PAOLO PASTACALDI E IL FORCOLI: UNA SOCIETA’ CHE DA PICCOLO SCOOTER SA DESTREGGIARSI IN MEZZO ALLE GRANDI MOTO DELLA SERIE D

Paolo Pastacaldi è il presidente dell’U.S. Forcoli 1921, da nove anni militante nella massima serie dilettantistica. Sposato, classe 1971, passa la sua settimana tipo nella Valdera pisana dividendosi tra il lavoro alla Piaggio di Pontedera, la sede della squadra a Forcoli e la cittadina di Capànnoli, dove da qualche tempo gli amaranto disputano i propri incontri casalinghi.

Data la sua occupazione e la vicinanza delle località, unite da strade e scenari che ben si prestano, i Suoi spostamenti sono in Vespa?
(ride) “No, non ho la Vespa. Lavoro nel reparto sperimentale della Piaggio, dove mi occupo dei veicoli del futuro, ma ho una moto Honda”.

Com’è diventato presidente del Forcoli?
“Ho sempre gestito il settore giovanile della società. Poi l’anno scorso il Consiglio mi ha offerto la carica di presidente, io ho accettato e ho iniziato questa nuova avventura”.

Come reperite le risorse economiche per affrontare un campionato impegnativo come la serie D?
“La società si finanzia attraverso sagre, manifestazioni e una serie di sponsors locali”.

Una delle manifestazioni è “Miss Cicciona d’Italia”?
“Quella si è tenuta per sette/otto edizioni fino a qualche tempo fa, nel campo sportivo di Forcoli durante la pausa estiva del campionato. Era una manifestazione molto ben organizzata a livello nazionale, e sovvenzionava in parte la società. Purtroppo, con l’attuale crisi è stata sospesa, e ora si organizzano sagre paesane”.

Forcoli è un paese molto piccolo anche per la serie D.
“E’ una frazione di duemilacinquecento abitanti del Comune di Palaia, e poter fare la D è come stare in serie A. E’ il classico paesino dove tutti si conoscono e sono collaborativi”.

Quali sono gli elementi più rappresentativi della vostra squadra?
“Abbiamo diversi elementi d’esperienza, come Cannarsa (difensore con una lunga militanza in B e l’apice della carriera in A con la Reggina: ndr), Bonsignori, Ceccherini, Hemmy e Stefanini, che purtroppo ha chiuso la stagione per la rottura del tendine d’Achille, ma abbiamo anche tanti giovani di buone prospettive. Alcuni, come Fiorentini, Marianelli, Lelli e Caramuscio, sono di nostra proprietà e provengono dal nostro settore giovanile, su cui lavoriamo in prospettiva per abbattere i costi, mentre altri sono in prestito, come Scannadinari dal Livorno”.

Poi c’è la saga dei Brondi.
“Sì, abbiamo i fratelli Mattia e Michael, e l’allenatore Stefano, che però non ha alcuna relazione di parentela. Mattia (che aveva iniziato il campionato col Rosignano ed era nel mirino della Spal: ndr) è un ’94 che abbiamo preso in prestito dallo Sporting Pisa. Insieme con lui a gennaio, durante una campagna trasferimenti per noi importante, sono arrivati anche Tamberi e Giglioli a rafforzare difesa e centrocampo. Grazie a questi innesti e all’inserimento del nuovo mister a novembre, abbiamo avuto un miglioramento”.

Cos’è cambiato con l’insediamento di Stefano Brondi sulla vostra panchina?
“Ora c’è una migliore organizzazione sul piano tattico e come spinta caratteriale. La fase iniziale col precedente mister, Matteo Rossi, era stata critica. Ci si aspettava qualcosa di più. Rossi aveva giocato in serie C, era stato l’autore del gol del 2-1 nella famosa partita che il Pontedera vinse con la Nazionale di Sacchi in allenamento. Fino all’anno scorso aveva ottenuto dei buoni risultati allenando in categorie minori, ma non aveva esperienza in serie D e ha pagato lo scotto della categoria superiore”.

La serie D vi vede ai nastri di partenza da diversi anni: è la vostra dimensione?
“Forse è un po’ eccessiva, anche per problemi logistici, ma stiamo cercando di mantenere con tutte le forze questa categoria, che per noi è extralusso”.

Quali sono i problemi logistici a cui si riferisce?
“Il primo fra tutti è dover emigrare a Capànnoli per giocare, perché il campo di Forcoli non è a norma”.

Che impianto è quello di Capànnoli?
“Contiene millecinquecento spettatori, più altri tre/quattrocento nel parterre, ma è un impianto da Prima Categoria, dove infatti milita il Capànnoli, che con noi lo condivide a giornate alterne. Proprio per questo il manto è sempre sotto pressione, ed è spelacchiato, con poca erba. Quest’anno, poi, abbiamo avuto un inverno molto piovoso, che non ha certo aiutato”.

Come si presenterà il terreno di gioco domenica?
“Le previsioni sono per il bel tempo, e non dovrebbero esserci problemi. Si spera di renderlo liscio. Per il resto, il campo è come l’ho descritto. Non è comunque un campo piccolo; anzi, è uno dei più grandi della zona: a memoria, mi pare che le dimensioni siano 106 x 77”.

Quanti tifosi vi aspettate da Ferrara?
“Noi abbiamo una media di circa centocinquanta spettatori. In occasione di qualche partita sale un po’ coi tifosi in trasferta, ma si è visto con Lucchese e Massese che non erano più di cinquanta, e non credo che da Ferrara ne vengano di più”.

Il vostro campionato sembra destinato ai playout.
“Guardando la classifica, uscirne a questo punto è difficoltoso”.

Chi vorreste incontrare agli spareggi, e chi no?
“Il Riccione è da non affrontare. Ha risultati altalenanti, ma si è dato un assetto e credo che ce la farà. Noi, se non riusciamo a evitare i playout, speriamo di arrivare almeno sestultimi e pescare una tra Bagnolese e Pavullese. Il Rosignano è il più indiziato per la retrocessione diretta, perché sta giocando con la formazione Juniores praticamente”.

Chi vede invece favoriti per la promozione?
“Il Tuttocuoio sono i nostri cugini, a trenta chilometri, e stanno facendo un campionato esaltante. Hanno giocatori di qualità, che non vuol dire per forza stare in testa alla classifica. Il primo plauso va a loro, che sono in quella posizione nonostante non abbiano alle spalle una piazza importante come le altre là davanti. Alla fine credo che una delle grandi società possa avere la meglio, perché poter contare su tanti tifosi è importante. A Lucca contro di noi c’erano millecinquecento spettatori: uno stadio grande sembra vuoto, ma un pubblico così si sente. Se devo indicare una squadra, allora do fiducia all’Atletico Piacenza, perché se sono primi da tanto tempo ci sarà un motivo”.

Della Spal cosa pensa?
“E’ una buona compagine e ha i valori per lottare fino in fondo. Noi a Ferrara abbiamo perso 4-0, ma solo chi la segue costantemente può esprimere un giudizio più completo”.

Se la sente di formulare un pronostico secco per domenica?
“Speriamo in un pareggino”.

Scendereste in campo per il pareggio e vi accontentereste?
“Noi abbiamo bisogno di punti, ma il nostro mister se la gioca per vincere. Cercherà di far stare alta squadra alta e di sfruttare le ripartenze rapide dei nostri attaccanti”.

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