Dal Bellaria alla Sampdoria, un’altra ultima di passione. Braiati: Si gioca tutto sulla psicologia

Dal Bellaria alla Sampdoria il passo è breve. Sembra ieri che la SPAL di Massimo Gadda se la doveva vedere con la formazione romagnola in una gara tra la vita e la morte, promozione in Serie C o retrocessione in D. Era la prima stagione con la famiglia Colombarini al timone, Mattioli presidente e tanti sogni nati nell’estate del 2013 dopo la tremenda annata sotto l’egida di Benasciutti. Il collante, in quel salto di qualità (e categoria) fu Edoardo Braiati, presente in quel 4 maggio 2014, quando le reti di Cozzolino, Varricchio e Capellupo permisero alla SPAL di superare il Bellaria davanti ad un Mazza in festa, spingendo i colori biancazzurri oltre il primo gradino di una scala che nessuno avrebbe mai pensato potesse portare così in alto in così poco tempo. L’ex centrocampista spallino si è lasciato andare ad un rapido flashback tornato d’attualità, a pochi giorni dalla partita decisiva con la Sampdoria, per alcuni versi simile a quella di quattro anni fa dal sapore così dolce.

Edoardo, tu la gara con il Bellaria l’hai giocata entrando nel secondo tempo a festa ormai iniziata. Che tipo di approccio psicologico si deve avere in situazioni simili?
“Sicuramente i tre giorni che precedono la partita ai giocatori sembrerà che durino molto, molto di più. A fine stagione la stanchezza è tanta, lo stress anche, la voglia di chiudere l’anno si fa strada, ma all’orizzonte c’è un grandissimo traguardo da raggiungere. La speranza sarà probabilmente quella di trovarsi di fronte una Sampdoria rilassata, ma molto dipenderà dal carattere di ogni singolo atleta e la tenuta mentale può essere decisiva. La voglia in questi casi può essere determinante. Io di play-off e play-out ne ho giocati tanti nella mia vita e quando il rischio che si corre è una retrocessione sicuramente la posta in palio può pesare di più, al di là della delusione di non centrare una promozione. E’ tutta una questione psicologica, ma comunque la SPAL, a mio modo di vedere, non avrebbe potuto arrivare meglio a questa sfida decisiva”.

In che senso?
“Nel senso che ha fatto e sta facendo un grandissimo campionato. Ad una giornata dalla fine ha in mano il proprio destino e ha raccolto complimenti in giro per l’Italia, per esempio da grandi piazze come Napoli e Genova. In più il pubblico del Mazza è sempre numerosissimo e il supporto non manca di certo, quindi può sicuramente raggiungere il suo obiettivo e me lo auguro”.

Cosa ci si può aspettare da un avversario virtualmente già in vacanza e che per quest’anno non ha più nulla da dimostrare?
“Io dalla Sampdoria non mi aspetto certamente favori. Giampaolo è un allenatore molto esigente e allena dei professionisti che entreranno in campo per fare la loro partita. Certo è che la tensione in casa blucerchiata potrebbe essere calata un po’, magari i giocatori escono un paio di volte in più la sera, si riposano di più, si allenano a mente libera, la concentrazione non è ai massimi livelli, ma questo non vuol dire che sarà facile. Poi dipende sempre dall’ambiente e anche dalla dirigenza, e non credo che quella doriana lasci passare il messaggio che la stagione sia già finita”.

Vedi punti di contatto tra la stagione 13/14 e quella attuale?
“No, è veramente tutto un altro mondo. Le cose sono chiaramente cambiate, la società è cresciuta dal punto di vista professionale e sta facendo un grandissimo lavoro. In comune ci sono Mattioli e la famiglia Colombarini, ai quali va fatto un grandissimo applauso per il lavoro svolto. Poi c’è Lazzari… Speriamo possa recuperare, sarebbe un rientro fondamentale. Devo essere sincero: non credo sia un fenomeno, ma incarna alla perfezione lo spirito spallino. Lotta, corre, gioca col cuore, è veloce come un razzo. Con l’impegno e il sacrificio si sta facendo largo e soprattutto è un bravissimo ragazzo che, dopo i miglioramenti tattici e tecnici che ha fatto, merita di trovarsi dov’è arrivato ora”.

Sampdoria in vacanza al pari del Bellaria?
“Beh, non proprio, anche se la situazione è simile. Noi affrontavamo una squadra già retrocessa, che non paragonerei nemmeno al Benevento. Quando si gioca con la testa completamente libera da tempo può succedere di tutto, come dimostra il percorso da dicembre a questa parte. Loro erano sicuri di essere già in B praticamente dalla fine del girone d’andata e non sono sicuro che avrebbero fatto un ritorno così buono se i punti avessero avuto un peso specifico diverso anche per loro. Giocare senza pressioni è un vantaggio. Ma nel caso della Sampdoria ci sono altri fattori da considerare: qualcuno dei suoi giocatori andrà al mondiale, magari ha già la testa altrove. Ma, ripeto, non mi aspetto sconti, com’è giusto che sia”.

Parliamo di un tema che da inizio anno è sempre stato sulla bocca di tutti: gli episodi arbitrali a sfavore che danno la sensazione di un sistema anti-SPAL. 
“A queste cose non credo minimamente e soprattutto non sono mai stato uno che ama piangersi addosso. Sicuramente qualche svista arbitrale c’è stata, ma non perché la Lega di Serie A o qualche altra figura non vuole la SPAL in questa categoria, di questo ne sono convinto. L’importante è che i giocatori diano il massimo, sempre e comunque, senza ascoltare voci che potrebbero anche influenzare. Il fatto di essere stati penalizzati non deve diventare un alibi e mi sembra che per la squadra non lo sia diventato, perché la forza della SPAL è stata proprio questa: reagire alle difficoltà con prestazioni solide. Un altro gruppo magari si sarebbe sciolto, invece no, la SPAL è rimasta sempre sul pezzo senza demoralizzarsi e ora, insieme al Crotone, sta lottando con le unghie e con i denti”.

Quanti sono i meriti di Semplici?
“Tantissimi. Ripeto, i complimenti vanno fatti alla famiglia Colombarini e al presidente Mattioli, ma prima di tutto all’allenatore, bravo e coraggioso nel continuare con la stessa impostazione vincente che gli ha permesso di centrare due promozioni sul campo dominando sia in C che in B. Mantenere la stessa idea di gioco vuol dire diventare un punto di riferimento e lui lo è, e spero che rimanga a Ferrara ancora a lungo perché lo considero un vincente”.

Credi ci siano possibilità di trattenerlo? Il suo contratto con la SPAL scade a giugno del 2019.
“Se la squadra dovesse riuscire a salvarsi penso di sì. In caso di retrocessione non so, in questa stagione ha fatto bene e altre realtà potrebbero interessarsi a lui. Ha dimostrato di poter restare in A non solo per recitare la parte della comparsa. Va detto che la SPAL non ha elementi in grado di fare la differenza da soli, quindi se lotta ancora per ottenere la salvezza è merito di un gruppo che lui è stato bravo a gestire”.

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