Chiara Mini, energia e leadership a servizio della Pff Group

La nostra personale finestra sulla Pff Group – Bonfiglioli Basket si arricchisce di un nuovo appuntamento periodico, le interviste alle giocatrici biancorosse. Un modo per conoscere meglio la vita, la carriera e le aspirazioni delle ragazze di coach Piatti e fare il punto di settimana in settimana sulle vicende della squadra.

Abbiamo scelto di partire con una delle veterane della Bonfiglioli, oltre che una delle leader del gruppo assemblato dalla società del presidente Ferranti. Ci riferiamo a Chiara Mini, la bionda playmaker originaria di Bologna che da tre anni conduce l’attacco biancorosso dopo un’intensa esperienza a Cagliari.

Chiara, prima di tutto è il caso di fare una carrellata sul tuo passato e raccontare le ragioni che ti hanno portata a scegliere Ferrara.
“Ho iniziato a diciassette anni in A2 con Bologna, con Civolani come presidente. Sono rimasta per quattro anni e poi ho deciso di provare un’esperienza fuori casa e sono andata alla Virtus Cagliari, sempre in A2. Dopo tre anni, un po’ per la nostalgia e un po’ per la lontananza del fidanzato, sono tornata a Bologna. In quel periodo, casualmente, ho risentito Andreoli che era stato il coach con cui ho iniziato la mia carriera: nel frattempo aveva iniziato ad allenare a Ferrara. Tre anni fa mi ha chiesto se volevo fare parte della squadra: la società mi è piaciuta da subito, dimostrandosi seria e con un progetto realistico, così ho accettato al volo. Ho trovato anche un lavoro che mi permette di giocare e di pensare anche ad un futuro per quando smetterò”.

Delle esperienze che hai descritto quali si sono rivelate le più importanti?
“Sicuramente andare a Cagliari e diventare indipendente. Tra l’altro venivo da un infortunio ed entrare in un ambiente completamente nuovo si è rivelata una bella sfida. Ma nel complesso è stata un’esperienza assolutamente positiva. Anche iniziare a lavorare è stato un altro snodo che ha contribuito a farmi crescere come persona, rafforzandomi nel carattere”.

In campo invece che tipo di giocatrice sei?
“Corro, faccio, disfo, non sto mai ferma! Mi piace giocare a ritmi alti, anche se a volte esagero… ma l’intensità caratterizza il mio modo di giocare ed è anche la mia forza”.

E a livello tecnico qual è l’aspetto che ti riesce meglio?
“La difesa: quando è supportata dalla giusta energia è una certezza, a differenza, a esempio, del tiro che può variare nelle percentuali di realizzazione. In attacco, comunque, cerco sempre di prendermi le mie responsabilità cercando il giusto equilibrio tra numero di tiri tentati e ricerca dell’assist per le compagne”.

Ruolo del playmaker è dettare i tempi di gioco: la squadra asseconda questi ritmi così alti?
“Non sempre, ma ci stiamo lavorando, anche perché la squadra è quasi completamente nuova e dell’anno scorso siamo rimaste solo in quattro. I meccanismi sono da oliare e il ritmo deve di conseguenza abbassarsi”.

Hai qualche giocatrice, o giocatore, a cui ti ispiri?
“A dir la verità no, anche se mi piace guardare il basket maschile. Sono cresciuta guardando la Virtus a Bologna, di cui sono tifosa”.

La Bologna degli anni Novanta, forse l’apice di Basket City.
“All’epoca c’erano ancora dei derby stupendi, avevo una vera e propria venerazione verso i giocatori. Anche a Ferrara comunque c’è un buon seguito di pubblico, soprattutto per la Mobyt e la Spal. Noi siamo un po’ meno seguite, ma spero che andando avanti con il campionato la situazione possa migliorare”.

Dove può arrivare la Bonfiglioli di quest’anno?
“È un anno di transizione, abbiamo cambiato sia l’allenatore sia molte giocatrici. Inoltre anche la formula del campionato è differente rispetto agli anni scorsi. Credo che possiamo arrivare tra le prime quattro, per poter giocarcela nei playoff. Finora non siamo ancora riuscite ad esprimerci al meglio, anche per colpa di qualche infortunio di troppo, ma credo che siamo una buona squadra”.

Gli infortuni tolgono continuità e rallentano la crescita della coesione della squadra. Secondo te quando sarà possibile trovare un’identità unica che vi metta nelle condizioni di esprimervi al meglio?
“Contro Broni, che è una squadra di livello, abbiamo fatto vedere alcuni sprazzi di ottimo basket. Come hai detto, con tutti questi infortuni è veramente difficile. Noi comunque continuiamo a lavorare bene in palestra, guidati da un allenatore che mi piace molto”.

Cosa ti piace in particolare di coach Piatti?
“È bravo a dire le cose giuste al momento giusto, non dà mai nulla per scontato e ha un carattere molto forte. Inoltre riesce a darci forti motivazioni. È il mio punto di riferimento e anche se lavoriamo da poco insieme ci capiamo bene su come bisogna intendere il basket”.

E nello spogliatoio si è creato un bel gruppo?
“Molte delle ragazze nuove già le conoscevo, quindi non ci sono stati problemi di integrazione. Il gruppo è veramente super, ora dobbiamo essere brave a portare questa nostra affinità anche sul campo da gioco”.

Ultima domanda sul derby di sabato contro Bologna?
“È un derby, diciamo che bisogna vincere… per il resto no comment! (Ride)”.

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