SENTIRSI A CASA A PONTE A EGOLA: FALCHINI, IL TUTTOCUOIO E L’ATTESA PER UN RISULTATO A DIR POCO STORICO

Gabriele Falchini rappresenta il terzo più giovane del temibile trio d’attacco del Tuttocuoio capolista del girone. Nato nel 1986 e cresciuto calcisticamente nel Livorno, a ventisette anni ha trovato nel sodalizio neroverde un punto fermo per la sua carriera dopo un lungo girovagare tra la Toscana, la Liguria e il Piemonte. Assieme a Corrado Colombo e a Jonathan Granito, gli altri due terzi del trio, ha messo assieme un bottino di 33 gol sui 54 complessivi segnati finora dal Tuttocuoio, firmandone personalmente dieci. Nell’atto di rispondere al più tradizionale dei “come va” non può che dire “meglio di così non si può”. Domenica al “Leporaia” arriva una Spal sfiduciata per quello che può essere la domenica dell’aritmetica promozione in Lega Pro.

Gabriele, ormai ci siete quasi. Come state vivendo questa settimana?
“Eh sì, siamo consapevoli che una vittoria già in questa domenica potrebbe valere la vittoria del campionato e quindi sfruttiamo l’entusiasmo per allenarci bene, perché sappiamo che la Spal nonostante i problemi ha giocatori importanti ed è una squadra a cui va portato grande rispetto”.

Intanto domenica scorsa sul campo del Forcoli avete strappato una vittoria sofferta contro la tua ex squadra, mettendovi in tasca un bel pezzo di campionato.
“È vero, da ex mi è solo un po’ dispiaciuto entrare nel finale, mi sarebbe piaciuto giocarla dall’inizio. Per il resto sapevamo sarebbe stata difficile, loro hanno giocato alla morte per fare punti salvezza e il campo non ha certo agevolato il nostro gioco palla a terra. Infatti la partita è stata sbloccata da un colpo di testa su calcio piazzato”.

Nel frattempo l’Atletico Piacenza veniva sconfitto dalla Fortis e la Massese rimaneva bloccata col Castenaso. Avrete festeggiato di gusto dopo il fischio finale.
“A fine partita eravamo tutti ignari degli altri risultati, ci hanno pensato i tifosi a farceli sapere e questo ovviamente ci ha dato l’opportunità di fare festa insieme a loro”.

Ripercorriamo un po’ la tua carriera: a ventisei anni hai già cambiato undici maglie diverse, compresa quella del Livorno da cui hai iniziato. Non sei mai rimasto più di una stagione nella stessa squadra. C’è un motivo preciso?
“Non saprei darti un unico motivo, ma posso dire che in tutto il mio girovagare non sono mai riuscito a trovare una società seria e organizzata come quella che ho trovato nel Tuttocuoio. Ho lasciato il Forcoli nel dicembre del 2011 per venire qui e ho trovato la squadra ultima in classifica: siamo riusciti a risalire conquistando la salvezza ed è stata fatta la scelta di confermare il gruppo con pochi innesti mirati. Se oggi siamo qui vuol dire che quella strategia ha pagato”.

A un anno e mezzo di distanza siete passati dai bassifondi della serie D alle porte della Lega Pro. C’è stato un momento preciso in questa stagione in cui avete realizzato di potercela fare?
“Sono sincero, non ci abbiamo mai pensato. A settembre siamo partiti con il proposito di fare meglio dell’anno precedente, ma certo non a questi livelli. Ci siamo sempre allenati con impegno e soprattutto divertendoci. Abbiamo visto che i risultati venivano, senza mai costruire troppi castelli per aria…”.

Però ci sarà stata una partita in cui avete realizzato di poter stare davanti a tutti.
“Se devo dirne una penso sia stata quando abbiamo vinto contro il Piacenza (col risultato di 2-1 – ndr). Lì abbiamo capito di avere le potenzialità per stare in vetta”.

Deve essere una bella soddisfazione essere riusciti a mettersi dietro delle potenze come Lucchese, Pistoiese, Massese e Spal. Tutte squadre che all’inizio della stagione venivano accreditate come le più attrezzate a lottare per la promozione.
“Sì, ed è innegabile che le squadre che hai menzionato abbiano rose più importanti della nostra in termini di quantità e qualità. Noi però abbiamo lavorato bene, puntando sul gruppo e abbiamo avuto la fortuna di subire pochissimi infortuni. Questo ci ha permesso di essere regolari”.

Quello del Tuttocuoio è un organico molto giovane, ma che può contare su un signore di nome Corrado Colombo che non tutti possono permettersi. Con sedici gol sembra essere tornato quello dei giorni più belli.
“(Ride) Corrado è ancora un ragazzino per entusiasmo e dedizione. Da fuori si potrebbe pensare che un giocatore con simili trascorsi sia sceso in serie D per giochicchiare e invece è sempre il primo a tirare il gruppo in allenamento. Per me è un onore giocare con lui, ha saputo integrarsi perfettamente nel nostro spogliatoio”

E di mister Alvini cosa ci puoi raccontare?
“Il mister è un gran bel personaggio, ed è sicuramente quello che ci crede più di tutti! È così perfezionista che se fosse per lui i nostri allenamenti finirebbero a notte fonda (ride). Sta dimostrando di essere un grande allenatore e si vede chiaramente la sua mano nel nostro gioco”.

Durante la stagione è capitato spesso di leggere interviste in cui i vostri avversari più blasonati ironizzavano sulle dimensioni della vostra realtà calcistica.
“Lo so, ma ci abbiamo sempre riso sopra, consapevoli che è proprio la tranquillità di un piccolo paese una delle nostre grandi forze”.

Come è vissuto il calcio a Ponte a Egola?
“Beh, io attualmente vivo a Livorno con la mia ragazza e quindi puoi immaginare il divario tra una città che sogna la serie A e un piccolo paese che adesso sta vivendo questa avventura del tutto nuova. All’inizio in pochi venivano a vedere le partite, alcuni neanche sapevano che il Tuttocuoio era in serie D! Giocando bene e vincendo siamo riusciti a portare l’intero paese allo stadio ed è una bellissima sensazione. Ci dà forza ed è per questo che in casa abbiamo raccolto così tanti punti”.

Scongiuri a parte, questa sarebbe la seconda promozione che conquisti in carriera. L’altra la festeggiasti nel 2008, ad Alessandria, assieme all’ex spallino Fabio Artico.
“Esatto, ma devo dire che questo campionato ha un sapore completamente diverso. Molto più emozionante. Quell’anno ad Alessandria la squadra era stata costruita appositamente per vincere e lo ha fatto, mentre qui siamo partiti con umiltà e senza grosse pretese per poi ritrovarci dove siamo ora”.

C’è tensione nell’ambiente neroverde per la vicinanza del traguardo?
“C’è sicuramente tanta attesa, ma siamo tutti molto tranquilli. L’unico nostro pensiero è rivolto a domenica, vogliamo vincere per festeggiare assieme ai tifosi”.

Il presidente Dolfi ieri ci ha detto che la ricetta del successo del Tuttocuoio è semplice: tranquillità, anche economica, e un grande gruppo.
“Sono d’accordo, la ricetta è davvero quella. Non c’è pressione e il gruppo è veramente straordinario perché siamo amici prima che colleghi. Si esce insieme, si organizzano cene. Questo aiuta tantissimo a cementare l’intesa tra di noi”.

A tre giornate dal termine si può già abbozzare un bilancio personale per la tua stagione: con dieci gol messi a segno sei il secondo marcatore della squadra, dietro a Colombo.
“Sono contento, anche se nel girone di ritorno non ho reso al meglio per via di un infortunio. Speravo di replicare le prestazioni dell’andata, segnando qualche gol in più. Ma già arrivare in doppia cifra è una bella soddisfazione”.

Soprattutto sembri destinato a tornare tra i professionisti dopo tanti anni.
“Già e sarò contento di farlo con questa maglia perché mi dà la possibilità di resta in un gruppo eccezionale”.

Ma avete già prenotato la cena per festeggiare la promozione?
“(Ride) No no, siamo scaramantici. Lo faremo solamente a giochi fatti”.

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