L’ARCHITETTO DELLA CASA ARANCIONE: ORAZIO FERRARI, IL PATRON DELLA PISTOIESE, E LA PROMESSA DI RIPORTARLA NEL CALCIO CHE CONTA

Sessantuno anni, architetto e imprenditore nel settore immobiliare, Orazio Ferrari siede alla guida di una fuoriserie, come fece a suo tempo il suo illustre omonimo, il Commendator Enzo: la Pistoiese, infatti, può ben definirsi la scuderia più potente della Formula D, almeno dal punto di vista economico.

C’è chi dice settecentomila euro, chi ottocentomila, ma il budget messo in campo dalla Pistoiese sembra aggirarsi su quelle cifre, ben distanti dalla portata delle casse della concorrenza. E’ proprio così?
“Quello è il nostro budget, ed effettivamente è ciò che spendiamo. D’altronde, questa città è abituata a un calcio importante, e io ho promesso di riportarla nei professionisti. Con gli incassi siamo al di sotto di altre realtà, anche della vostra a Ferrara, avendo una media di sei / settecento persone allo stadio, ma io ho un bel sostegno dalla città e da molti imprenditori. Tra le persone che contano, dal punto di vista economico, ho molti amici che mi stimano, e anche per questo mi supportano. Poi ci sono anche tanti piccoli negozi che danno il loro contributo”.

Si è mai pentito di aver speso tanti soldi, visto che i risultati stentano un po’ ad arrivare?
“Non ci sono pentimenti, siamo molto oculati e attenti a non buttare via i soldi. Quando c’è da fare una squadra per vincere, però, col giusto mix di giovani ed esperti, quelli buoni li devi pagare. E’ il contesto generale che determina il maggior costo. Sia la Pistoiese, sia la Spal, sono nate dalle ceneri di società gloriose, e devono battersi per tornare nelle categorie di loro competenza”.

Com’è diventato presidente della società?
“Sono sempre stato vicino a questi colori sin da ragazzo, e poi negli ultimi quindici / vent’anni in altre maniere (ndr: negli anni Novanta fu protagonista per una stagione in C1 nelle vesti di “gestore” dell’A.C. Pistoiese, che stava attraversando un momento difficilissimo, e fu eccellente “traghettatore”, visto che di lì a poco la società approdò alla serie B). Cinque anni fa mio figlio, che giocava in Eccellenza, ebbe pregiudicata la carriera da un grave infortunio ai legamenti di un ginocchio. Durante la lunga riabilitazione, alcuni amici che militavano in Terza Categoria lo convinsero a tornare a giocare con loro. Io mi sono appassionato a quella squadra andando a veder giocare mio figlio, tanto che l’ho rilevata. Pensavo di farne una società satellite della Pistoiese, che allora era in C1 con una proprietà diversa. Con la mia squadra, il Pistoia Club, ho vinto tutti i campionati di fila fino alla Promozione. Quell’anno segnò anche la mancata iscrizione della Pistoiese al campionato di C2, e la successiva ripartenza dal campionato di Eccellenza. A quel punto, mi sono sentito in obbligo di rilevarla io, cedendo il Pistoia Club. Al primo anno abbiamo vinto il campionato approdando in serie D”.

Quindi Lei ha sempre vinto ogni anno un campionato, perdendone uno per la prima volta l’anno scorso. Cosa non ha funzionato?
“Abbiamo incontrato diverse difficoltà. L’errore è stato di smobilitare la squadra per farla più forte, mentre in realtà lo era di meno. Avevamo preso diversi giocatori dalla C1 e dalla C2, la squadra che era venuta fuori era compassata, e molti di quei giocatori non erano in perfette condizioni fisiche. Quest’anno ci abbiamo riprovato. Abbiamo dovuto rifare un’altra volta la squadra di sana pianta, ma ora ha un basamento importante, e l’anno prossimo non dovremo più rifarla daccapo”.

Anche quest’anno siete partiti piuttosto male, e poi c’è stata un’inversione di tendenza col nuovo allenatore Morgia. Cos’è cambiato?
“Avevamo cominciato con Gabbanini, che prima allenava nelle giovanili della Fiorentina. E’ molto preparato, ma, dopo la sconfitta con l’Atletico Piacenza (ndr: 2-1 al Garilli il 16 febbraio), giunta in coda a una serie di risultati negativi, ho visto l’appiattimento completo della squadra, che non reagiva più. Non è nelle mie abitudini cambiare allenatore, e mi è molto dispiaciuto farlo, ma a quel punto non potevo fare altro. Morgia ha esperienza da vendere, ed è riuscito a infondere serenità nello spogliatoio. Prima si respirava ansia, preoccupazione: il campionato l’abbiamo perso in casa, e questo fa capire come i ragazzi scendessero in campo con molto condizionamento. Gabbanini è un ragazzo giovane che non ha saputo uscire dalla situazione. Morgia ha sempre il sorriso, e sa allenare divertendo. Con lui abbiamo ottenuto un pareggio e sei vittorie consecutive”.

Quante sono le vittorie consecutive?
“Mi sono sbagliato, sono cinque”.

Ha già messo in preventivo la prossima?
(ride) “Ci spero”.

Che partita sarà sabato?
“Sarà una partita avvincente, tra squadre molto importanti. Noi lotteremo per vincerla, ma la Spal è un’ottima squadra e sicuramente non demorde, nonostante l’incognita dei suoi problemi societari. Mi auguro che abbia qualche sbandamento, se quello che si sente in giro è vero. Se però continua a vincere le partite con risultati netti a suo favore, vuol dire che i giocatori sono bravi ragazzi, hanno carattere e dignità, e questo fa loro onore. Al giorno d’oggi nessuno si può permettere di non riscuotere lo stipendio, tanti vivono solo di quello, e qualche problemino a livello psicologico, di concentrazione, può far rendere meno in campo”.

Con la Spal ci sarà un vostro ex, Braiati, uno di quelli che l’anno scorso non è riuscito a lasciare il segno. Che ricordo ne ha?
“Un bravissimo ragazzo, simpatico, con lui avevo un bel rapporto. Venne da noi con una situazione fisica precaria, e non diede per quello che poteva. Quest’anno è riuscito a fare una preparazione dall’inizio del campionato, e senz’altro gli ha giovato. Con la Spal c’è anche un altro che volevamo: Calistri. Se ne parlava in fase di mercato estivo, l’avevamo anche contattato, ma poi ha firmato con la Spal”.

Chi vede favorita per la vittoria finale del campionato?
“Dico la Massese perché continua a vincere imperterrita e non ha più scontri diretti. L’Atletico Piacenza, dopo aver battuto noi, pensavo non avrebbe più vinto. Noi abbiamo giocato quella partita in condizioni disastrose, e se la rigiocassimo oggi vinceremmo 3-0. Eppure loro sono ancora lì. E anche il Tuttocuoio insiste. Se devo indicare la maggiore antagonista della Massese, dico il Tuttocuoio”.

Su chi deve fare la corsa ai play off la Pistoiese?
“Noi ora giochiamo contro la Spal, e la giornata successiva con la Lucchese. Dobbiamo fare bottino pieno, e recuperare su una delle due”.

Pensa che ci siano ragionevoli possibilità di essere promossi tramite i playoff, o ritiene invece che siano solo una perdita di tempo?
“I play off sono un argomento dubbioso. Io sono convinto che ci siano molte situazioni precarie, e ai play off diciamo che me la gioco. Almeno possono servire a salvare la faccia, se giochiamo bene e li vinciamo”.

Attualmente LoSpallino.com raggiunge un pubblico che non è mai stato così vasto e di questo andiamo orgogliosi. Ma sfortunatamente la crescita del pubblico non va di pari passo con la raccolta pubblicitaria online. Questo ha inevitabilmente ripercussioni sulle piccole testate indipendenti come la nostra e non passa giorno senza la notizia della chiusura di realtà che operano nello stesso settore. Noi però siamo determinati a rimanere online e continuare a fornire un servizio apprezzato da tifosi e addetti ai lavori.

Convinti di potercela fare sempre e comunque con le nostre forze, non abbiamo mai chiesto un supporto alla nostra comunità di lettori, nè preso in considerazione di affidarci al modello delle sottoscrizioni o del paywall. Se per te l'informazione de LoSpallino.com ha un valore, ti chiediamo di prendere in considerazione un contributo (totalmente libero) per mantenere vitale la nostra testata e permetterle di crescere ulteriormente in termini di quantità e qualità della sua offerta editoriale.

0