MAZZONI & MORETTI, BUTELLI, IL FALLIMENTO RINVIATO, LE IPOTESI ASSURDE, LO STATO DELL’ARTE BIANCAZZURRA E I TIFOSI DEL FALLIMENTO

Partiamo dall’inizio e proviamo a fare un po’ di chiarezza in mezzo a istanze di fallimento, rinvii e soprattutto futuro. L’iniziativa miracolosa, spallinamente parlando, dei ferraresi Mazzoni e Moretti è qualcosa di importante e da sottolineare. Senza il loro lavoro la Spal avrebbe rischiato di sparire. Punto. Il mese (con possibilità di arrivare a due) concesso dal giudice nasce da qui. Da questa (nuova) situazione che si chiama ArsLab, questo il nome della società messa in piedi dai due imprenditori locali che hanno raggiunto un accordo con il Presidente della Spal, Cesare Butelli. Due mesi, dunque, per avere provare a trovare un gruppo di imprenditori, non per forza ferraresi, capaci di rilevare poi sul serio la Spal dall’attuale proprietà. Se così non fosse, e di certo Ferrara non farebbe una gran figura, allora lo stesso Butelli potrebbe vendere a chi vuole o tenersi la Spal se troverà il modo di ripianare i debiti e trovare il sostegno economico per andare avanti. A questo proposito c’è una cosa importante che va sottolineata tanto che lo stesso giudice, stamattina, l’ha messa agli atti. E cioè l’accordo trovato in extremis da Butelli, chiamiamolo paracadute, con due gruppi toscani ai quali l’attuale numero uno del club potrebbe vendere se i ferraresi non riusciranno, oltre all’indiscussa passione e la grande volontà, i soldi necessari. Per quello che ne sappiamo noi si tratta di gruppi interessati anche al fotovoltaico e non si sarebbero fermati a chiacchiere o promesse visto che Butelli ha addirittura depositato la cifra del possibile acquisto a quattro milioni e mezzo di euro.
Il rinvio di oggi, per tornare all’inizio, è comunque importante e non poco. Perché permette di lavorare con più serenità e permette anche di sbloccare soldi veri, quelli dei diritti tv e una parte di quelli che arrivano dal calciomercato estivo, che a giorni arriveranno e serviranno per pagare – lo dicono i regolamenti – soltanto giocatori e tecnici circa tre stipendi. In questo momento, quindi, chi continua a restare a secco sono i dipendenti e i creditori ma anche lo stesso Butelli che fin qui non ha preso un euro. Ritornando a creditori e dipendenti si dovrà sopperire presto perché da troppi mesi i diretti interessati aspettano di vedere sanciti i loro sacrosanti diritti. Ma oggi, purtroppo, Mazzoni e Moretti sono soltanto all’inizio della loro encomiabile ma faticosa impresa e il fatto di completare il miracolo dipenderà soprattutto da altri imprenditori. Fin qui, infatti, c’è una proposta – accettata – che in pratica è una promessa con un vincolo in esclusiva di acquisizione del club ma che allo stesso tempo potrebbe essere ritirata in qualunque momento se, appunto, la Ferrara imprenditoriale o gruppi “stranieri” non avranno la forza di arrivare, tanto per cominciare, a un milione di euro. Ecco perché, non certo per sminuire l’importanza di questa giornata, con senso di responsabilità sarebbe meglio aspettare visto che di fatto, almeno a oggi, la fonte famosa del fotovoltaico resta la vera, unica, gigante garanzia di sopravvivenza della Spal, una fonte che se non ci fosse bisognerebbe inventarla e di certo saremmo qui ora a commentare tutt’altro destino post istanza di fallimento.
Sempre a proposito di prudenza, sarebbe anche il caso – ha fatto bene a ribadirlo Mazzoni nella breve battuta che ci ha concesso a fallimento evitato – di andarci cauti con futuri organigrammi che oggi, e crediamo anche domani, non hanno alcun fondamento e, anzi, sono stati già “smontati” dalla tifoseria spallina (con comunicati chiari e diretti) che da giorni vigila da vicino sul futuro della Spal e ha più volte chiesto a tutte le parti in causa – secondo noi giustamente – segni di discontinuità assoluta con soggetti che hanno già operato in gestioni della società che sono poi terminate con il fallimento o hanno lavorato con la società rendendosi di fatto complici di una gestione discutibile e discussa come è questa attuale che fa capo al Presidente Butelli.
Per adesso, dunque, speriamo che, almeno temporaneamente, si possa ritornare a parlare di calcio e di una squadra che continua a fare l’impossibile per portare a casa una salvezza complicata da penalizzazioni, difficoltà economiche, polemiche, incertezza e altri casini vari. E speriamo anche che nel frattempo Ferrara risponda finalmente presente per dimostrare che c’è la possibilità di riuscire a compiere quel desiderio che tutti, o quasi, gli spallini auspicano da sempre. Una possibilità che, questo è certo, Butelli ha acconsentito concretamente ad agevolare firmando un accordo, accettando di rimandare alla fatidica data il suo tornaconto economico, privilegiando, insomma, i ferraresi rispetto a chi – romani o toscani che siano – metteva soldi sul tavolo. Certo, si dirà, così il Presidente ha evitato il rischio concreto di fallimento che lo avrebbe penalizzato (eufemismo) più di chiunque altro. Tutto vero e indiscutibile. Ma sempre così, Butelli, insieme con Mazzoni e Moretti, imprenditori dei quali si fida tanto da privilegiare questa strada per ora piena di volontà ma povera di euro, ha assicurato al club di non sparire dal giorno alla mattina. I problemi, soprattutto economici, restano. E di questi, altro particolare significativo dell’accordo, deve continuare a farsene carico lo stesso Butelli. Non è poco anche se non è tutto ma come si è visto e scritto in questo lungo mese non c’è stata certo la fila di pretendenti attorno alla Spal, certamente anche per i tre (non sei o altre cifre strampalate) milioni di debiti che questa gestione ha maturato. Di sicuro, invece, c’erano e ci sono ancora molti che oggi tifavano per il fallimento. E’ dura da digerire, brutta da pensare, cattiva da scrivere ma così è. E chi scrive, vedremo se a torto perché anche qui il tempo è sempre galantuomo, lo sostiene da parecchio. Chi oggi era lì – mezzo morto, impaurito, in ansia – ad aspettare la sentenza del giudice sarà d’accordo con questa impietosa realtà ben visibile in molte facce.

 

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