OVEST FEST: I TIFOSI DELLA CURVA SI RITROVANO PER RIBADIRE LA LORO PRESENZA NEI GIORNI PIU’ DURI E AIUTARE I CONTERRANEI COLPITI DAL TERREMOTO

Metti un pomeriggio in riva al lago. Spine per la birra, una cucina che lavora a pieno regime, un impianto per la musica, tavolini e sedie e un posto bellissimo. Tutto quello che serve, e la voglia di passare del tempo insieme. Punto in comune e centro di tutto: la Spal. Ecco cos’è stata la prima (speriamo di una lunga serie) edizione della “Ovest Fest”,  festa degli “Estensi”, gli ultras ferraresi, che si è tenuta ieri al Lochness Park di Malborghetto. Un momento bello e di festa che è stato premiato da una buonissima affluenza di pubblico. I bambini giocano tranquilli nei gonfiabili poco fuori. I grandi ascoltano musica, chiacchierano, fanno aperitivo. Come ad ogni festa che si rispetti non possono mancare gli ospiti. Gli amici. I tifosi dell’Ancona e della Carrarese portano doni. Targhe commemorative. Cimeli che finiranno dritti in sede. In bella vista. A suggellare il gemellaggio con queste tifoserie che già erano a dar supporto al fianco degli Estensi durante le gare di playout contro il Pavia. I doni sono molto apprezzati. Si stringono mani. Ma và, meglio un abbraccio! Anzi, un coro. “Ancona, Ferrara, Nessuno ci separa!” E lo stesso ovviamente vale per Carrara.
Poi la serata può continuare. Il sole tramonta sugli striscioni storici della curva che addobbano l’ambiente, e sullo schermo sopra il palco che attende le band continuano a scorrere immagini della curva, di coreografie, di giocatori. Anni Novanta, a occhio e croce. Anni gloriosi. Nostalgia ma anche speranza per il futuro, perché la voglia di essere grandi anche oggi non manca affatto. “La gente non conosce noi tifosi – ci spiegano – si pensa che noi siamo esclusivamente i violenti, i facinorosi. E invece noi siamo questi qui… Stiamo insieme, tifiamo, ci divertiamo, condividiamo qualcosa. E se qualcuno vuole unirsi e stare con noi è il benvenuto”. Ma ora basta parlare. Le band sono pronte, iniziano i concerti. Banda Loska e Strike si alternano sul palco. L’orologio e il volume diventano due optional, che la festa cominci. Questo evento era già nell’aria e nelle teste dei tifosi da tempo per festeggiare tutto quello che è stato raggiunto quest’anno. L’unità degli Estensi, i gemellaggi, lo stringere i denti in uno degli anni più bui della storia bianco azzurra (e che deve ancora vedere il suo epilogo). Il terremoto ha poi cancellato ogni scusa e ostacolo. Dopo di quello era chiaro che “Ovest Fest” andava fatta per forza. Per festeggiare la Spal, ma anche per sostenere la raccolta fondi, che già dopo le gare di playout ha dato ottimi frutti. E per mostrare che in ogni momento, per quanto difficile, quello della curva “Ovest – Campione” è un popolo unito che non si scoraggia, e procede tranquillo nella sua vita e nei suoi progetti.
I fondi raccolti dall’iniziativa post sisma (più di tremilacinquecento euro già dopo le partita di Ferrara contro il Pavia) vengono destinati direttamente alla popolazione del comune di San Carlo. Questa è la località “adottata” dai tifosi. La più vicina a Ferrara tra quelle più duramente colpite dal sisma. Le risorse, a seconda delle esigenze più immediate degli abitanti, vengono utilizzate per materiale di prima necessità, ma anche per generi di conforto e per l’organizzazione di piccoli momenti di svago. Curare il corpo ma anche lo spirito di chi sta provando il dramma del terremoto. La Ovest Fest è la dimostrazione che gli Estensi ci sono. Si muovono, propongono, organizzano. Che sono legati al territorio e che forse non li conosciamo poi così bene. La dimostrazione che “questa curva non retrocede” (cito). La dimostrazione che la curva è viva.

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