Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Uno degli slogan più inflazionati del pianeta, forse perchè è sempre estremamente di moda e rende l’idea alla perfezione, soprattutto se serve a parafrasare momenti difficili come quello che sta attraversando il Kaos Futsal, entrato in un tunnel non adeguatamente segnalato, arrivato più volte a pochi passi dalla luce, ma sempre rispedito al centro dagli schiaffi presi in questo inizio di campionato, molti dei quali in rimonta. E’ capitato a Pescara (c’è poi stata la controrimonta), in casa contro Luparense e Martina Franca, e poi a Roma sul campo della Lazio. Un problema di mentalità. E dire che Leopoldo Capurso non pecca certamente nel carattere, ma evidentemente, per sua stessa ammissione, “non sono riuscito ancora a trasmettere ai miei ragazzi la cattiveria agonistica che ritengo essere necessaria per poter tornare a vincere”. Ma in settimana, durante gli allenamenti, si sono visti piccoli segni di ripresa.
C’è fiducia, quella c’è sempre stata, ma non basterà al cospetto del Real Rieti. Domani al PalaMalfatti (si gioca alle 18 in diretta su Rai Sport Sat 2) servirà determinazione, lucidità e voglia di spaccare il mondo, oltre che di riaprire il discorso Final Eight, primo obiettivo stagionale della società. Patron Calzolari non l’ha mai nascosto, non crede nei miracoli, ma la matematica non ha ancora condannato il Kaos a smettere di sperare per un posto in Coppa Italia, e con 12 punti ancora a disposizione tutto è possibile. Ammesso che i “neri” tornino quelli dello scorso anno, quando lasciarono la città di Vespasiano – ora anche di Rogerio e Davì, i più prolifici terminali offensivi reatini – con 3 punti firmati Kakà, a segno con una tripletta. La partita di domani è l’occasione più ghiotta per il numero 16 brasiliano di riprendere in mano le redini della squadra, ruggire come non gli capita da tempo e dare un segnale al campionato.
In palio ci sono 3 punti dal peso specifico diametralmente opposto. Alla squadra di Ricci la vittoria serve per continuare a sognare e a respirare aria di vertice. Gli amaranto cercano il terzo squillo consecutivo dopo i successi su Luparense e Napoli, mentre il Kaos, ancora a secco di gioie, ha bisogno di vincere per lasciarsi alle spalle la crisi che l’ha colpito improvvisamente, dopo un precampionato ricco di soddisfazioni. Ma anche di infortuni. Non va dimenticato che Capurso è stato privato dalla sfortuna di pedine tatticamente e burocraticamente imprescindibili come Scandolara e Boaventura, e che Vinicius ha dovuto fare i conti con una preparazione al singhiozzo. Ed ora è Jeffe a far preoccupare il tecnico di Bisceglie, costretto a rinunciare al suo playmaker difensivo. Ma questo non fa abbassare il tiro alla società: “Andiamo a Rieti per vincere”. Ottimo, sarebbe preoccupante il contrario.
Sarebbe un sogno spazzare via critiche, aria pesante, delusione e frustrazione con una vittoria di qualità, più che di quantità. Perchè si è visto che, nei momenti di estrema difficoltà, con non una ma dieci spade di Damocle pendenti sulla testa, il Kaos sa tirare fuori l’orgoglio e gli artigli per appigliarsi a scogli talvolta apparentemente lontanissimi e ribaltare la situazione da drammatica a (quasi) positiva. Ma il Real Rieti non è la Lazio, e nemmeno la Marca, squadre che navigano in cattive acque per i loro problemi interni che non stiamo nemmeno ad elencare. Il Real Rieti è una squadra in salute che può puntare in alto e soprattutto è consapevole dei propri mezzi, già espressi ampiamente in queste prime cinque giornate. E non ha alcuna intenzione di regalare nulla a nessuno, nemmeno ai “neri”, per questo motivo chiamati ad una prova d’orgoglio che nella gestione Capurso non ha precedenti.