Poche storie, qui non è Hollywood (cit.), e neanche Pechino dove in contemporanea alla prima amichevole stagionale della Spal giocano Juve e Napoli per la Supercoppa Italiana. Qui è Bagno di Romagna e non par vero di essere caduti così in basso. E non geograficamente parlando visto che ci si trova sull’appennino romagnolo. Soprattutto se si pensa che non più di tre estati fa la Spal affrontava la Lazio ad Auronzo di Cadore davanti a quasi seicento sostenitori rumorissimi, talmente tanto da ricevere i complimenti dei tifosi capitolini.
Ma tant’è, ormai il ricordo di chi ha trascinato la Spal nei bassifondi del calcio nazionale impallidisce di fronte alla voglia di ripartire e parlare di nuovo del pallone che rotola. Anzi, sarà meglio abituarsi in fretta alla provincia. A campi come quello della località termale romagnola, dove la tribuna in cemento è chiaramente non adatta a ospitare stampa e tifoseria del calibro spallino. L’entusiasmo per la nuova Spal non manca affatto: a poco più di venti minuti dal fischio d’inizio della partita contro la Ribelle Ravenna gli spettatori prendono a farsi un po’ più in là e a scambiare commenti improntati alla curiosità. Il signore che gestisce il bar prima si adopera in maniera squisita per la fornitura di energia elettrica ai giornalisti e poi si frega le mani per gli affari d’oro di giornata.
Pubblico parecchio variegato: oltre ai tifosi scesi dal pullman organizzato dal club Galo Guercio ci sono i soliti senatori del giovedì in via Copparo (subito impegnati in discettazioni tattiche a fine primo tempo) e donne equamente divise tra madri dei diversi giovanissimi in campo e fidanzate dei relativi. Il fatto che poi nel Ribelle Ravenna giochino due ex protagonisti del grottesco reality show “Campioni” fa tornare i conti in materia di presenze femminili. Neanche troppo a sorpresa sui gradoni di cemento si vede anche Oreste Pelliccioni, a distanza piuttosto marcata dai posti occupati da Roberto Ranzani e Roberto Benasciutti. Con quest’ultimo il sammarinese ingaggia un lungo faccia-a-faccia prima della partita, ma in tribuna i suoi unici interlocutori sono i tifosi.
Le vicende del campo riescono a coinvolgere con sufficiente intensità i tifosi di ambo le parti: da una parte i romagnoli incoraggiano i loro ragazzi a portare avanti la pugnace strategia di gara avviata fin dal primo minuto, dall’altra i ferraresi protestano a ogni intervento duro dei ravennati e applaudono a ogni giocata a effetto di Marongiu e del talentino albanese Shqypi. Quest’ultimo a causa del problematico intrigo di consonanti del suo cognome è già diventato per tutti Skippy. Auguri al ragazzo. Un battibecco vivace di Marchini con un avversario galvanizza i tifosi estensi e al tempo stesso preoccupa un filino sulle doti di autocontrollo di quello che sembra destinato a indossare la fascia di capitano in questa stagione. L’ingresso in campo di Guido Ghetti nella ripresa riaccende l’animo tenero di alcuni dei presenti, che prendono a chiamarlo ricevendo in cambio un saluto. Poco male se l’ex terzino biancazzurro timbra il cartellino segnando di sinistro, in giornate come queste gli si può perdonare. Si riparte da qui, con la giusta apprensione per il futuro, ma anche tanta voglia di essere di nuovo la Spal. Per davvero, senza sofferenze, senza fregature.