E’ uscito il libro di Enrico Testa, direttore de LoSpallino.com. Si tratta di un poemetto dal titolo “L’allenatore di lucciole”. In questa sorta di sfogo rabbioso che parla di libertà, amore, passione e ovviamente – anche se di passaggio – pure di Spal, Testa si lascia guidare in questo suo dialogo personale ricco anche di parole inventate e citazioni dalla forza di una ribellione e dalla sua voglia di andare in direzione ostinata e contraria. Il poemetto è edito dalla Sigismundus Editrice di Davide Nota, una piccola ma combattiva casa editrice, specializzata nel settore ma non solo, per cui sono già usciti gli ultimi libri di Gianni D’Elia, Roberto Roversi e Furio Colombo. La prefazione è dello scrittore Roberto Perrone, giornalista de “Il Corriere della Sera” e la postfazione è dello scrittore Patrick Fogli.
Il libro si può acquistare online cliccando questo link

http://www.sigismundus.it/

e sempre on line su ibs al link

http://www.ibs.it/code/9788897359081/testa-enrico/allenatore-di-lucciole.html

Oppure nelle principali librerie di Ferrara (Mel e Feltrinelli). La bella copertina è firmata dal ferrarese Alessandro Battara.
In uscita con il poemetto la casa editrice marchigiana ha preparato anche un book-trailer d’autore firmato dal video-artista Marco Di Girolami che si può vedere nel video in fondo alla pagina.

Enrico Testa, ferrarese nato per “sbaglio” a Milano nel 1970, è il Vice Capo Redattore della Redazione Calcio di Raisport e il curatore dei programmi “90° minuto” e “Dribbling”.

Ha cominciato a fare il giornalista alla Gazzetta di Ferrara. Nel 1991 si è trasferito a Roma e a Paese Sera. E’ entrato in Rai, al Tg3, nel 1995. Dal 1998 lavora a Raisport. Ha lavorato anche per “La Voce” di Montanelli, Corriere dello Sport, La Stampa, L’Unità, Telemontecarlo. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie ma questa è la sua prima navigazione poetica in direzione ostinata, contraria e solitaria.

Nel 2007 ha vinto il “Premio Ilaria Alpi” dedicato alle inchieste con un cortometraggio per il programma “Dribbling” dal titolo Il nostro calcio libero, storia di una squadra di calcio di pazienti psichiatrici.

“La prosa fugge via, la poesia resta, ci interroga come questi versi forti, densi di un’umanità che si fa domanda, rivolta, cattiveria ma anche dolcezza. Proprio come un’onda, che va e torna. E alla fine di tutto questo, mi verrebbe voglia d’essere poeta, un allenatore di versi, come Enrico è un allenatore di lucciole. Ne vedo il lieve bagliore che s’allontana, lo ritrovo qui e lo seguo, senza sapere dove mi porta. Vado a vedere quando cominciano carne e sangue. Cominciano qui e sono quello che conta”.

dall’introduzione di Roberto Perrone

Ma pareggiare è ancora essere vivi? Meglio tirare dritto, fissare negli occhi l’avversario, fargli capire che mai – nemmeno nei sogni migliori – la palla si staccherà dai tuoi piedi. Fare le pulci al peggio, ribellarsi al Nulla, non è retorica e nemmeno pignoleria. Solo l’ultimo passaggio, l’arte necessaria per respirare ancora. E farsi trovare, quando qualcuno là fuori cercherà chi è rimasto ancora vivo con una parola in tasca.

dalla postfazione di Patrick Fogli

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