SOCIETA’, CHISSA’ CHE SARA’: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE CON BREVI INCURSIONI NEL RECENTE PASSATO

Le recenti turbolenze in casa Spal non hanno fatto altro che alimentare ulteriormente i dubbi di un’intera tifoseria su quello che sarà il futuro della squadra che amano. L’allarme lanciato dal patron Benasciutti sullo scarso interesse verso la società e il comunicato di protesta letto giovedì scorso dal capitano Marchini inducono inevitabilmente a chiedersi quali scenari potrebbero prefigurarsi da qui ai prossimi mesi, fermo restando che c’è ancora una stagione da concludere e che la Spal – lo dicono i numeri – è ancora in corsa per cogliere obiettivi importanti. Marchini, Braiati e compagni non intendono mollare e l’hanno fatto sapere a chiare lettere. Ma serve anche sciogliere il nodo della gestione societaria al più presto per evitare di dover rinunciare alla programmazione estiva e ripartire da una tela bianca o quasi. Il punto di partenza è semplice: Roberto Benasciutti da solo non può andare avanti. E allora quali alternative ci sono all’orizzonte? Vale la pena di tentare un punto della situazione.

BIANCAZZURRO CON TINTE VIOLA? – Partiamo da quella che negli ultimi dieci giorni è stata la voce più discussa, anche se sarebbe meglio parlare di suggestione, riguardante la Fiorentina e il suo patron Diego Della Valle, peraltro rilanciata da una parte della stampa toscana. Ma quanto c’è di vero? Se da una parte è confermato che vi siano stati contatti puramente informali tra alcuni dirigenti viola ed emissari estensi, dall’altra pare più che altro un discorso finalizzato a costruire una partnership esclusivamente di stampo tecnico. In altre parole verrebbe instaurato un rapporto utile a valorizzare giovani calciatori del vivaio. Di per sé una buona idea, ma che non porterebbe alla Spal quello che le serve ora: capitali da investire nella gestione ordinaria. Non sembra infatti che dalle parti di Firenze ci sia la volontà di rilevare la società biancazzurra o di entrare con acquisto di quote, mantenendo Benasciutti come referente principale. Il canale è comunque aperto, vedremo se eventuali altri colloqui porteranno a sviluppi significativi.

SOCI ALLA PARI, E NON – Le vane promesse di grandeur estiva portate in dote da Oreste Pelliccioni (a cui ha creduto anche l’amministrazione comunale, in primis l’assessore allo sport Luciano Masieri che aderì con un certo entusiasmo al progetto da cinque milioni di euro di cui nessuno ha poi saputo più nulla) hanno lasciato Roberto Benasciutti col cerino in mano già da metà agosto. Da quel momento e fino a oggi il telefono cellulare del “Ben” è diventato rovente, con il patron intento a percorrere ogni strada possibile per reperire risorse da impegnare nella Spal. Finora ha trovato come unico, per così dire, alleato il Consorzio “Spal nel Cuore” di Matteo Mazzoni che però non sembra poter incidere nella misura inizialmente auspicata, anzi. Per il resto Benasciutti si è trovato a fare i conti con una città evidentemente poco propensa a investire nella sua principale squadra di calcio, anche attraverso sponsorizzazioni. Non una novità, visto il recente passato. “Tante chiacchiere, ma pochi fatti” va ripetendo Benasciutti ormai da tempo, lasciando intendere che al di là delle dichiarazioni d’intenti c’è poco. Il caso Vissoli-Ferrara Arte insegna. Il sogno di una Spal tutta ferrarese, con capitali ferraresi, pare destinato a rimanere tale a meno di colpi di scena.

UN PAPA STRANIERO – La storia dell’imprenditore “da fuori Ferrara” ormai viene riproposta a ogni piè sospinto ogni qualvolta la Spal si trova in difficoltà. Un quesito però viene naturale: qual è l’imprenditore non ferrarese che può interessarsi a una società di quinta serie in difficoltà? Assodato che sceicchi e milionari russi non fanno tappa all’ombra del Duomo, è difficile pensare che qualcuno possa pensare di investire (almeno) una paio di milioni di euro per rilanciare la Spal senza avere una qualsiasi possibilità di ritorno economico. Allo stato attuale, al netto delle voci e dei contatti sotterranei, una sola cordata risulta aver formulato una proposta a Benasciutti, quella dei romani rappresentata da Vincent Candela e che aveva nell’avvocato ferrarese Tieghi il suo riferimento cittadino. Vale la pena di ricordare che ci fu anche un incontro con l’assessore allo sport Masieri. I motivi del fallimento della trattativa, mai ufficialmente decollata, starebbero nella scarsa consistenza economica dell’offerta: pare che a Benasciutti siano stati proposti quattrocentomila euro per cedere la società, una somma ritenuta assolutamente non adeguata dall’attuale patron che avrebbe chiesto almeno il doppio. Da quel momento però nessuno sembra aver fatto tentativi di questa concretezza.

GIACO-SPAL? – L’idea di una possibile fusione tra Giacomense e Spal non è nuova. Il sodalizio grigiorosso sta lottando per guadagnarsi il sesto anno consecutivo in Seconda divisione e già in estate, dopo il naufragio della Spal butelliana, i contatti tra amministrazione comunale e il presidente Mattioli si erano intensificati, ma non se ne fece nulla anche – e soprattutto – a causa di una giustificata ritrosia del patron Colombarini. C’è di più: a gennaio di quest’anno, durante un evento organizzato dal Rotary Club, l’ipotesi è stata rilanciata pubblicamente e nessuna delle due parti ha davvero chiuso la porta alla possibilità di discuterne, magari attraverso la mediazione di Nicola Zanardi, presidente di Ferrare Fiere e grande tifoso spallino. Tuttavia rimane una soluzione di difficile realizzazione: da una parte la famiglia Colombarini non sembra intenzionata a esporsi economicamente più di quanto già faccia con la Giacomense e dall’altra bisognerebbe fare i conti con l’opposizione di una parte significativa delle tifoseria spallina, ovviamente contraria all’idea di essere “inglobata” da una realtà più piccola. Un possibile matrimonio troverebbe giustificazione nella necessità di unire le forze in una Provincia oggettivamente colpita dalla crisi economica, ma cozzerebbe con storia e ambizioni della Spal anche se, visti i tempi, sembra l’ultimo dei problemi. Oggettivamente, comunque, una pista molto difficile.

TOMASI BIS – Gira e rigira, il pensiero torna sempre a lui, il re del mattone Gianfranco Tomasi, presidente della Spal dal 2005 al 2008. Nell’ultimo quinquennio il partito dei nostalgici si è notevolmente ingrossato e sono tanti a pensare che un suo intervento possa essere l’unico auspicabile. Tomasi di fatto risponde ai requisiti richiesti per fare calcio a Ferrara in questo momento: una disponibilità economica importante e una grande voglia di tornare sulla ribalta. Pare che un discorso tra l’imprenditore comacchiese e Benasciutti fosse stato abbozzato a inizio stagione, senza però che se ne facesse nulla. Tomasi non ha mai fatto mistero di aver pensato più volte a un suo ritorno a Ferrara, ma è ovviamente condizionato dal ricordo del suo addio nel 2008, quando una lunga contestazione lo portò a cedere la società a Cesare Butelli. Ma d’altronde viene spontaneo farsi una domanda molto semplice: perché non è intervenuto a luglio 2012 quando avrebbe potuto farlo senza alcun esborso supplementare? Un freno importante deve essere stato rappresentato dal processo in cui lo stesso Tomasi era imputato e che lo ha visto assolto nello scorso gennaio. A margine del verdetto positivo l’imprenditore fu interpellato anche riguardo a un suo possibile nuovo coinvolgimento con la Spal: “Ci guarderemo” fu la risposta. L’impressione è che i presupposti per riaprire il discorso ci siano, ma che serva un lungo lavoro diplomatico per farlo decollare.

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