La Commissione disciplinare nazionale ha disposto l’ammenda di 15mila euro nei confronti della Spal “per aver avviato un’attività commerciale finalizzata alla realizzazione di un impianto fotovoltaico” violando così quanto disposto dalla legge 91 del 1981. Inibiti per quattro mesi il Presidente Butelli e l’Amministratore Delegato Bena.
Eccole le righe sintetiche che sono piovute poco fa sul club ferrarese. Righe che di fatto aprono una battaglia legale dal momento che la Spal, visti anche gli incoraggiamenti ufficiali avuti, non ha alcuna intenzione di mollare. Sul provvedimento abbiamo interpellato l’avvocato Grassani, esperto in materia, che ha difeso gli interessi della Spal. Il legaele è duro è allo stesso tempo amareggiato: “Si è persa una grande occasione per innovare il mondo del calcio. Questa è una decisione che mortifica una società e dei dirigenti che avevano guardato lontano nel tempo. Così si colpisce chi vuole essere virtuoso e non si consente al calcio di creare fonti di sostentamento alternative e lecite pagando tasse e rispettando l’ambiente. Il paradosso è che la Covisoc fa visite trimestrali e quindi, visto che il progetto è trentennale, questo provvedimento sarebbe letale per la Spal e non solo. La stessa Spal ricorrerà in tutte le sedi fino ad arrivare anche alla giustizia ordinaria perché qui si considera una legge del 1981 fatta quando non c’erano i diritti tv, il merchandising ecc. La Spal tra l’altro reinveste il 100% di quanto incasserebbe. Soldi che andrebbero al Settore giovanile, ai tecnici, a tutto il movimento della squadra. Così si vuole rottamare una macchina lanciata. Siamo fortemente amareggiati visto anche il sostegno avuto, perché manca il coraggio di adeguare una legge assolutamente absoleta. Ma non ci fermiamo di certo qui”. La società per ora non commenta ma non è da escludere un comunicato o una presa di posizione ufficiale a breve.