SCOMMETTIAMO CHE…

Dicono che pestarla porti fortuna. Beati loro, quindi. Loro sono quelli che la pestano, s’intende. Perché a leggere certi titoli e certi articoli un tifoso della Spal normale si preoccupa e pensa di essere dentro alle solite nuvole della storia, quelle grigie però. L’argomento è l’inchiesta, vera o presunta che sia, su Como-Spal che, sempre da tifosi e pure da giornalisti, ci auguriamo che si faccia presto, anzi subito, e non guardi in faccia nessuno. Il punto non è questo. Il punto è che prima di parlare di giallo scommesse, soprattutto nel Paese dei misteri e mentre di gialli in cronaca se ne celebrano, in maniera peraltro invereconda, un giorno sì e l’altro pure, prima di scrivere, insomma, sarebbe meglio usare un attimo di prudenza. Perché è vero, ribadisco, che pestarla porta fortuna ma a forza di insistere si diventa poco credibili. Una cosa analoga successe anche in occasione di Cremonese-Spal e finì il giorno dopo, o quasi, in una bolla di sapone gigante. Anche l’andamento della partita tra Como e Spal farebbe dubitare sui sospetti avanzati in queste ore ma è giusto, anche qui, usare prudenza. Di sicuro la quota annessa alla vittoria dei biancazzurri – tra le formazioni più vincenti in trasferta di tutti i campionati professionistici! – era troppo quotata. Ecco perché non pare così stravagante il fatto che  sabato, nel primo pomeriggio, si sia deciso di cancellare le scommesse sul segno due. Che ci fossero particolari convergenze di puntate sulla Spal, con quelle quote, pare francamente normale. Se poi qualche giocatore del Como, magari in difficoltà economiche, ha scommesso sulla propria sconfitta (proprio adesso, dopo una serie così positiva?) lo appureranno gli organi competenti. Di certo sarebbe difficile anche scommettere un solo euro su qualche giocata anomala attribuibile, più o meno direttamente, alla Spal. Che una delle squadre d’Italia che lontano da casa fa più punti, infatti, possa ricorrere a irregolarità del genere per aggiungere le ennesime tre lunghezze al bottino rifinito attorno a quel ramo del lago di Como non è strano e né tantomeno vero. E’ semplicemente folle. E porta poca fortuna.

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