MORO, SANTINO E I RIMPIANTI SPALLINI

C’è chi ha iniziato a giocare a calcio nel piazzale della chiesa, chi nel cortile di casa e chi addirittura nel parcheggio del supermercato. Tu dove hai cominciato a tirare i primi calci al pallone?
“Come molti ragazzini i primi calci al pallone li ho tirati nel campetto del paese e anche nel  giardino di casa mia. Dopo la scuola e i compiti era quello il nostro divertimento”.

Hai sempre voluto diventare un calciatore professionista oppure sei nato sotto una stella fortunata?
“Penso che diventare un calciatore professionista sia il sogno di tutti. Non credere… è una vita di sacrifici, non tanto una questione di fortuna, piuttosto di grande volontà e tenacia. Poi certo ci sono anche gli incontri giusti al momento giusto…”.

In ritiro con il Torino, qualche stagione fa, hai subìto un brutto infortunio che ti ha tenuto in stand by per un po’.  Le alternative erano rimanere in serie B ma non giocare oppure scendere di categoria e ricominciare un po’ alla volta. E così è iniziata la tua esperienza spallina…
“Sì è vero, giocando in ritiro con il Torino mi sono infortunato e ho dovuto rallentare un po’. Però la voglia di giocare era tantissima e allora, pur di farlo, sono sceso di categoria. Sono decisioni impegnative, non sai mai come andrà a finire però alla fine possono essere anche esperienze interessanti e quella con la Spal lo è stata”.

Ma se il tuo ginocchio non si fosse rotto ci saresti venuto lo stesso a giocare nella Spal?
“Sì, certo. La Spal è una grandissima squadra e farne parte è un onore oltre che una grande scuola”.

Tanto per fare del sano pettegolezzo, raccontaci qualche aneddoto simpatico dello spogliatoio spallino!
“Ti dico solo che lo spogliatoio di una squadra è sacro e quindi non ti racconterei mai quello che succedeva all’interno del gruppo! L’unica cosa che ti posso dire è che i compagni con cui avevo più legato in assoluto erano “bambino” Zamboni e Paolo Rossi. Con loro passavo molto tempo  dentro e fuori il campo!  Auguro a entrambi tutta la fortuna possibile. Per il resto… top secret”.

Adesso sono ancora più curiosa di prima… Nemmeno se insisto un po’ riesco a farmi dire qualcosa dei tuoi ex compagni?
“Nemmeno sotto tortura!”.

Che cosa ti è rimasto della tua esperienza a Ferrara e della sua squadra?
“Ferrara è una città stupenda e la squadra è ricca di storia. Ho un unico rammarico, quello di non aver potuto dare il meglio di me a causa dei miei problemi al ginocchio”.

Ce l’hai un gesto scaramantico da fare prima entrare in campo e giocare?
“Sì, faccio sempre il segno della croce prima di entrare in campo… Sai com’è… anti sfiga contro gli infortuni!”.

Dimenticavo!  Come sta Santino Sonny?
“Benissimo grazie! Adesso vive con i miei genitori”.

… Forse è meglio spiegare di chi stiamo parlando prima che ci prendano per fulminati!
“Sonny è il mio Bouledogue francese, un cane simpaticissimo che ho comprato proprio quando giocavo nella Spal!  Vedi? Un’altra cosa che mi porto dietro di Ferrara!”.

Cosa fai adesso? Giochi o stai aspettando un’offerta interessante?
“Quest’anno sono ad Ascoli. L’anno scorso ho vinto il campionato con lo Spezia.  Al momento non gioco ma spero di trovare presto una sistemazione che mi dia più spazio, magari già nel mercato di gennaio”.

Cosa fai nel tuo tempo libero quando non giochi a calcio?
“Niente di particolare, una vita tranquillissima e normale. Sono fidanzato quindi passo il tempo con la mia ragazza… Ogni tanto mi diletto in cucina  ma non stiro e non lavo!”.

E cosa farai quando tra qualche anno smetterai di giocare?
“Sai che no so? Quando smetto di giocare vorrei tanto tornare in Veneto a casa mia e vivere con la mia famiglia”.

Ti va di lasciare un messaggio ai lettori de LoSpallino.com e a tutti i tifosi della Spal?
“Auguro alla Spal di salire di categoria quest’anno perché la squadra è molto valida! E poi la tifoseria merita di tornare protagonista”.

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