La SPAL di Galeone e l’Inter di Rummenigge a cena a Porotto

E NON RESISTO LONTANO DA TE.
STORIE DI (STRA)ORDINARIA TIFOSERIA.
Riceviamo e pubblichiamo l’ottavo contributo della rubrica curata da Michele Ronchi Stefanati.
Se anche voi volete mandarci i vostri ricordi, vicini e lontani e le vostre esperienze di tifo biancazzurro scriveteci a [email protected] .
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Ventidue agosto 1984. La S.P.A.L. è allenata dal grande Giovanni Galeone, con il quale gioca un calcio spettacolare e un po’ sfacciato. E’ la prima giornata del secondo girone eliminatorio di Coppa Italia e di scena al “Comunale” di Ferrara c’è addirittura l’Inter. Un esordio di fuoco e il risultato – tre a zero per i nerazzurri – conta fino a un certo punto. La S.P.A.L. gioca a viso aperto contro una squadra di altro livello, che quell’anno sarà terza in serie A, farà la semifinale di coppa UEFA e arriverà in fondo anche alla stessa coppa Italia, perdendo proprio ad un passo dalla finale, di misura, contro il Milan di Tassotti, Evani e Liedholm.

Era l’Inter di Ernesto Pellegrini, con Ilario Castagner in panchina. Un’Inter dai grandi nomi, da Rummenigge a Brady, e piena di campioni del mondo: da Collovati a Causio, da Bergomi a Altobelli. A Ferrara, quel ventidue agosto, l’Inter scende in campo con la formazione tipo: Walter Zenga tra i pali, la difesa a quattro composta da Ferri, Baresi, Collovati e Bini, poi Mandorlini, Marini, Causio e Brady e, di punta, spillo Altobelli e lui, Karl Heinz Rumenigge, due volte pallone d’oro, due volte vice-campione del mondo con la Germania, tre volte capocannoniere della Bundesliga e una volta miglior marcatore della Coppa dei Campioni.

In quella stessa Inter, in panchina, c’è anche un giovanissimo Massimo Ciocci, che approderà alla S.P.A.L. molto più tardi, nel 1992/1993, con grandi aspettative almeno in parte disattese, per poi tornare subito in A, al Genoa e al Padova.

Ma torniamo a quella notte d’agosto, all’alba di una stagione non fortunata per la S.P.A.L., conclusasi con un quattordicesimo posto nel girone A della serie C1. L’anno prima, però, la S.P.A.L. di Galeone aveva appassionato il pubblico, con il suo gioco frizzante, e il quarto posto finale aveva ricreato un entusiasmo che si era perso dopo l’addio del sor Mario Caciagli e la retrocessione dalla B. Quel ventidue agosto, infatti, complice anche l’avversario di prestigio, il “Comunale” è stracolmo. Ci sono i ventimila di Ferrara a caricare i giocatori in campo e, in particolare, uno di loro. E’ un ragazzino proveniente dal vivaio e gioca in difesa. Si chiama Diego Turola, viene da Goro e ha il temperamento della gente di quelle parti. Lo ricorda bene Sandro, tifosissimo spallino, che ci scrive ricordando quella partita come una serata di gioia per il popolo spallino, nonostante la sconfitta. Turola, quella sera, tirò fuori tutto quello che aveva e marcò divinamente Rumenigge, racconta Sandro.

La S.P.A.L., quella sera, schiera De Toffol, Zagano, Turola, Gustinetti, Fraschetti, Pregnolato, Trombetta, Namia, Caputo, Cavestro, De Gradi, Bresciani. I ragazzi di Galeone giocano bene e resistono per venticinque minuti alla forza d’urto dell’Inter. Al 27’ però, Liam Brady porta in vantaggio i suoi. L’irlandese ex di Arsenal, Samp e Juventus insacca di testa su cross di Rummenigge. I nerazzurri raddoppiano già nel primo tempo, al 36’: Marini suggerisce per Causio che inventa per lo stesso Rummenigge. Il tedesco entra in area e fulmina De Toffol con un destro imparabile. La S.P.A.L.  però, non crolla. Gioca un buon secondo tempo e fronteggia alla grande quell’Inter anche con i nuovi entrati Angelini, Peressotti e Guariento. Il risultato cambia solo all’86’, quando Mandorlini, dal limite, prova la gran botta e supera nuovamente De Toffol per il tre a zero finale.

Al termine della partita, l’Inter si fermò ospite dell’Inter Club al teatro di Porotto, con tanto di cena tutti insieme. Una serata di festa ed un gesto insolito, come dice Sandro, perché le squadre di solito dopo le partite salgono sul pullman e tornano a casa. Un altro episodio di un calcio che non c’è più.

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