Novità. Fino a quando era iscritto a Facebook, Marco Zamboni usava ripetere ciclicamente questa parola a mo’di mantra come un grido di positività e ottimismo. Tanto da averlo riportarto persino nella fascia che mette in mostra i gradi di capitano. Utilizzo l’espressione di Zambo nella sua accezione più allegra proprio per definire le novità, sostanziali secondo me, tra questa stagione e quelle precedenti. Tutto, e si tratta di un paradosso che rafforza il concetto, nonostante si scriva e si racconti dell’unica stagione senza ambizioni di vertice.
Novità perché la squadra è nuova. Novità perché l’età media in bianco e azzurro non è mai stata così bassa negli ultimi anni. Novità perché magari con meno qualità in campo, la Spal di oggi non molla un centimetro, corre sempre, ce la mette tutta e non si scioglie mai o quasi. E questo “quasi” è obbligatorio soltanto per la partitaccia di Monza anche se la reazione, seppur troppo tardiva, c’è comunque stata. Novità perché, anche se a comprensibile fatica, i tifosi hanno capito le ambizioni ridotte e ogni sacrosanta domenica, cosa che non accadeva da tempo, apprezzano le cose positive accontentandosi di risultati da zona salvezza.
Chiamatele, se volete, consolazioni ma personalmente credo sia qualcosa di più e di meglio. Un qualcosa che va tenuto in grande considerazione anche per il futuro. E gli esempi più eclatanti, vedi Benevento e nell’altro girone lo Spezia, ribadiscono la tesi. Giovani, ragazzi che hanno voglia di affermarsi e correre, un tecnico preparato e ambizioso, attenzione agli elementi cresciuti in casa. Comunque vada, ma andrà in salvo… vedrete, questa è la strada da non smarrire dopo anni di illusioni e denari buttati. Questa Spal può solamente migliorare. Lo farà di sicuro giocando e rigiocando e lo farà in modo più evidente nel futuro magari aggiustando qualcosa perché è indubbio che qualcosa, là davanti, manchi.
Le difficoltà societarie nel portare a casa i crediti anticipati del fotovoltaico non sono certo un corroborante per la serenità dell’ambiente e della squadra. Anzi. Eppure, anche sotto questo aspetto si registra qualcosa di nuovo. In passato, ad ogni difficoltà la squadra si scioglieva, gli infortuni aumentavano, le assenze si moltiplicavano. Non si può certo utilizzare ancora Zamboni come esempio visto che il capitano, da quando è a Ferrara, non si è mai tirato indietro, nemmeno su una gamba sola come è successo domenica contro la Ternana, ma non c’è neanche bisogno di citare tizio o caio. E’ proprio l’atteggiamento da squadra che è diverso. In questi giorni, in un modo o nell’altro, il club dovrà risolvere la questione economica mai nascosta. Il fatto che ci sia nessuno disposto a dare una mano ormai è storia nota. E se qualcuno, alla fine, ci sarà bisognerà fargli un monumento. In attesa di sapere chi sarà il soggetto o i soggetti da mettere sul piedistallo bisognerebbe rivolgersi a Federica Sciarelli e al suo “Chi l’ha visto?” per avere notizie dell’imprenditore Remo Turra e capire una volta per tutte quando e come entrerà nella società spallina. Staremo a vedere.
Per adesso, invece, stiamo a tifare e sostenere una squadra che quest’anno piace anche quando fa zero a zero in casa. Come è successo domenica di fronte a una bella squadra come la Ternana. Un risultato giusto ma anche una prestazione giusta dopo tre sconfitte consecutive. La classifica, oggi, dice ancora playout ma di tempo ce n’è una marea, di punti in palio anche di più, di fiducia non ne parliamo. Con questo spirito la salvezza non può sfuggire. Le basi per pensare a qualcosa di più tra un anno ci sono. Un uomo per reparto basterebbe e avanzerebbe per giocare con altri obiettivi. Uno di questi dovrà arrivare a gennaio. Gli altri due possono anche aspettare. Bisogna salvarsi, in tutti i sensi, meglio non dimenticarlo. Quindi pensare ad adesso. Adesso che è tutta una novità. Bella a prescindere. Aspettando l’importante derby con la Reggiana. Non fa testo perché personalmente ogni domenica penso sempre di vincere ma seguendo l’esempio anti scaramanzia di mister “Sam” Vecchi, domenica mi gioco la mia squadra e metto la doppia chance nella giocata. Ics-due, of course.