Pasi punta Scafati e allontana Delfino: Non arriverà. Il passaggio del turno? Si può fare

Chi si aspettava un colpo di mercato ad effetto da parte della Bondi in vista dei playoff dovrà accettare una delusione. Nei giorni scorsi era venuta prepotentemente fuori la voce di un interessamento da parte del club di Fabio Bulgarelli nei confronti di Carlos Delfino, guardia argentina con un passato in Italia tra Reggio Calabria e Bologna (sponda Fortitudo), ma soprattutto nove stagioni in NBA e un oro olimpico ad Atene, proprio in finale contro l’Italia. Insomma, non uno qualunque, che caso vuole sia anche compagno della sorella di Riccardo Cortese. Via preferenziale per vederlo a Ferrara? L’ipotesi è tramontata ancor prima che potesse realmente prendere forma.

A spiegare tutta la faccenda è stato Alessandro Pasi in un’insolita conferenza stampa convocata nel pomeriggio di martedì. Tra i vari argomenti affrontati dal ds anche un breve bilancio sulla regular season appena conclusa e, ovviamente, una panoramica sui playoff, tutti da vivere a partire da gara 1 del primo turno, in programma domenica 29 aprile a Scafati contro la Givova: “Delfino? La nostra proposta è stata puramente tecnica. Adesso si sta allenando con la Virtus Bologna, ma senza aver firmato alcun contratto che gli consenta di prendere parte alle partite. Così abbiamo pensato di potergli offrire sia la possibilità di allenarsi, che di riprendere il ritmo partita dopo un lungo periodo di inattività. In più è vicino a casa. Questo è stato il nostro approccio. I primi contatti c’erano stati già a marzo, prima che tornasse sui campi, ma non ho intenzione di insistere perché non sta a me dirgli come pianificare la sua carriera. Non abbiamo partecipato ad aste milionarie, la nostra ci sembrava una proposta logica sotto tanti punti di vista, ma non è andata. Nessun problema, questi siamo e questi rimarremo, e siamo molto contenti così“.

Parte così il suo elogio al gruppo capitanato da Cortese, che dopo l’arrivo di Bonacina in panchina ha letteralmente cambiato marcia, centrando un posto alla post season tutt’altro che scontato ad un certo punto del campionato: “Le basi che sono state gettate si sono rivelate essere buone. Il primo criterio che è stato seguito nella composizione del nucleo era il livello morale delle persone, in modo da avere un certo tipo di garanzie umane. Da qui le conferme di Moreno, Molinaro e Cortese, il ritorno di Rush. Tutti elementi già conosciuti e testati, non solo a livello sportivo. Di giocatori ne conosciamo tanti, ma certi possono avere qualche altra mancanza. Col senno di poi abbiamo messo giù un mattone che ha tenuto su l’ambiente anche in periodi di scossoni e vicissitudini. Di questo ne siamo contenti e me ne compiaccio, lo dico anche con un pizzico di orgoglio e affetto perché la fiducia è stata ripagata. Prima c’è l’uomo, poi il giocatore, tecnico o dirigente“. Poi una menzione anche per chi è arrivato la scorsa estate: “Hall, Fantoni, Drigo, Panni, Carella, Mancini. Quest’inverno Donadoni. Senza dimenticare Venuto, che ha deciso per sua volontà di lasciarci. Ci è dispiaciuto, ma non abbiamo potuto far altro che prenderne atto. La sua scelta poi è stata metabolizzata dal gruppo e la decisione del club, anche in accordo con lo staff tecnico, è stata quella di non alterare certi equilibri che si erano venuti a creare. La rosa è corta, lo sappiamo, ma col tempo anche il minutaggio di chi giocava meno è cresciuto. Penso a Panni, partito come terza scelta nel parco esterni, ora invece primo cambio. Quindi devo fare i miei complimenti a tutti, i risultati stanno tenendo alto l’entusiasmo a Ferrara, ma il merito va anche al valore morale di un gruppo che ha dimostrato, con potenzialità atletiche di cui eravamo a conoscenza, di poter centrare il nostro obiettivo. Volevamo andare ai play-off e ci siamo riusciti in un giro che sapevamo essere duro, ma non così tanto. Non credevo che a quota 34 punti si dovesse sgomitare per entrare tra le prime otto“.

La svolta stagionale è arrivata con la promozione di Bonacina a head coach al posto dell’esonerato Martelossi: “Andrea è stato bravo nell’affidare a Moreno le chiavi della squadra e a mettere Hall nelle condizioni di sfruttare maggiormente faccia a canestro il suo talento. Ha dato fiducia a Rush, ricevendo in cambio un rendimento costante. In più la squadra intera ha aumentato la sua pressione difensiva, e questo è un dettaglio che parte dalla testa dei giocatori. Bonacina  ha saputo mettere insieme un gruppo sicuramente con tanto talento e tanto potenziale, formato da giocatori compatibili tra loro. Mi viene da ridere quando ripenso che c’era qualcuno che sosteneva, ad esempio, che Rush e Cortese non potessero coesistere“.
E un sassolino, a proposito di quest’ultima affermazione, Pasi se lo vuole togliere: “Sentire che Cortese e Rush non potevano giocare insieme mi ha sorpreso. Ormai nel basket i ruoli sono spariti, il gioco si è evoluto e un lungo può portar su la palla e se definiamo incompleto uno come Cortese vuol dire che di basket non c’ho mai capito nulla. Per il secondo anno è stato il nostro miglior giocatore e non credo che il suo valore possa essere messo in discussione. Stesso discorso vale per Erik. Purtroppo l’infortunio di inizio anno e la mancanza di fiducia nei suoi confronti hanno fatto sì che per lungo tempo fosse il fantasma del giocatore che conoscevo, ma ora è tornato ai suoi livelli e ha anche ricevuto richieste in sede di mercato. Entrambi possono stare sia dentro che fuori dall’area, difendono quasi su tutti… Hanno mostrato di saper essere estremamente duttili“.

Ma la rosa resta comunque sensibilmente corta ed è impossibile non rendersene conto, soprattutto con l’avvicinarsi del play-off, quando le partite saranno ravvicinate e ci sarà poco tempo per recuperare energie: “Con Bonacina abbiamo avuto modo di scambiare punti di vista e di riflessione. E’ ovvio e scontato che con tanti giocatori over 30, giocando ogni tre giorni, non è ipotizzabile affidarsi ai soliti noti per 35-37 minuti a gara, il rischio è di stancarli. Uno degli obiettivi è quello di trovare e scavare rotazioni durante la serie. A Piacenza è stata la nostra gara 0 dei play off, mi piace pensarla così. Si sono visti uomini che fino a questo momento hanno avuto meno minutaggio”.

Ora tutta l’attenzione è rivolta alla doppia trasferta di Scafati (29 aprile ore 20,30 e 1 maggio ore 18): “Andiamo a Scafati, posto un po’ fuori mano, caldo, ma adesso ci divertiamo. Non andremo sicuramente a fare i turisti. Qualche cosa di tipico lo mangeremo, ma battute a parte, vogliamo lo stesso rispetto che abbiamo noi nei confronti del nostro avversario. La piazza è calda, non è arrivata seconda nel girone ovest per caso. La mia personale favorita è Treviso, ma ho molto rispetto di Scafati e andremo a giocarcela con il morale alto. Percentuali di passaggio al secondo turno?51% Scafati, 49% noi, ma solo perché abbiamo il fattore campo a sfavore. Di sicuro non c’è niente, l’andamento della regular season lo ha dimostrato. Per chi gioca contro di noi è difficile inquadrarci, ma questo non vuol dire che siamo favoriti. A questo punto dell’annata entrano in gioco tifo, ambiente, clima, e si sa che ai play-off cambiano le carte in tavola“.

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