. Ecco, io sento la stessa cosa oggi e vi dico: credeteci, è un investimento emotivo che va assolutamente fatto. Tutto qui, scusa Ameri restituisco la linea.