L’ottimismo di Pellegrini per la nuova stagione delle Aquile: Ci toglieremo delle soddisfazioni

A poco più di un mese dall’inizio del campionato italiano di football americano di massima divisione, incontriamo per un’intervista a cuore aperto Raffaello Pellegrini, General Manager delle Aquile Ferrara. L’appuntamento è presso il suggestivo impianto sportivo del Mike Wyatt Field di via Cimarosa, il nido delle Aquile, dove in una serata limpida e fredda, un nutrito gruppo di ragazzi di notevole stazza fisica corre e suda sul campo con percepibile impegno.

Quali sono gli obiettivi delle Aquile per la stagione ormai imminente?
“Come lo scorso anno le Aquile sono state inserite nel girone Sud, dove i neopromossi Guelfi Firenze hanno sostituito i retrocessi Briganti Napoli; girone decisamente più abbordabile sulla carta rispetto all’altro, ragion per cui l’obiettivo minimo della stagione sono i play-off. Poi negli scontri a eliminazione diretta, se ci arriveremo con i giocatori chiave in salute, tutto è possibile; magari anche trovarmi a tifare per la mia squadra in una finale che mi vedrà comunque ancora protagonista come organizzatore”.

Come sta procedendo la preparazione precampionato?
“Mi dicono bene. Io purtroppo a causa dei miei impegni lavorativi non posso quasi mai presenziare agli allenamenti, ma so per certo che il coaching staff sta facendo un ottimo lavoro, ed i ragazzi ci stanno dando dentro di brutto. E dalla prossima settimana, con l’arrivo degli atleti americani, fisiologicamente il livello di intensità degli allenamenti aumenterà, sia dal punto di vista tecnico che agonistico”.

Come sono stati scelti i giocatori Import?
“Devo ringraziare coach Mantovani che ha fatto un ottimo lavoro di scouting per selezionare i papabili in base a carriera universitaria, filmati e statistiche. Poi la scelta finale è stata fatta soprattutto in base al modo di porsi e all’educazione dei ragazzi nonché alle motivazioni e alla ‘voglia’ che hanno dimostrato di calarsi in questa esperienza cultural/sportiva oltreoceano”.

Quali sono i rinforzi italiani reclutati per questo campionato?
“Nella scorsa stagione abbiamo avuto grossi problemi con la linea di attacco, per cui abbiamo concentrato i nostri sforzi per renderla più “pesante”: 250 kg sono arrivati da Bologna con le fattezze dell'”highlander” Gianluca Renzi, che ha già militato nelle Aquile qualche stagione fa, e del giovane colosso Gianluca Pellegrino (135 kg), mentre da Venezia ne sono arrivati altri 250 equamente distribuiti tra Alberto Molina e Francesco Lazzaro. Insieme al nazionale Stefano Chiappini formeranno l’offensive linee sicuramente più “fisica” mai vista a Ferrara, e una delle più pesanti e tecniche di tutta la IFL. Dai Giants Bolzano è inoltre arrivato il forte ricevitore Mattia Capogrosso, a completare un attacco già ricco di talento e forte dell’altro nazionale Dario Mingozzi. In difesa un innesto importante in linea, il bolognese Matias Righi anche lui nel giro della nazionale, e uno nella secondaria, la safety napoletana Paolo Vettorel, con due anni di esperienza IFL da titolare con i Briganti”.

Il coaching staff è tutto italiano. Quali sono le novità rispetto alla scorsa stagione?
“L’Head Coach Mantovani potrà contare oltre che sui collaudati Brunetti (Defensive Cordinator) Petix (quarterback), Borra (ricevitori), Ferraresi (offensive line) e Guio (quality coach), anche su tre graditissimi e importanti ritorni e su una novità assoluta. Bob Ladson, americano di nascita ma ferrarese, già giocatore delle Aquile di Felloni e poi più volte in passato nel coaching staff estense, allenerà i running back, mentre Stefano Ferrari, già giocatore nonché presidente della squadra per diversi anni, si occuperà dei linebacker. Ritorna anche Stefano Zucchelli, difensore negli anni 80 poi assistente dell’indimenticabile Mike Wyatt che, come fece ormai 30 anni fa con il sottoscritto, si occuperà di migliorare la tecnica dei defensive back e di ottimizzarne l’utilizzo in campo. La novità arriva direttamente dal coaching staff della nazionale: Piergiorgio Degli Esposti allenerà gli special team, reparto che nella scorsa stagione ci ha dato non pochi problemi”.

Andiamo oltre la prima squadra. Che progetti ci sono nel 2016 per l’attività giovanile e quella femminile?
“Il futuro è nostro. Se sono infatti convinto che già quest’anno faremo bene in IFL, sono assolutamente certo che quando il nostro nucleo della squadra Under 15 incomincerà a giocare con casco e paraspalle la nostra Under 19, che quest’anno ha disputato un campionato ‘di sopravvivenza’, diventerà imbattibile e qualche anno dopo contribuirà ad aprire un lungo ciclo vincente in prima squadra. La caratteristica che rende unico il nostro sodalizio è infatti la continuità generazionale: oggi tutti i dirigenti e i coach sono ex giocatori, e molti dei giocatori (il 50% della squadra Under 13 Campione d’Italia 2014) sono figli di giocatori. Per quanto riguarda le Fenici, Campionesse d’Italia 2014 e semifinaliste 2015, sarà probabilmente un anno di transizione a causa del roster ridottissimo”.

E per quanto riguarda il “farm team” dei Comacchio Buccaneers?
“Una brillante operazione di archeologia sportiva pensata, sceneggiata e diretta da Leonardo Romani, che ci consentirà di far fare esperienza in terza divisione ai nostri giocatori non ancora pronti per il massimo campionato.
Inoltre approfitteremo del grande entusiasmo che si è creato a Comacchio, per organizzare il 29 maggio un grandissimo evento di football, con due squadre di college USA che al Raibosola affronteranno prima i Chiefs Ravenna e poi a seguire le Aquile, che schiereranno per l’occasione tra le proprie fila anche i giocatori dei Buccaners”.

Sappiamo di un’iniziativa di crowdfunding attualmente in corso, di che si tratta?
“Anche in questo caso tutto il lavoro, ed il merito, vanno a Matteo Mantovani, che ha reso reale un’ispirazione di Val Gunn, non rimpianto Head Coach lo scorso anno, creando i presupposti per fare una raccolta fondi virtuale, dove però per fortuna le donazioni che arrivano sono tangibili, destinate a terminare i lavori di ristrutturazione del Mike Wyatt Field, che grazie alla convenzione appena rinnovata con il Comune, che ringrazio personalmente nella figura dell’Assessore Merli per il grande supporto che ci ha dato, sarà la casa ferrarese del football per altri nove anni. E oggi, quello che tre anni fa era un campaccio di periferia fatiscente e da derattizzare urgentemente, è di fatto per capienza il secondo stadio cittadino dopo il Mazza; tutto grazie a investimenti mirati ma limitati, ma soprattutto al volontariato di dirigenti e atleti”.

Quale ruolo vede per il football americano nella realtà sportiva ferrarese?
“A esclusione dell’ultracentenaria SPAL, gli unici sodalizi estensi con una tradizione più antica sono la pallamano femminile e la 4Torri basket, per cui i 36 anni di ininterrotta attività che sono già un esempio unico in tutto il football italico, credo siano in ambito cittadino una dimostrazione di virtuosità gestionale in un contesto socioeconomico dove fare sport, e farlo fare ai giovani, diventa ogni anno più difficile. Ovviamente niente di ciò sarebbe possibile senza il supporto di tanti sponsor, piccoli e piccolissimi, che apprezzano il nostro modo di insegnare sport (e l’inglese, indispensabile per capire gli schemi) e di tramandare i valori connaturati alla nostra disciplina di generazione in generazione. Ma lavorando in maniera seria riusciamo ad accontentare anche i responsabili marketing delle grandi aziende: ne è prova l’ultima sponsorizzazione che ufficializzo attraverso questa intervista, ad opera di UnderArmour, nonché quella da parte di Rexnord-Tollok che anche quest’anno continuerà ad affiancarci, purtroppo non più come main sponsor, motivo per cui il mio lavoro incessante per completare il budget è purtroppo tutt’altro che concluso”.

Infine, per il quarto anno consecutivo la Federazione ti ha chiesto di organizzare le finale del campionato: mi pare un bel successo.
“Sarebbe facile rispondere che la scelta è giustificata dalla qualità del lavoro svolto negli ultimi tre anni in collaborazione con Raffaele Maragno, ma la realtà e che non trovano nessun altro così matto da essere disposto a sobbarcarsi una fatica del genere. E quest’anno il 9 luglio allo stadio Manuzzi di Cesena ne vedrete veramente di tutti i colori”.

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