Capitan Scandolara suona la carica: Sarà un campionato durissimo, ma noi siamo pronti. Il pubblico? Una marcia in più

C’è caos e Kaos, e quello con la ‘K’ è tutt’altro che disordinato. Pianificazione perfetta della stagione 2013/2014 da parte dello staff tecnico di Leopoldo Capurso e della dirigenza, che vede in Marco Calzolari e Angelo Barbi i capisaldi che più di tutti hanno lottato con le unghie e con i denti per portare la Serie A di calcio a 5 da Bologna all’ombra del Castello Estense e, in linea più pratica, sotto il tetto del PalaMIT2B, nuova casa dei neri per tutto il campionato. Nessun dettaglio è stato trascurato, presto sarà il campo il giudice supremo che dirà a che punto è il Kaos e dove potrà realmente arrivare. Quindi palla subito nei piedi dei diciotto convocati per il ritiro di Zocca, uno su tutti, capitan Cristiano Scandolara, brasiliano di nascita ma italiano d’adozione.

La voglia di migliorare i già buoni risultati dell’ultimo campionato – concluso al settimo posto – è ben visibile nel suo sguardo: “Questa è ormai la mia seconda casa, mi sono trovato veramente bene sia durante i primi anni a San Lazzaro che a Ferrara. Siamo pronti, le vacanze sono state lunghe e tutto il gruppo ha una voglia matta di ripartire, sentiamo il bisogno di ritrovare quell’agonismo che ci ha fatto scegliere di giocare a calcio a cinque. Viviamo di questo, delle nostre partite e dell’aria di sfida che si respira sul campo. Vogliamo vincere tutti insieme e la mentalità è positiva per cercare di fare bene perché alla fine è questo quello che conta”. Tutto diventa più facile quando alle spalle c’è una famiglia più che una società: “Verissimo, siamo circondati da persone serie che non ci fanno mancare nulla. Non posso far altro che ringraziare la gente di Ferrara che ci ha sempre accolto con gioia, per questo garantisco che cercheremo di ripagarli con onestà, spettacolo e speriamo tante vittorie”.

Si parte, ora inizia il ritiro, poi i primi test match che porteranno al debutto in campionato (5 ottobre a Pescara). L’anno scorso è arrivato un buon settimo posto ed una bruciante eliminazione ai quarti di finale dei play off per mano della Luparense. La squadra dove vuole arrivare quest’anno?

“La classifica è l’unico responso al quale alla fine dobbiamo dare ragione, ma credo che la nostra reale posizione fosse più in alto. Abbiamo sbagliato alcune partite un po’ strane e nei quarti di finale si è visto (due gare lottatissime contro la squadra dell’ex tecnico del Kaos Fulvio Colini, ndr) quanto possiamo dare fastidio anche alle più grandi. Adesso si volta pagina, inizierà un campionato ancor più difficile, fatto di 10 squadre tutte attrezzate per fare la voce grossa. Non ci saranno più le cosiddette ‘squadre materasso’ contro le quali era la normalità segnare tanto e subire poco. Aumenta il livello e questo rappresenta un grandissimo stimolo per noi che coltiviamo la speranza di regalare a questa società il trofeo che si merita”.

La Serie A ha perso per strada quattro squadre e da quattordici si è passati a dieci. In compenso, la Divisione Calcio a cinque ha introdotto una nuova competizione che taglierà a metà l’annata sportiva. Grande curiosità gira attorno alla Winter Cup, una specie di post season anticipata che però coinvolgerà tutte e dieci le squadre nei mesi invernali. Ma com’è visto dai giocatori questo impegno totalmente inedito? E’ più un’occasione per mettere minuti nelle gambe, oppure è quasi un ‘intralcio’ sulla strada che porta alla fase cruciale del campionato?

“E’ tutta da scoprire – afferma il capitano – ancora non si è ben capito quali saranno le date e i meccanismi del torneo, ma sono molti i fattori da valutare. Sicuramente va ad influire sulla preparazione che una squadra deve sostenere e su eventuali infortuni. Tutto dipende da come le società interpreteranno questa Winter Cup. Può darsi che la considerino alla stregua delle amichevoli estive e la sfruttino per non far star fermi noi giocatori per troppo tempo, ma lo capiremo strada facendo. L’agonismo è presente in ogni partita, si scende sempre in campo per vincere, ma non credo che un giocatore metterà a repentaglio una partita importante dei play off per disputare la Winter Cup. Vediamo e aspettiamo”.

Trofeo per trofeo, quanto ti piacerebbe sollevare al cielo una coppa a fine anno, per di più con la fascia da Capitano ben stretta attorno al braccio?

“Già salire sul gradino più alto del podio è una cosa bellissima. Se poi succede rappresentando la società che hai nel cuore ha un sapore ancor più speciale. E’ il modo migliore per ripagare della fiducia avuta in duri anni di lavoro. Speriamo accada il più presto possibile”.

Per far sì che succeda servirà che tutti i nuovi giocatori si integrino alla perfezione sin da subito. Ti senti un po’ la guida dei tuoi compagni?

“Sì e no. Mi spiego meglio: essere il punto di riferimento dei nuovi arrivati mi fa un enorme piacere ed anche una responsabilità che mi inorgoglisce, ma sicuramente non devo guidare la squadra da solo perché ci sono tanti giocatori esperti che mi daranno una mano. Penso ad Andrè, Jeffe, Vinicius e Lion, persone e compagni fantastici. I giovani hanno noi come punti di riferimento e tutti insieme formeremo un gruppo affiatato, anche nella speranza di avvicinare sempre di più Ferrara alla nostra disciplina che è un po’ il grande obiettivo dell’intera società”.

Si spalancano le porte del PalaMIT2B e di conseguenza sale la tensione. Già riempire il PalaBoschetto era una bella soddisfazione, ma adesso i posti a sedere sono aumentati a livello esponenziale. Quanto è importante per voi giocatori sentire il pubblico vicino?

“Tantissimo. E anche per la società che ha voluto fortemente questo trasferimento nell’impianto principale di Ferrara. Le motivazioni, con un palazzetto pieno, sono sempre maggiori, ed è anche una questione di rispetto verso chi viene a vedere la partita: noi dobbiamo offrire alla gente lo spettacolo che si aspettano e la campagna di sensibilizzazione che il Kaos farà nelle scuole non può che essere un importante passo avanti verso il raggiungimento di questo primo obiettivo. Abbiamo bisogno del supporto della gente”. E Ferrara ha bisogno del Kaos, finalmente diventato realtà in città dopo anni di pellegrinaggi tra PalaBoschetto e PalaSavena di San Lazzaro. Il futsal invade la città estense, e l’energia della samba brasiliana si sta già diffondendo a macchia d’olio.

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