LAURENTI SI ASPETTA LA SVOLTA DEFINITIVA PER IL 2013: VOGLIO TORNARE AL PROFESSIONISMO VINCENDO QUI

L’esterno offensivo Gianluca Laurenti traccia un bilancio negativo del suo 2012 calcistico. Tra la delusione e l’amarezza per il mancato salto di categoria all’inizio della nuova stagione agonistica e la voglia di guadagnarsi una nuova chance tra i professionisti con la maglia della Spal.

Analizziamo l’ultima gara dell’anno solare. Contro la Virtus Castelfranco tante occasioni sprecate e un solo punto.
“La gara con il Castelfranco è difficile da spiegare. Abbiamo fatto un’ottima partita con episodi a sfavore e con otto palle gol non sfruttate, mentre loro con due tiri hanno fatto due gol. C’è poco da spiegare, speriamo la fortuna ci giri a favore nel girone di ritorno”.

La Spal è settima con trenta punti e a sette lunghezze dalla capolista Atletico Pro Piacenza. E’ ancora un gap colmabile?
“E’ un distacco che possiamo recuperare. Era colmabile a meno otto, lo è ancora. Ce la giocheremo”.

Certo è che la Lucchese vi ha fatto un favore. Siete in ritardo sulla tabella di marcia stilata da Sassarini. Il mister si augurava di chiudere il girone di andata con 34 punti con un distacco dalla vetta di quattro, cinque punti.
“Sì, la Lucchese ci ha fatto indubbiamente un favore. Saremo in tre-quattro squadre a lottare per il vertice. E’ un campionato dove quelle davanti possono perdere in ogni momento”.

Delle avversarie chi ti ha sorpreso in positivo e, invece, chi ti ha deluso?
“La vera sorpresa è che le squadre blasonate presenti nel girone non sono super o almeno non lo stanno dimostrando. Mi aspettavo qualcosa in più dalla Pistoiese, ma quando li abbiamo affrontati non ci hanno fatto una grande impressione. Mentre Atletico Pro Piacenza e Tuttocuoio hanno individualità importanti”.

Credete ancora nella possibilità di arrivare al primo posto? Su chi fate la corsa?
“Sì, ci crediamo. L’Atletico Pro Piacenza ha sette punti di vantaggio è lei al momento la squadra da inseguire”.

Che tipo di campionato è? Te lo aspettavi così difficile?
“Non ne avevo un’idea precisa. E’ un campionato equilibrato come lo era quello dello scorso anno. In ogni categoria ormai non esistono più squadre materasso. Ogni squadra può commettere il passo falso. Capita che la prima perda contro le squadre di bassa classifica. Di sicuro quando affronti squadre in difficoltà, come ad esempio il Mezzolara che ha rifilato dodici gol al Riccione, è tutto più facile. Noi abbiamo vinto a fatica a Riccione e non è detto che la squadra affrontata da noi potesse perdere col Mezzolara. Abbiamo rischiato di perdere due punti. Ci sono diverse squadre che, in difficoltà, schierano la Juniores o presenta formazioni non all’altezza e in questo modo il campionato è falsato”.

Che atmosfera c’è in squadra? Per raggiungere l’obiettivo cosa vi siete detti per colmare il divario con la prima?
“E’ un buon gruppo. Dobbiamo evitare i piccoli errori che paghiamo caro. Occorre trovare una maggior lucidità sotto porta e migliorare gli automatismi. Come abbassiamo la guardia veniamo castigati”.

Cosa manca alla Spal a livello di organico per arrivare al primo posto?
“Questa è una domanda da fare al mister o al direttore. Forse un under in più per dare un ricambio a Shqypi che non può giocarle tutte e tutte al massimo. Sul piano del collettivo manca ancora un po’ di determinazione”.

Come giudichi l’operato fin qui della società?
“Hanno operato ottimamente fin qui. Senza di loro non so la Spal a questo punto dove sarebbe. Finora ha rispettato quello che avevano promesso. E credo che con me e Cubillos abbiano fatto un sforzo per centrare l’obiettivo”.

Una Spal con giocatori ferraresi come simbolo della rinascita calcistica estense. Cosa ne pensi?
“Secondo il mio parere si tratta di coincidenze. I dirigenti sono stati bravi a raccogliere attorno al progetto della Spal gente come Marchini, Braiati che con la categoria non hanno nulla a che fare, ma che avevano voglia di mettersi in gioco”.

Qual è il tuo rapporto con mister Sassarini? Cosa ti chiede in campo?
“Con lui ho un ottimo rapporto umano e anche sul campo. Devo ammettere che all’inizio ho fatto fatica ad entrare nelle sue idee, totalmente diverse da quanto fatto finora. C’è voluto un po’ di tempo. Ad esempio lui non vuole gli esterni larghi, ma che cerchino la palla verso l’interno”.

Parliamo della tua stagione. Pro Vercelli, Modena, Sassuolo, Carpi, Brescia, il tuo nome in estate è stato accostato a diversi club. A mercato chiuso ti allenavi con la Copparese, poi la scelta di vestire nuovamente la maglia biancazzurra anche se in una categoria e con una società diversa.
“Ero deluso per il mancato salto di categoria. Non dico di essermi meritato sul campo la serie B, ma almeno la possibilità di poterci provare dopo un campionato discreto, quello sì. Non ho nemmeno avuto l’opportunità di fare una settimana di prova, un ritiro, di misurarmi con la categoria insomma. Poi se m’avessero detto dopo la prova ‘non sei pronto per la B’, avrei fatto le valigie senza problemi. Invece questa opportunità non c’è stata. E la delusione era tanta. Il Modena, poi le altre, tante offerte e poi il tempo passava, le squadre si stavano formando e io ero ancora senza squadra. Poi all’improvviso da tutto a niente. Anche il Carpi attraverso una telefonata di cortesia si era informata. Poi tra una C2 o una C1 con i livelli economici che ormai ci sono in C2 ho preferito stare vicino casa ed evitare di muovermi.

Tempo di calciomercato. Ti sono arrivate offerte?
“Qualche proposta da squadre professionistiche anche di metà classifica di C2 e anche una dalla C1, del Sud e Centro Italia l’avevo avuta, ma spostarmi al di là di Roma per certe cifre non conviene”.

Il 2012 è andato in archivio. Che anno ti lasci alle spalle calcisticamente parlando?
“E’ stata un anno che definire negativo è riduttivo. Siamo retrocessi, per responsabilità che non avevano a che fare con quello che ha detto il campo. Abbiamo vissuto una situazione senza precedenti. Dopo la retrocessione, l’amarezza nel corso dell’estate per il mancato salto di categoria e gli errori del procuratore. Un 2012 da dimenticare per la squadra e per i tifosi. Abbiamo rischiato di non avere più il calcio a Ferrara”.

Nello stesso anno solare hai vissuto all’interno di due Spal. Quali sono i punti di unione e le differenze?
“Mah, su quel che è successo l’anno scorso si potrebbe scrivere un libro. Rassicurazioni di giorno in giorno e alla fine le promesse non sono state mantenute. Da quel punto di vista similitudini al momento non ci sono e spero non ce ne saranno in futuro. Elemento comune può essere la coesione del gruppo. A settembre scorso molte squadre non si sarebbero allenate. Anche quest’anno è il gruppo la forza della squadra”.

Nel 2012 hai lavorato con due mister: Vecchi e Sassarini. Descrivili.
“Hanno entrambi caratteri molto forti. Nell’interagire con i giocatori Vecchi appariva più distaccato. Sassarini invece scherza e parla di più con i giocatori. Sul piano del gioco hanno caratteristiche diverse, ma entrambi sono molto preparati con un ampio bagaglio di conoscenze calcistiche”.

Che Spal vedremo nel 2013?
“Una Spal più agguerrita, con maggiore concentrazione cose che servono per vincere il campionato e centrare l’obiettivo”.

E Gianluca Laurenti cosa si aspetta dal 2013?
“Un anno ricco di soddisfazioni. La conquista del campionato con la Spal, poi il ritorno nei professionisti. Me lo auguro. E’ sempre un’incognita quando si scende di categoria. Sono convinto delle mie capacità e quindi so che posso aspirare ad altre categorie, il primo passo può essere riconquistare i professionisti con la Spal”.

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