Coach Morea inaugura il terzo capitolo della sua trilogia: Per vincere serve unità

Gli ampi sorrisi mostrati da Fabio Bulgarelli durante la conferenza stampa di presentazione della stagione 2015-2016 contrastano con l’aria di forte scetticismo che continua ad attorniare la Pallacanestro Ferrara. Almeno sul fronte dei tifosi. Il presidente ha radunato la stampa all’ex Kleb di via Liuzzo per fare il punto della situazione, con una grande dose di ottimismo: da Bulgarelli sono arrivate parole di soddisfazione, sia per il mantenimento di quasi tutto lo staff tecnico e medico, sia per il lavoro di John Ebeling, che ha ricevuto il mandato di costruire una squadra “dal respiro internazionale”. Nessun peso alle critiche quindi, ma grande fiducia nel proprio progetto: “Sono contento di come stanno andando le cose. Abbiamo preso una direzione diversa rispetto alle stagioni precedenti, ma lo abbiamo fatto per affrontare un campionato che si annuncia molto impegnativo e in cui vogliamo recitare la parte dei protagonisti. Anzi, sono convinto che  faremo una grandissima stagione. Se è vero che Alberto (Morea, seduto a poca distanza) ha voglia di rivincita, è vero che io ho voglia di mantenere la Pallacanestro Ferrara vincente, perché Ferrara ha tradizione e deve stare in categorie importanti”.

Da parte sua coach Morea (accompagnato dal vice Andrea Turchetto) ha dato l’impressione di non voler sbagliare neanche una parola al suo nuovo debutto da tecnico della Pallacanestro Ferrara, tanto da essersi preparato un foglio che riassumeva i concetti da toccare nel suo intervento. Bulgarelli lo ha introdotto in termini lusinghieri, facilitandone parzialmente il compito: “Avevo una sorta di debito nei suoi confronti – ha detto il presidente – perché nella sua prima esperienza a favore gli avevo messo a disposizione una squadra non all’altezza della situazione”.
“Oltre a ringraziare il presidente per l’opportunità – ha esordito Morea – vorrei rendervi partecipi di una sensazione che ho sentito forte fin dal primo momento in cui mi è stato proposto di tornare qui. C’è un concetto, proprio dei manuali di organizzazione aziendale, che in inglese viene espresso con ‘Stay on the same page’, tradotto letteralmente significa stare sulla stessa pagina. Dalla pagina all’opera letteraria il passo è breve, così ho pensato che la mia esperienza a Ferrara si possa sintetizzare in una sorta di trilogia. Morea Uno (i tempi del Basket Club, ndr) è stata un’opera giovanile, allegra spensierata. In quel periodo ho vissuto più al palazzo che a casa mia. E’ stata divertente, ci sono state anche delle promozioni. Ho conosciuto tante persone e allenato tanti ragazzi. Morea Due rappresenta un’opera più adulta: tosta, durissima. C’è stata una caduta, ma anche un desiderio forte di rialzarsi. Ora mi trovo a scrivere il terzo volume. Per farlo ho bisogno di avere tutti sulla stessa pagina. Presidente, staff, giocatori, tifosi, stampa. Una sorta di quintetto che deve muoversi nella stessa direzione”.

“Penso che il presidente abbia compiuto una scelta coraggiosa – ha continuato Morea – e il mio ringraziamento arriverà con i risultati che cercheremo di ottenere. L’ho trovato molto motivato, interessato. Vuole fare il bene della Pallacanestro Ferrara”. Da Morea è arrivato anche un messaggio diretto ai tifosi che hanno reagito non proprio con calore al suo ritorno, soprattutto dopo il ritorno da avversario con Mantova e l’esultanza dopo la vittoria ai playoff: “Sono molto dispiaciuto se il mio comportamento da avversario può avere urtato anche solo un tifoso, non volevo certo mancare di rispetto. Se ho esultato in direzione della tribuna era per condividere quella gioia con la mia famiglia. Ricevere un’ovazione al palasport è sempre stato il mio sogno e spero di festeggiare in quel palazzo con tutti i tifosi di Ferrara. Sogno di abbracciare tutti i tifosi, non solo chi mi ha sostenuto. È l’emozione che io voglio condividere con questo pubblico adesso”.

E la squadra? “Le nostre fatiche nella ricerca del roster hanno a che fare con la volontà di trovare dei giocatori con qualità tecniche specifiche e con il carattere per vincere da subito. Quelli con cui abbiamo parlato finora hanno ricevuto un messaggio di feroce urgenza dell’adesso, vogliamo continuare a vincere. Sanno qual è la situazione, serve gente che voglia vivere un’esperienza del genere. Stiamo cercando di costruire una squadra completa, in cui non ci siano solo giocatori in grado di segnare, ma anche gente di prendere un rimbalzo o di portare acqua. Ci saranno gerarchie tecniche ben precise e la predisposizione a correre, l’obiettivo finale è quello di emozionare esprimendo una bella pallacanestro”.

Pragmatico e molto sintetico l’intervento del gm John Ebeling: “Siamo in trattativa con due giocatori (il primo dovrebbe essere Lestini, ndr) ma non voglio sbilanciarmi fino a che non vedo le firme nero su bianco. Stiamo facendo scelte che vanno di pari passo l’una con l’altra e questa sarà una settimana fondamentale per il delinearsi della formazione”.

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