Un’immagine da Bari per concludere il 2016 e per iniziare un anno pieno di ottimismo

C’è un’immagine che mi piacerebbe fosse percepita come simbolo della strepitosa annata spallina che sta per terminare. E’ stata pubblicata su Facebook dal mio amico Matteo Roversi, e ritrae lui che trascorre il dopo-partita di Bari-Spal in una pizzeria di quella città assieme a un gruppo di tifosi biancorossi. Il commento che accompagna l’allegro momento conviviale immortalato da due magnifiche istantanee è il seguente: “Io l’ho conclusa così… il calcio deve essere anche questo… da solo in una pizzeria con otto baresi, mi hanno invitato a tavola con loro… bellissima fine serata! Grazie Spal!!! Grazie ragazzi!!! Grazie del sogno!!!!!”.

Cosa volete che vi dica, amici lettori, a me episodi come questo, prima mi emozionano, poi mi fanno pensare e, infine, mi infondono ottimismo. E, se permettete, al giro di boa di un nuovo anno, di ottimismo c’è proprio bisogno. Vedere otto baresi e un ferrarese a tavola insieme, orgogliosi della diversità delle loro sciarpe e consapevoli che i sentimenti sono comunque gli stessi, mi ha ricordato… il pane: il loro e il nostro. Quelle belle pagnotte croccanti da tagliare a fette per farne deliziose bruschette e le nostre ciupete che si fanno mangiare senza companatico come una prelibatezza unica. Possiamo essere baresi o ferraresi, – penso – ma la bontà dei nostri pani ci unisce, quello che “l’è al pan ac cava la fam”, come dicevano un tempo i nostri vecchi… e scommetto che anche il dialetto barese contempla questa espressione popolare, figlia dei morsi della fame. Le sofferenze le abbiamo patite noi come loro, ed esse ci affratellano e dispongono all’accoglienza. E così si può essere tifosi del Bari o della SPAL fin che si vuole, ma quando si tratta di mostrare la nostra ospitalità siamo tutti uguali.

“Il calcio è anche questo”, dice Matteo, ed è un messaggio forte il suo, che non può passare sotto silenzio. Il calcio è sana rivalità, ma anche amicizia, cordialità, rispetto e voglia di condividere momenti di allegria; e, magari, di scoprire quant’è buona la pizza che fanno a Bari o quanto sono belli i monumenti di quella città; o che andare in trasferta può diventare un’occasione di arricchimento culturale che renderà meno amara un’eventuale sconfitta.
Grazie Matteo di questo bell’insegnamento di fine anno che ci fai pervenire. Ne faremo tesoro, nella consapevolezza che non saremo mai perdenti, anche se dovremo attraversare fasi meno esaltanti di quella che stiamo vivendo. Auguriamo dunque buon anno a tutti noi che amiamo il calcio, a qualunque fede o bandiera apparteniamo.

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