In tempi in cui lo spread fa parte della vita di tutti noi, in chiave spallina si può certo dire che il differenziale tra i punti che meriterebbe la Spal in classifica e i punti che il gruppo biancazzurro realmente ha in saccoccia in graduatoria sta schizzando alle stelle. E tocca vette che fanno preoccupare. Molto. “La Spal ha fatto una buona partita. Purtroppo è andata così per loro e bene per noi”. Sono state queste le parole di Turone, ieri sera alla guida della Pro Vercelli. E’ proprio così. Ancora una volta la Spal fa una buona prestazione, per larghi tratti tiene il controllo della partita e meriterebbe sicuramente il pareggio finale, senza arrivare a dire qualcosa in più che forse ci potrebbe anche stare. E’ molto facile dire con il senno di poi “me lo sentivo”. Ma guardando la partita in compagnia e osservando quanto stessero facendo bene i ragazzi, ho espresso a chi era con me – come penso abbiano fatto tanti altri – la mia preoccupazione, per non dire la quasi certezza, che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di non positivo. Lo sentivo, forse, perché fa parte del dna della Spal e dello spallino, che si avvicinava la grande beffa. E puntuale – come quella dolorosa di domenica scorsa contro il Foggia – ne è arrivata un’altra.
“La Spal ha giocato un buon primo tempo. Nel secondo abbiamo sofferto di più ma comunque abbiamo avuto occasioni d’oro per passare in vantaggio. Purtroppo è sempre brutto fare prestazioni di questo tipo e uscire dal campo con nulla in mano. Siamo puniti sempre al primo errore e alla prima disattenzione. Il dato di fatto che resta purtroppo è il risultato”. E’ questa la sintesi dell’analisi a caldo del mister della Spal Stefano Vecchi. E non è proprio possibile non essere d’accordo con queste parole. I ragazzi, per tutto l’impegno che ci mettono in allenamento e in partita, meriterebbero risultati diversi. Ma è un periodo che gira davvero tutto male e la nottata sembra proprio non volere finire. Non bisogna abbattersi, occorre tenere duro e non mollare anche se è molto più facile a dirsi che a farsi. Piccola postilla finale: certo che se ci fosse più equilibrio nelle decisioni tra quando la palla viene colpita con le mani nella nostra area dai nostri giocatori e quando viene colpita con le mani dagli avversari nella loro area la nottata potrebbe magari finire un filo prima.