VISTA DAL CAMPO. Un altro racconto di uno dei protagonisti alla partita e alla serata storica.
DENTRO L’EMOZIONE
di Luigi Telloli
Mi ricordo quella vecchia canzone, mi ricordo gli anni di allora, un mondo nuovo tutto da scoprire, da osservare alle volte guardinghi, religioso silenzio, imparare, capire… Erano gli anni in cui tutto era possibile, gli anni in cui la serie C a livello di tifo era (per me), Ferrara, Livorno e Salerno. Erano i giorni in cui rovinavo zaini, libri e quaderni con i nomi degli amici, il Carpi, i reggiani, gli anconetani, i carrarini e i genoani. Mi batteva il cuore forte, la paura che mi scoppiasse, la Ovest faceva invidia e timore. Poi son successe un milione e mezzo di cose, nel micro quanto nel macro… Però quelli che siamo oggi lo dobbiamo a chi ieri (l’altro…) rendeva grande la nostra comunanza, tant’è che non passa occasione o ricorrenza in cui tutto e tutti, viene e veniamo risucchiati in un vortice ubriacante, la stessa passione dei giorni passati.
Ed allora è stato uno dei giorni più belli della mia vita venerdì scorso, a volte mi faccio troppi esami di coscienza, meno male che me li faccio mi rispondo da solo spesso e volentieri… Mi viene chiesto quasi per scherzo di giocare pur io quella partita… rispondo che io e la signorina ovest abbiamo iniziato a frequentarci l’anno post infausta serie cadetta… amore a prima vista, indubbio… i fumogeni colorati, quei tamburi che cadenzavano il ritmo, tutti i cori di allora, le facce note che negli anni avranno nomi, soprannomi e una luce negli occhi che hanno solo gli amici ver(r)i…
Non mi sento di giocarla quella mezzoretta abbondante ridondante di pensieri… faccio presente a chi gioca di decidere se è… il Caso…
Con la coscienza non proprio linda mi presto per dare una mano, ci sono locandine da attaccare, miglioramenti a livello comunicativo da risistemare, orari, contatti, media e cianfrusaglie varie. Muovo il culo perché è il passo più breve che conosco per meritarmi le cose. Il mio fisioterapista è disperato, mi supplica di non giocare per non buttare all’aria mesi di serio recupero fisico… mi consulto con il mio crociato anteriore, unità d’intenti, scendiamo in campo manco fossimo un “premier”. Per una settimana non sogno altro che un gol sotto la ovest, quando son beccato un po’ peggio invece sento l’infortunio che giunge inesorabile e la voce di “qualcuno” che mi ricorda d’avermelo detto…
Siamo negli spogliatoi del Mazza, sembra che ci mandino al macello, volti ebeti e straniti… altarchè reality show! Con noi gioca il Baio, io sono il suo vice. Il corridoio (tunnel) per giungere sul tanto agognato rettangolo verde è da brividi… noi si entra per primi, poi, tra due ali di “tifosi” gli eroi in casacca spallina fanno il loro ritorno sul campo che li ha resi immortali. Quando per ultimo sale Gibì Fabbri con i suoi occhialoni da Ray Charles siamo tutti sicuri che ciò che nasconde son le stesse nostre lacrime. Pacificamente invade il campo anche Iccio, immancabile anche lui… Partiamo visibilmente commossi… Mezzini e Cancellato non regalano niente, tre a zero per loro!
Poi vuoi il buon cuore dei nostri beniamini, vuoi il fatto che una volta in campo non ti rendi conto di chi hai di fronte… iniziamo a “giocarcela” nei limiti che i nostri fisici possono permetterci. Faccio il mio esordio al Mazza all’età di anni ventinove con tanto di barba tattica per mostrare qualche mese in più al cospetto dei mostri sacri che ho davanti, marco Paramatti Michele, Michele Paramatti lo stesso fa nei miei confronti.
Allo scadere della prima frazione di gioco mi arriva una palla d’oro al limite dell’area piccola, tralascio la solita quanto futile rovesciata della quale non riesco mai a fare a meno… Torchia è enorme, finto di accentrarmi e con un pallonettino di sinistro riesco a saltarlo… vedo la porta sguarnita, la ovest ad un soffio da me, calcio a rete ma il buon Davidone ci mette una pezza, rigore sacrosanto a parer (unicamente) mio… l’arbitro fischia la fine delle prime ostilità, Torchia mi rincuora dicendo che il rigore sotto la ovest va fischiato a prescindere. Nel secondo tempo vuoi per via dei cambi che i campioni effettuano, vuoi per l’impegno indiscutibile che ci mettono tutti, compreso un impareggiabile Sovrani, riusciamo a tenere lo zero a tre, recriminando per un paio di pali nostri e con gli occhi sgranati per un pallonetto del Cance che prende la traversa.
Io son contento di quanto dato, a distanza di quel 15/12/08 in cui mi lesionai i legamenti crociati, sbaglio nulla, invento, lascio il campo quel minuto prima di farmi male seriamente. La serata potrebbe terminare, le lacrime sarebbero già tante, ma il motivo per il quale siamo tutti assieme è la solidarietà per i bimbi di Haiti, bimbi che non hanno la fortuna come i nostri di sedere su una panchina e scattare foto a genitori e zii acquisiti. A cena la sala è gremita, neanché volendo riusciamo a ospitare quei dieci mitici ultras della Cavese che sono giunti al Mazza consegnando ben cinquecento euro per la sopracitata beneficenza.
Inizia l’asta con gadget e maglie storiche, una su tutte quella del mio grande compaesano Giulio “Kaiser” Boldrini, recordman di presenze biancazzurre davanti a Pierobon con 288 gettoni. La serata termina, la melanconia prende il sopravvento, perché abbiamo inventato il tempo, perché un minuto non può protrarsi all’infinito?
Nella notte sonno non trovo e allora riascolto le vecchie canzoni che cantavano sempre gli ultrà, sempre più convinto che un giorno una grande Ovest ritornerà. C’è bisogno di favole, continuiamo a raccontarle, ora come ieri, come sempre sarà.
L’ASTA BIANCAZZURRA
Oltre duemila euro raccolti grazie ai cimeli spallini messi all’asta dai protagonisti della Spal 91-92: è il lusinghiero risultato della seconda parte di serata organizzata dall’associazione “Uno sguardo verso Sud”, che per qualche ora ha reso la sala principale del ristorante Archibugio una sorta di avamposto della curva Ovest. Tra i tavoli diversi tifosi si sono dati battaglia per accaparrarsi pezzi di storia biancazzurra, sapientemente presentati da Alessandro Sovrani nella veste di battitore: da una maglia della stagione 1986 battuta a cento euro, passando per alcuni indumenti da allenamento come tute e k-way (della stagione 91-92), proseguendo con preziose maglie di Bottazzi e Labardi, fino al pezzo forte della serata, una maglia biancazzurra in cotone indossata da Giulio Boldrini in una delle sue 288 apparizioni con la Spal. Una rarità che ha infiammato la platea e che ha fatto schizzare velocemente il prezzo verso quotazioni quasi proibitive, tanto che il tifoso che si è aggiudicato la preziosa divisa, alla cifra record di seicento euro, ha avuto il sostegno di un piccolo gruppo di supporters presenti in sala. Lo stesso “Kaiser” Boldrini ha assistito sorridente all’aggiudicazione della maglia, ricevendo sonori applausi. Applausi, cori ed elogi che non sono mancati anche verso gli altri illustri partecipanti della serata: Davide Torchia, Massimo Mezzini, Roberto Labardi e Andrea Mangoni. E poi lui, il condottiero di quel formidabile gruppo che regalò la serie B a Ferrara: Gibì Fabbri, coccolato e allo stesso tempo osannato dai tifosi. L’anziano tecnico ha dimostrato di commuoversi riguardando le immagini della sua epoca alla guida della Spal e ha ammesso, incalzato dallo stesso Sovrani, che effettivamente il pubblico del tempo ha rappresentato una marcia in più per i suoi ragazzi. (a.o.)
VISTA DAL CAMPO. Il racconto di uno dei tanti protagonisti della lunga giornata benefica e spallina.
“HO GIOCATO CON I MIEI EROI…”
di Marcello Maranini (detto Geo)
Ho provato a riordinare le idee, le emozioni, i sentimenti, i profumi che ho assaporato ma… ma niente… Proprio non ce la faccio! Non riesco a reprimere quella sorta di emozione (che è proprio emozione pura) che provo dentro. Sì perché io ieri sera… Ho giocato con i miei eroi!
Ogni minuto trascorso allo stadio mi ha regalato diapositive da memorizzare nei file dei miei ricordi, lo spogliatoio… il sottopassaggio… le scale… Lui, il Paolo Mazza, per una volta vissuto… da dentro! Il riscaldamento che per la professionalità con la quale lo abbiamo fatto sembravamo dei giocatori veri! E poi l’entrata in campo. Tutti fermi nel tunnel dove si vivono momenti di vera complicità: “Mezzo fermo là! Para non entrare, aspetta che passiamo prima noi! Davideeee dove cazzo vai ?”
Poi entriamo, fra gli applausi, per una volta… sì, sono per noi! Entrano i ragazzi fra due ali “di noi” che continuiamo da venti anni ad applaudirli! Ecco i miei eroi! Torchia: olè! Casilli: olè! Paramatti: olè! Mangoni: olè! Servidei: olè! Brescia: olè! Labardi: olè! Mezzini: olè! Bottazzi: olè! Cancellato: olè! E sembra ieri! Mancano i fumogeni ma gli striscioni ci sono. Quello dell’Astra alcool! Quello della Vecchia guardia! Quello di Pippi! Ma dai… sono sicuro che lui dal secondo piano della Ovest ci sta sorridendo. Ciao Amico, hai visto dove sono?
Giochiamo. Proviamo timidamente qualche spunto in attacco ma, con una difesa che farebbe invidia ad una buona eccellenza odierna dove vogliamo andare? Questi “vecchietti” corrono poco ma tu sei sempre marcato! Chissà come mai? Poi arriva il mio momento. Lancio lungo del Baio! Parto anticipando di un metro Paramatti che mi insegue… vedo Mangoni venirmi incontro e allora penso: la spara di prima in corsa. Sono quasi al limite dell’area e se imbrocco il colpo giusto si infila “nel sette” con Torchiolone che la sta a guardare. In corsa carico il sinistro e… sliiiiiiisssssssssssssssss. La svirgolo! Non ricordo più molto altro se non il tremendo Uuuuuuuuoooooooooooooo della tribuna… lo ricordo perché mi si è conficcato nella schiena e si è auto installato nelle mie orecchie! Mentre torno a centrocampo affranto nell’anima e nel corpo (soprattutto) Paramatti mi si avvicina e mi sussurra: “Se la prossima la controlli, ti entro da dietro e ti regalo il rigore”. Grazie Para, sei il mio eroe!
E infatti subito dopo mi involo di nuovo sulla fascia con Para che scalando mi lascia andare! Arrivo sul fondo con il solito Mangoni che mi viene incontro. (Uffa… ancora tu… ma non dovevamo vederci più?), vedo il mio compagno sopraggiungere al limite e di piatto gli servo, all’indietro, un assist “alla Baggio”. Il tiro è potente e di collo pieno! Tiro e… Noooooooooooo! Alla faccia dei suoi anni e del “suo amico Battara” Torchia in volo plastico respinge in angolo! Teniamo il risultato. “I ragazzi” ce ne fanno tre (Mezzini e doppietta del Cance) regalandocene almeno altrettanti. Noi due (sì due!) pali e un rigore grande come una casa non dato! Gigi porta ancora i segni dell’uscita disperata del Torchiolone sulla gamba da cui non vorrà più guarire!
E poi tutti a tavola! Tutti insieme in pizzeria con un misto di Astra Alcool, Vecchia Guardia e Nutty Boys. Una sessantina di ultra quarantenni che intonano cori da far rabbrividire l’attuale curva! La playlist comprende i vari “E dai Mezzini facci un gol”, “Davide Torchia, c’è solo un Davide Torchia”, “Roberto Labardi eh-eh oh-oh”, “Un capitano, c’è solo un capitano”, per finire con l’intramontabile coro urlato a squarciagola: “Gibì Fabbri eh eh, Gibì Fabbri oh-oh”. Caso si alza in piedi su una sedia e intona l’inno dei Nutty Boys e per un momento siamo di nuovo dentro alla Ovest di vent’anni fa. E’ sempre lui il capo degli ultras!
Siamo una sessantina di bambini impazziti! Impazziti ed emozionati a riguardare sul videowall le imprese della cavalcata vincente dalla C1 alla B sapendo che al nostro fianco ci sono “quelli” che ci hanno regalato le emozioni più grandi della nostra gioventù. Una gioventù fatta di stadio, di trasferte… momenti di aggregazione che questi anni duemila e passa stanno cercando di cancellare! Gli ipermercati, il calcio moderno, le telecamere di Sky… No signori, questo calcio non ci appartiene e… lotteremo fino alla morte innalzando i nostri color… e difendendo un’idea che ci appartiene da venti anni. Noi siamo la Spal!
Adesso posso tornare alla realtà quotidiana fatta di lavoro, famiglia, problemi, casini e davvero poche gioie ormai ma in fondo cosa importa… Io ho giocato con i miei eroi!
P.S. Voglio ringraziare Caso, la dottoressa Paola Coletta e l’associazione “Uno sguardo verso sud”. Grazie a loro e alla loro nobile iniziativa in favore dei bambini di Haiti che il nostro sogno si è avverato.
L’INIZIATIVA. In campo i vecchi giocatori biancazzurri battono i tifosi grazie ai bomber Cancellato e Mezzini. Ma è lo sport, la solidarietà, il bianco e l’azzurro a trionfare. Cronaca di una partita indimenticabile tra cori sugli spalti e anche la presenza degli ultrà della Cavese (grandissimi!). Una serata riuscitissima grazie a “Uno sguardo verso sud”.
VINCONO SPAL, CUORE E PASSIONE
di Alessandro Orlandin
A metà partita una decina di tifosi decide di prendere possesso della curva Ovest, fino a quel momento deserta e inizia a intonare i cori che ogni domenica accompagnano i giocatori in campo. Evidentemente era troppo dura da accettare che il cuore pulsante del tifo biancazzurro restasse sguarnito e silenzioso con in campo una squadra di nome Spal. È un dettaglio che da solo spiega molto della serata benefica per Haiti che ha visto scendere in campo i Master Spal opposti a una selezione di tifosi della Curva Ovest. Quel senso di comunità, di appartenenza, di conferma del fatto che anche a Ferrara il pubblico è realmente il dodicesimo uomo in campo. Il prologo alla partita non fa che rafforzare questa tesi: la squadra della Ovest disposta su due ali ad accogliere, in campo e tra gli applausi, la selezione capitanata dall’intramontabile Beppe Brescia. Ed è solo l’inizio, perché quando dal sottopassaggio sbuca adagio la figura di Gibì Fabbri, pubblico e calciatori si esprimono in un boato che a pochi altri sarebbe riservato tra le mura del Mazza. Il vecchio condottiero sorride e dimostra di commuoversi quando parte un rumoroso coro che scandisce più volte il suo nome.
In campo i ritmi sono ovviamente blandi, anche se i protagonisti di quella formidabile Spal targata Gibì ancora dimostrano di saper divertirsi e divertire gli altri: Paramatti mostra un fisico di un giocatore ancora in attività, Beppe Brescia dirige l’orchestra con la sua caratteristica eleganza, Bottazzi dispensa suggerimenti deliziosi e Max Mezzini fa penare non poco i difensori avversari. E a fare gol non ci poteva essere che Emanuele Cancellato, che nella Spal ’91-’92 non giocò ma che è rimasto nella storia come uno dei bomber più amati della tifoseria. Dalla tribuna centrale, popolata da circa 250 presenti, si levano commenti sugli ex beniamini dell’era Fabbri e grida di incitamento miste a scherno per i rappresentanti della Vecchia Ovest. Tra gli spettatori non mancano i testimoni di ogni epoca di Spal: dai ragazzi d’oro di Paolo Mazza, Bozzao e Malatrasi, a quelli a cui oggi viene chiesto di rinverdire i fasti biancazzurri: capitan Zamboni, Schiavon e Capecchi. Nel finale di partita i protagonisti dell’ultima in promozione in B abbandonano il campo per lasciare la ribalta ai soli tifosi, liberi di realizzare il sogno di calcare il glorioso manto erboso del Mazza e magari concedersi addirittura il lusso di un gol sotto la curva Ovest. Un ulteriore particolare ha infine nobilitato l’iniziativa voluta dall’associazione “Uno sguardo verso Sud”: venuta a conoscenza dell’iniziativa tramite internet, una decina di ultras della Cavese ha deciso di presenziare all’evento, donando una somma per la causa. Un gesto che ha stupito i più e destato grandissimo apprezzamento: l’ennesima prova che il dodicesimo uomo in campo – a dispetto dei troppi stereotipi – non significa solo grida, cori e sostegno, ma anche umanità, solidarietà, impegno e generosità.
MASTER SPAL-VECCHIA OVEST 3-0
MARCATORI: 5’ pt Mezzini, 8’ pt e 31’ pt Cancellato.
MASTER SPAL:
Torchia, Casilli, Paramatti, Zamuner, Servidei, Mangoni, Labardi, Brescia, Cancellato, Mezzini, Borsetti G., Borsetti A., Di Caro, Pasqualini, Panzetta, Finessi, Schiavi, Fantinati, Chiarelli, Setti, Contra.
All.: G.B. Fabbri.
VECCHIA OVEST:
Antinori, Baiesi, Benatti. Cazzola. Davì. Forni. Franchini. Fregnani. Iuliano. Leoni. Maranini. Micai. Merli. Molesini. Pasquali. Pavani. Pellizzari. Romani. Telloli. Zardi.