Piero Santarelli non è ancora ufficialmente il nuovo proprietario della Spal (ma lo è di fatto) e proprio di fatto è già stato presentato ufficialmente alla città, seppure via etere. L’imprenditore romano è stato ospite della trasmissione Lunedì Sport di Telestense, assieme ai suoi soci e collaboratori: una scelta apparsa figlia in egual misura di ottimismo e imprudenza. Che tifosi e critici fossero curiosi di saperne di più su Santarelli è fuori di dubbio, vedremo se la comparsata televisiva del candidato presidente ha convinto gli scettici.
D’altronde, è lo stesso Santarelli a farlo presente in avvio: prima di fare considerazioni di ogni tipo sul futuro anteriore bisogna attendere quello prossimo, ovvero la scadenza di mercoledì al tribunale di Ferrara. Sarà lì che si decideranno le sorti dell’Ars et Labor di fronte alle tre distinte istanze di fallimento presentate rispettivamente da Renato Schena, Asics e Top Secret (la società che provvede alla sicurezza al Paolo Mazza). Santarelli – giacca marrone e barba di due giorni – non si fa problemi a rivelare l’entità delle spettanze in ballo (“dovrebbero essere quasi 300mila euro”) e puntualizza come dipenda poco da lui e tanto dai creditori e dal giudice chiamato a prendere una decisione. Il continuo movimento delle dita tradisce nervosismo e scarsa attitudine al protagonismo. Ma la parola non gli manca: dà conto della sua giornata spesa prima dal sindaco Tagliani e poi al centro di via Copparo, “a leggere le carte e a conoscere dipendenti e staff tecnico”. L’imprenditore venuto dalla capitale non stila programmi. Si limita a delineare a grandi linee il suo progetto ferrarese, supportato dalla squadra di soci con lui da quindici anni. Da una parte Andrea Mongiardini, faccia da ragioniere e modi essenziali da braccio destro (“Veniamo con umiltà, c’è parecchio da lavorare ma ci sono le possibilità”) e dall’altra Raffaele Russo – il più giovane dei tre – che si accontenta di suffragare le tesi dei suoi sodali. E poi ci sono gli uomini d’azione, se così vogliamo chiamarli: Gianni Magi e Fabrizio Alunni, rispettivamente candidati alle poltrone di direttore generale e direttore sportivo. I due mostrano senz’altro più destrezza nel navigare nel mare della chiacchiera calcistica da salotto televisivo: Magi parte forte, rimarcando l’importanza del settore giovanile e sottolineando la necessità di fare un’attenta valutazione dello staff attualmente a disposizione; Alunni da parte sua elogia Stefano Vecchi e tutti quelli rimasti a bordo nella nave Spal nei mesi di burrasca: “Se hanno proseguito col loro lavoro significa che sono persone di spessore, dal magazziniere all’allenatore”.
Nell’ora abbondante di diretta Santarelli si scioglie un po’, spende belle parole per Ferrara e la sua gente e arriva ad affrontare anche la spinosa questione che lo ha visto protagonista a Messina: “Non voglio entrare troppo nello specifico della vicenda, è una cosa che si potrà fare con calma una volta risolta la situazione qui a Ferrara. C’è comunque grande confusione sull’argomento: a Messina abbiamo trovato una situazione che non corrispondeva alle aspettative. I sei punti di penalizzazione che la società sta scontando non sono responsabilità mia, perché quei calciatori non erano tesserati da me”. Sul fatto – non secondario – che non possa diventare presidente della Spal in quanto squalificato per le vicende messinesi, Santarelli glissa: “Sono venuto a sapere della squalifica dal giornalista Mauro Malaguti. Questo perché nessuno si è mai preoccupato di notificarmela. E allo stato attuale non posso fare ricorso perché i termini utili sono scaduti”. Per non farsi mancare niente il capo-cordata romano si è espresso anche su altri temi caldi come la posizione di Bortolo Pozzi (“non farà assolutamente parte dell’organigramma”, la possibile partnership con eventuali imprenditori locali (“Ci piace tenere le cose per noi, quindi per il momento non è nei nostri piani”) e l’ulteriore scadenza del 15 febbraio (“faremo il possibile, ma intanto lavoriamo per una risoluzione positiva mercoledì”). Significativo anche il passaggio – a grande richiesta – sul vecchio marchio Spal, dal 2005 riposto in un cassetto: “Proprio oggi – ha detto Santarelli – ho incontrato casualmente Benasciutti fuori da un ristorante e mi ha parlato di questo tema. Credo se ne potrà parlare una volta sistemati tutti i problemi attuali. So che il marchio sta a cuore ai tifosi, speriamo di poter fare il possibile. Sono molto legato alle tradizioni, quindi riattaccarlo alle maglie potrebbe portare fortuna”. L’impressione è che ne serva tanta, fin da subito.