Ferrarese doc, accento marcatissimo. Nel team spallino hai fatto la trafila d’obbligo: dalle giovanili fino alla Prima squadra, con una piccola parentesi nel vivaio del Bologna.
“E’ stato un percorso tranquillo e molto positivo. Nelle giovanili, oltre ad imparare, ti diverti, conosci ragazzi, fai amicizie. Poi quando passi in Prima squadra l’impegno cresce, non è più un gioco ma un lavoro. Come hai già detto tu ho fatto un piccola parentesi nel vivaio del Bologna ma, se devo essere sincero, è stata decisamente più positiva l’esperienza a Ferrara, altro clima”.
Ho sentito dire che giocare nella Berretti è un po’ noioso. Se è vero, perché?
“Non è proprio noioso però alla lunga ti stanchi, soprattutto quando giochi in Prima squadra”.
Per te giocare nella Spal è…
“Giocare per la mia città, onorare la maglia e i colori biancazzurri è qualcosa di indescrivibile. E’ la Spal!”.
Scommetto che da piccolo eri uno spettatore del Mazza…
“La Spal è nel sangue di ogni ferrarese. Ci andavo ogni domenica con mio papà e con il nonno. Ti lascio immaginare cosa ho provato entrandoci da calciatore, è stato da pelle d’oca”.
In prima squadra ce l’avevi un senior a cui appoggiarti in caso di bisogno?
“Uno in particolare no, diciamo che il gruppo è molto unito e se qualcuno di noi junior ha qualche dubbio o qualche difficoltà si prestano tutti. Potrei dirti Zambo ma solo perché lui è un simpaticone e quindi è più facile entrare in confidenza”.
In Prima squadra hai avuto due allenatori. Con chi hai trovato maggior feeling?
“Direi Notaristefano. Però nella Berretti il mio allenatore era Beppe Brescia. Beppe è un numero uno, simpatico, disponibile, un vero piacere allenarsi con lui”.
Sei molto amico di Laurenti e Marongiu. Siete un po’ lontani, riuscite a vedervi ogni tanto?
“Siamo cresciuti insieme, al telefono ci sentiamo molto spesso, durante i fine settimana commentiamo e ci raccontiamo le nostre giornate. Poi tre volte al mese ci incontriamo a Ferrara”.
Quest’anno sono cambiate molte cose e molte facce in casa Spal: cosa ne pensi?
“Non lo so, però era nell’aria… Peccato che la Spal fatichi così quest’anno, forse ci vuole del tempo”.
Hai accettato il trasferimento al Pordenone, indipendentemente dalla categoria, perché…..
“… perché volevo giocare. Non è semplice per un giovane trovare spazio in campo e a volte per poterlo fare bisogna fare delle scelte. Però sono sereno”.
Come sta andando questa tua nuova esperienza?
“Molto bene. Anche noi come la Spal fatichiamo un pochino ma sono fiducioso. Per quanto mi riguarda sto giocando e questo è la cosa che conta. I risultati arriveranno”.
Tornerai a giocare nella Spal?
“Se mi vogliono io torno molto volentieri. Te l’ho detto che per me la Spal…è la Spal!”