FABBRO, IL BOMBER ED EX… MOMENTANEO

Filippo Fabbro è transitato nella galassia spallina per il breve spazio dello scorso ritiro estivo a Cavalese, prima di proseguire il suo viaggio con destinazione Lecco, pianeta Lega Pro Seconda Divisione. Al suo primo campionato da professionista sta facendo faville nella terra di Renzo e Lucia (finora dieci reti in quattordici incontri), tanto che si vocifera dell’interesse addirittura di società di B (in particolare il Portogruaro) sul forte attaccante che la Spal ha dato in prestito ai blucelesti. La società lacustre, che non sembra insensibile a eventuali lusinghe sottoforma di cospicue offerte per il suo giocatore di maggior spicco, in quel caso dovrebbe però confrontarsi con la Spal, proprietaria del cartellino, e coi propri tifosi, che di certo prenderebbero la cessione molto male visto che la loro squadra sta lottando per un posto nei playoff.

Quest’intervista all’ex andava fatta quest’anno, perché l’anno prossimo potresti rientrare alla base e non essere più un ex spallino.
“E’ vero. Chissà…”.

Cominciamo con una domanda molto originale, che sicuramente nessuno ti avrà mai fatto. Sei nato a Udine ventisei anni fa e prima di questa stagione hai sempre calcato i campi della serie D: che domanda ti potrei mai fare?
“Perché sei arrivato al professionismo così tardi?”

Indovinato!

“Ah! ah! E’ vero, non me l’ha mai chiesto nessuno. (ride) Guarda, sinceramente non lo so. Forse avevo la testa non indirizzata solo al calcio, perché era concentrata anche sullo studio, e poi, quando è stato il momento di emergere, dalle mie parti c’era solo l’Udinese in serie A (la Triestina era addirittura in C2), così sono stato costretto a girare per squadre minori della zona”.

Che cosa studiavi?
“Sono tuttora iscritto alla facoltà di Economia, e non mi manca molto alla laurea, ma ho dovuto interrompere gli studi da quando mi sono allontanato da casa. Anche l’anno scorso ad Este, nonostante fosse serie D, la società era impostata al professionismo, con allenamenti tutti i giorni, e quest’anno faccio ancora più fatica”.

In D a volte si guadagna più che in Lega Pro, vero?
“Sì, c’è chi preferisce giocare tra i dilettanti per guadagnare qualcosa di più, ma quando mi si è presentata una grande opportunità come quella della Spal, l’ho colta al volo”.

Perché credi che il Direttore Generale della Spal, Pozzi, abbia puntato su di te, a parte i ventisei gol dell’anno scorso che comunque sarebbero un motivo sufficiente?
“A lui piace scommettere, e quest’anno ha provato con me, dopo che gli è andata bene con Arma e Meloni”.

La tua mancata permanenza a Ferrara è stata per te una delusione o l’hai vissuta come una buona chance per andare a giocare con continuità?
“Non è stata una delusione, ma una mia scelta. Non mi hanno mandato via, potevo anche restare. Ho dovuto prendere una decisione l’ultimo giorno di mercato, ma è stata concordata con Pozzi. Certo, mi è dispiaciuto lasciare un mondo così bello come quello della Spal, ma qui a Lecco mi sono subito trovato bene”.

Cosa ti è rimasto del periodo del ritiro estivo con la Spal?
“Quel ritiro mi è servito per affrontare il salto di categoria con la giusta mentalità. E poi ho visto un gruppo eccezionale in un ambiente familiare. Faccio fatica a dirti con chi ho legato di più, perché il periodo è stato davvero breve, ma se devo fare un nome, dico Ghetti, il mio compagno di stanza”.

Sul sito del Lecco si legge questa notizia, datata 3 gennaio 2011: “Un plebiscito per Filippo Fabbro, con il 63,9% e oltre 1.800 voti raccolti il bomber bluceleste vince la “statuetta” come miglior sportivo dell’anno.” Te l’aspettavi un’annata del genere?
“No, davvero. Speravo di far bene, ma non così. Qui c’è un grande calore nei miei confronti, e tutti mi vogliono bene. Certo è facile, quando le cose vanno bene, ma quando sono arrivato era di giovedì, tre giorni dopo ho giocato, e da subito ho avvertito grandi aspettative dei tifosi verso di me. Sentire la fiducia e giocare con continuità sono cose molto importanti, soprattutto per un attaccante”.

Quali sono le tue caratteristiche in campo?
“Sono una prima punta. Adesso sto giocando da solo in attacco, comunque supportato dalla squadra dietro, ma fino all’anno scorso giocavo affiancato da una seconda punta”.

Sostituisciti per un istante a Pozzi, e consigliagli qualche tuo compagno per la Spal del futuro.
“Pozzi non ha bisogno di consigli, ma due nomi te li faccio: Alex Mattaboni, un centrocampista del ’91, e Filadelfio Carroccio, un esterno-seconda punta del ’92 in prestito dalla Reggina. Lavorano sodo e hanno la fortuna di giocare titolari in Seconda Divisione. Se acquisiscono la mentalità giusta, potranno fare bene ad alti livelli”.

Chi sono le favorite nel vostro girone?
“Sicuramente la Pro Patria, che è in testa ed è molto forte, ma sta attraversando delle grosse difficoltà societarie che potranno avere conseguenze. Poi la Pro Vercelli, che ora insegue ed è una buona squadra. Il primo posto dovrebbero giocarselo queste due. Noi siamo in zona playoff, e cercheremo di rimanere in alto fino in fondo”.

E nel girone della Spal?
“Credo che le Quattro-cinque squadre che ora sono davanti si giocheranno playoff e promozione diretta, e la Spal ha un gruppo con valori importanti. Non voglio dire che la vedo favorita, per non rischiare di portare sfortuna”.

Che cosa pensi potrà accadere alla fine della stagione?
“Non so. La Spal mi ha prestato al Lecco, che ha il diritto di riscatto ma solo della metà, e ho altri due anni di contratto con la Spal. Credo che al momento opportuno tutte le parti si siederanno attorno a un tavolo per prendere una decisione”.

Il tuo obiettivo minimo per l’anno prossimo immagino sia di giocare in Prima Divisione.
“Certo, c’è differenza con una Prima Divisione di vertice come quella della Spal, ma sto facendo una buona stagione, e con tutta calma vedrò se riuscirò a giocare nella serie superiore”.

Non è che speri che la Spal rimanga in Prima Divisione per avere più chances?
“No, assolutamente. In questo momento penso solo a fare un campionato importante qui a Lecco, ma auguro alla Spal il salto di categoria perché se lo merita e sarebbe un vantaggio per tutti, anche per me”.

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