BUTELLI ROMPE IL SILENZIO: STO ANDANDO A FERRARA PER CHIUDERE CON MAZZONI E MORETTI GLI UNICI, OLTRE A SANTARELLI, CHE HANNO FATTO UN’OFFERTA VERA. E’ GIUSTO CHE TUTTI FACCIANO UN PASSO INDIETRO A COMINCIARE OVVIAMENTE DA ME

E’ passata una vita dalle ultime parole (famose) del Presidente della Spal, Cesare Butelli. Che ritorna a parlare oggi, non a caso, a un passo dall’udienza dove si deciderà il fallimento della Spal. Non ha una gran voglia di parlare, il primo dirigente spallino da mesi nell’occhio del ciclone, ma alla fine accetta questa intervista perché, crediamo, le cose che ha da raccontare, soprattutto oggi, diranno qualcosa di più, e di meglio, sulla discussa spallinità del Presidente.

Sappiamo che stai andando a Ferrara. Perché?
“Perché sono stato contattato come si deve con una proposta ufficiale per la seconda volta. La prima è stata con Santarelli, ora con due imprenditori ferraresi. E quando ricevo proposte serie e reali vado ad ascoltare come è giusto che sia. Non vado quando le proposte vengono fatte attraverso i giornali o addirittura non esistono”.

E chi l’ha fatta questa proposta?
“I signori Mazzoni e Moretti a nome, da quanto ho capito, di una compagine articolata che li supporta. Così vado incontro al volere di chi, dal primo giorno che ho preso la Spal, ripete che la società che oggi presiedo deve essere dei ferraresi. E invece non vado certo incontro ai miei interessi perché continuo a ritenere, e vedremo se avrò ragione, che a fronte del fotovoltaico e di altri crediti, la Spal non possa fallire. Si parla tanto e si scrive di più di tutte le mie mancanze ma non si dice che comunque sia per me sono stati un bagno di sangue, questi anni. Ma lasciamo stare. Sono disposto a un sacrificio vero che a questo punto è inevitabile. Perché la Spal non deve fallire e secondo me, ripeto, non ci sono i presupposti anche alla luce delle intenzioni di questi due imprenditori ferraresi che ho appena citato. Faccio un passo indietro, insomma, ma è anche giusto così. Se poi qualcuno vuole che la Spal fallisca è meglio che lo dica una volta per tutte. Credo, ripeto anche qui, che tutti debbano fare un passo indietro a cominciare da me, sia chiaro”.

Perché sei stato tutto questo tempo in silenzio? Questo è stato un atteggiamento inspiegabile e ingiustificabile.
“Ma scusa, tu mi conosci bene. Parlavo tanto quando non c’erano problemi? Sono stato zitto a prendermi la mia dose comprensibile di merda ma ho sempre lavorato per la Spal. E poi sono così di carattere”.

Sì, va bene, ma di una Spal virtuosa che non avrebbe mai rischiato il fallimento ne hai parlato…
“Sì, è vero. Ma qualcuno si ricorda che il 16 febbraio 2011 aspettavamo l’ingresso di Turra con il 30% delle quote? Ecco perché ero fiducioso e dico di più: con quell’operazione e con i soldi miei che ho sempre messo ora non saremmo qui a fare questi discorsi alla vigilia di una data decisiva. Poi, lo ammetto, eravamo certi di riuscire a cartolarizzare il fotovoltaico perché avevamo garanzie ben precise ma è soltanto capitato che in mezzo ci sia stata la crisi mondiale della finanza…Io ho sempre detto che la Spal di Butelli poteva andare avanti soltanto con il fotovoltaico che era, è e sarà una cosa incredibile che abbiamo fatto soltanto noi in Italia e non solo. Eppure sembra si tratti di una minchiata. Il problema è il tempo. Ora i contatori girano ma non abbiamo ancora visto un euro. Il circolo virtuoso, così, è diventato vizioso purtroppo. Abbiamo perso i contributi sui giovani: pensate che ci abbia fatto piacere? Abbiamo dei soldi bloccati in Lega, altri fermi in una banca… ma sono cose normali, vero? Lo sapete che soltanto con il mancato contributo sui giovani abbiamo perso un quarto della copertura del budget di questa stagione? Tutta questa situazione ci ha portato qui con le responsabilità del caso, ci mancherebbe. Ma io è da ottobre che ho detto pubblicamente che da solo non ce l’avrei più fatta. E l’ho detto anche al Sindaco precisamente il 20 ottobre”.

Personalmente su quanto hai appena detto ti ho sempre difeso. Ma ci sono alcune cose che avresti potuto evitare e sulle quali sei indifendibili. La prima riguarda i dipendenti. In alcune interviste che abbiamo fatto, a parte i mancati pagamenti comuni a tutti e dei quali in pratica hai appena spiegato, tutti ti hanno rimproverato un’assenza… chiamiamola umana…
“Allora, faccio uno sforzo perché non è nel mio carattere e dico che io sono la persona più buona e sensibile passata negli ultimi anni dalle parti del Centro di via Copparo. Poi è vero che sono timido, riservato, anche poco affettuoso ma questo è il mio carattere, giusto o sbagliato che sia. I dipendenti mi hanno chiesto un incontro una volta e io ho parlato con loro nonostante, purtroppo, avessi ben poco da dire. Ogni volta che gli allenatori, i giocatori, chiunque dentro il settore giovanile ha voluto parlarmi ha potuto farlo senza problemi”.

Ma se non rispondi al telefono!
“Non è vero… ai messaggi rispondo sempre. Ti assicuro che è molto difficile, per uno fatto come me ma non solo, avere davanti trenta ragazzi che non prendono lo stipendio piuttosto che sei o sette dipendenti”.

Andiamo avanti. Domani c’è l’istanza di fallimento e il primo atto si è già consumato pochi giorni fa anche se ha portato appunto a questo rinvio.
“Su questo dirò qualcosa più avanti. Adesso non credo sia il momento per fare polemica, almeno da parte mia. Tornando al fatto che non rispondo e non parlo, ripensandoci voi giornalisti siete stati troppo impegnati a sputtanarmi infatti non leggo più niente e nessuno, te compreso. Ho deciso di tacere, a un certo punto, perché avevate già deciso tutto voi e qualsiasi cosa avessi detto non avrebbe cambiato nulla. Ci sono momenti in cui è meglio stare zitti e sopportare soprattutto se si è comunque in buona fede”.

Dài, fai un’autocritica e scegli tu da dove partire…
“Mi sono fidato un po’ troppo di alcune persone e ho accettato e seguito consigli che si sono rivelati sbagliati. Ma non parlo della società e di persone vicine a me, mi riferisco alla città e a certe promesse che ora sarebbe inelegante raccontare”.

Puoi fare chiarezza sui debiti della Spal? Sono uscite cifre diversissime che vanno dai nove milioni ai tre. Qual è la verità?
“Noveeeee? Ma chi ha detto sta cazzata? Questi sono argomenti dei quali parlo con chi ha un interesse vero nei confronti della Spal e non con chi ha una curiosità pelosa. Ma anche a stare molto più bassi, pure con cinque milioni come faremmo a essere qua? Io dico che sono meno di quattro ma attenzione: compresa la gestione fino al termine della stagione! Anche qui si dimenticano i soldi dei diritti tv, la fidejussione, il valore della squadra. E si fa molto terrorismo senza aver visto un cazzo. Io ho consentito ai cosiddetti romani di prendere possesso della sede di via Copparo e di guardare ogni cosa, per ché lo avrei fatto se avevo qualcosa da nascondere? Chiunque, ripeto chiunque, abbia chiesto seriamente e con modalità regolari, di visionare i libri contabili della Spal è stato accontentato. Chiaro? Io ho speso molti soldi, più di quanti pensavo, e qui certo è colpa mia, mi sono ritrovato per fortuna subito in Prima Divisione ma da solo. E nessuno, sottolineo nessuno, mi ha aiutato a parte il Sindaco per quanto riguarda il discorso fotovoltaico”.

Parliamo dell’incontro che avrai tra poco (verso le 17) con Mazzoni e Moretti. A questo punto si è capito che ti accontenterai di poco o niente…
“Voglio soltanto avere la possibilità di cautelarmi che tutto l’iter burocratico vada in un certo modo, altrimenti la figuraccia, per l’ennesima volta, la farei io. Chiederò dunque, almeno inzialmente, di mantenere una quota in società. Perché ho speso cifre folli e perché non sto bene anche per questi motivi di cui sopra. Non è da me dirlo ma è così. Voglio vedere gente in grado di fare bene, e non ci vuole molto per fare meglio di me a giudicare dalla merda che mi piove addosso… Credo che faremo tardi stasera, molto tardi. Dicevo della quota che vorrei mantenere: lo so che a Ferrara non mi volete più ma io, te lo giuro, rimarrò per sempre tifoso della Spal e pure tanto. E poi rimanendo dentro, passami la battuta, avrò anche una giustificazione con mia moglie per continuare a seguirla in qualche trasferta… A prescindere da come vadano le cose oggi, ma sono fiducioso anche se non dipende tutto da me, io più o meno ho speso cinque milioni di euro veri per la Spal distraendo montagne di danaro dalle mie aziende per correre dietro a un sogno. Qui si fa molto spirito, io accetto tutto, non sono nelle condizioni di rispondere ma fammi dire che per assicurare quel minimo obbligatorio alla Spal, in questa difficoltà evidente e totale che certo non nascondo, continuo a spendere più di trentamila euro al mese per una società che potrebbe fallire domani. Se non ci credi domanda al nostro Alessandro Orlandini. Aldilà della carità che avete scritto tutti la trasferta a Lumezzane, i pullman eccetera li ho pagati e continuo a pagarli”.

Tornando alla trattativa che farai tra poco, consideri credibile la controparte?
“Ci sono due cordate, termine che odio, che sono certamente incompatibili. Io non tifo per nessuno ma io ho parlato soltanto con i signori Mazzoni e Moretti che conosco, stimo e soprattutto ho la certezza che si tratti di due veri tifosi della Spal cosa che non può essere, chessò, un avvocato o un notaio romagnolo che peraltro non ho mai sentito. E siccome, fino a prova contraria, decido io visto che sono sempre io a rimetterci, può essere che ci sia chi è interessato alla Spal… sì ma non a comprarla… E credo di aver detto tutto…”.

Ottimista?
“Contrariamente a tanti io mi faccio i cavoli miei. Non so se hanno o non hanno ma so che hanno fatto un’offerta parametrata alla loro capacità economica e questo mi basta. Il resto l’ho già detto all’inizio di questa intervista. Se c’è qualche virgola da spostare la sposteremo perché il buon senso vale molto e sarà decisivo”.

 

 

 

 

 

 

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