FRANCO FABBRI, FERRARESE E SPALLINO, DA ANNI ALLENATORE NEL SETTORE GIOVANILE BIANCAZZURRO: SPERIAMO DI RISOLVERE PRESTO I PROBLEMI MA SIAMO TUTTI UNITI

Franco Fabbri, ex giocatori ad alti livelli non solo alla Spal, oggi allenatore dei Giovanissimi Regionali, ferrarese doc…
Sì, possiamo dire così. Ho giocato cinque anni a Bologna dall’’80 all’85 in serie A, poi con Spal e Cesena per rientrare alla Spal e chiudere nel ’91 la carriera nell’anno della promozione dalla C2 alla C1”.

Quando ha deciso di iniziare a lavorare con i giovani?
“Beh, praticamente subito dopo aver smesso di giocare. L’anno successivo sono entrato nello staff del Settore giovanile spallino. Ho iniziato alla Spal allenando i ragazzi per quattro o cinque anni poi per divergenze con la società ho lasciato e son rientrato circa sei anni fa. Ho allenato quattro anni gli Esordienti e da due i Giovanissimi: due stagioni gli Esordienti del ’95, poi una stagione con i ’96 seguita da due con i ragazzini del ’97”.

E ora i Giovanissimi regionali classe ’98. Siete un po’ in ritardo in classifica ma il recente match col Piacenza (dell’8 dicembre, ndr) vi può rilanciare?
“Abbiamo vinto 5 a 1 a Piacenza, ma la classifica la guardano più i ragazzi che noi allenatori. Allo staff tecnico tocca il compito di seguire la crescita dei giocatori. Poi con i giovani non si possono fare programmi di una stagione, ma seguire un percorso di lavoro della durata di tre, quattro anni”.

Da ex giocatore e ferrarese oltre che da componente del Settore giovanile come giudica il momento della Spal dal punto di vista societario e da quello dei risultati della prima squadra?
“Della situazione societaria ormai si conosce tutto. Non ho elementi da aggiungere. Posso solo augurarmi che si risolvano in fretta i problemi per ritrovare la serenità che permetta di programmare il futuro con una maggiore tranquillità completando il lavoro programmato tre anni fa. Per quel che riguarda la prima squadra dalla mia esperienza di giocatore posso dire che sicuramente incide il momento societario sul rendimento. Perché chi gioca a questi livelli lo fa di mestiere e dunque è un lavoro, quindi la prestazione andrebbe pagata. Se lavori e non vieni pagato manca un po’ di serenità”.

Una buona fetta del tifo ferrarese continua a incitare la squadra. E’ sorpreso?
”No, a Ferrara uno zoccolo duro di tifosi nel bene e nel male c’è sempre. Scommetto che appena le cose prenderanno il verso giusto, questo gruppo può aumentare”.

Tra i colleghi del Settore giovanile questa situazione delicata ha condizionato i rapporti dal punto di vista umano e professionale?
“No. Non è cambiato nulla a livello umano. Lavoriamo insieme da diversi anni e con alcuni ci conosciamo da sempre avendo giocato insieme. Il rapporto con i colleghi resta buono e anche il confronto con il responsabile del Settore giovanile Lauricella che dal canto suo ha trovato un gruppo di persone affidabili, preparate e professionali e sempre utile”.

 

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