Bellarte allo scoperto: Puntiamo in alto, del Kaos dell’amico Capurso temo il gruppo

Per il Kaos Futsal, la sfida di domenica al PalaBoschetto (ore 18) con l’Acqua&Sapone è come un esame di maturità in pieno autunno. Periodo non certo di scrutini finali, ma di pagelline sì, e quello che un po’ tutti si chiedono è se il quintetto di Leopoldo Capurso sia effettivamente uscito da quel tunnel nel quale ha continuato a brancolare fino alla brillante vittoria di Rieti. Sembra di sentire il solito ritornello con cui i professori liquidano i genitori il giorno dei colloqui “Ha buone potenzialità ma non si applica abbastanza”. Bene, il Kaos è questo scolaro apparentemente indisciplinato, e questa considerazione deriva dallo scarno bottino di punti raccolto finora, che sarebbe addirittura scarnissimo senza i 3 conquistati sabato scorso in terra laziale. Ora ecco la verifica più importante, per vedere se il 7 a 0 è stato un fuoco di paglia oppure l’inizio della risalita. La corazzata di Massimiliano Bellarte arriva a Ferrara per schiarirci – a noi appassionati e a tutto l’ambiente Kaos – le idee, ma non solo. Cosa può interessare al tecnico della formazione abruzzese darci una mano a risolvere questo rebus difficile da decifrare? A lui interessa solamente continuare a fare un campionato di vertice con l’Acqua&Sapone, e il potenziale per raggiungere l’obiettivo c’è tutto: “Siamo là davanti, è vero, ma in un campionato composto da dieci sole squadre è impossibile definirsi “in un momento positivo”, tutto è troppo ravvicinato quando il girone d’andata dura 2 mesi. Posso però dire che noi stiamo lavorando per trovare la nostra giusta dimensione, partita dopo partita, verso un concetto di perfezione che, secondo me, nello sport è irraggiungibile. Ma noi vogliamo raccogliere sempre il massimo e aggiungere sempre qualcosa in più al nostro bagaglio d’esperienza per assestarci su questo standard attuale”.

Quindi Bellarte non si nasconde e a cosa punta?
“Non ho mai negato che questo roster, costruito dopo la fusione estiva con Montesilvano, mi permette di poter contare su giocatori di altissimo livello. Tutti possono andare in gol nel mio schema di gioco; non è un caso che Murilo Ferreira, giocatore che in teoria dovrebbe essere il vertice basso nello schieramento, sia l’attuale capocannoniere con 8 reti, e che Cuzzolino, a quota 6, stia segnando come non è mai stato abituato a fare in passato. E’ la squadra più forte che ho mai allenato, non ho paura a dirlo, ed è grazie a questo progetto ambizioso che possiamo puntare in alto, ma credo che l’importante sarà arrivare preparati alla post season, perché il passato – e mi riferisco allo scorso campionato, dominato da Asti nella fase regolare – ha dimostrato che quello che conta è fare la voce grossa nei play off, oltre che nelle Final Eight di Coppa Italia”.

E proprio in vista del tabellone della coppa nazionale, la trasferta di Ferrara diventa fondamentale. Che squadra si aspetta di affrontare?
“Una squadra solida, che già era impenetrabile in difesa, come dimostrano i 14 gol subiti in 6 partite, e ora si è sbloccata anche in attacco, segnandone 7 al Real Rieti. Ho visto la partita e la prova del Kaos mi è sembrata estremamente concreta, al di là del punteggio, che nel calcio a 5 non è sempre un metro di paragone affidabile per le dinamiche che durante la partita vengono a susseguirsi. Poi gli estensi hanno dalla loro parte mister Capurso”.

Amici fuori dal campo. Che rapporto vi lega?
“Lui è per me quell’amico che io sono per lui. In questo mondo è difficile trovare legami sinceri e profondi e i pochi che si hanno bisogna tenerseli stretti. Ma nel momento in cui entra in gioco la competizione, l’unica cosa che conta è fare meglio dell’avversario. Al fischio finale termina tutto, ma in partita lo spirito sportivo ha la precedenza perché vincere è l’obiettivo primario nel nostro lavoro. Per questo arriviamo a Ferrara con lo spirito giusto per affrontare una battaglia difficilissima”.

Chi teme di più della rosa del Kaos?
A Rieti la differenza l’hanno fatta Laion e Kakà, ma è grazie al lavoro dell’intera squadra che le loro due stelle hanno brillato più delle altre. Tutti contribuiscono a decidere la partita, è sempre stato così nelle squadre di Capurso, bravo ancora una volta ad amalgamare il gruppo come ha sempre fatto. Per questo non temo l’individuo in sé ma il collettivo; da ogni singola partita può uscire un nome nuovo”.

Cambiamo totalmente argomento per chiudere con una sua possibile ambizione. Vista la giovane età e l’ottimo percorso intrapreso, un pensierino alla panchina della Nazionale per il futuro lo fa?
“L’ambizione in questa professione è alla base di tutto. Ognuno punta ad arrivare il più in alto possibile, ma ora il mio solo pensiero è vincere titoli con l’Acqua&Sapone e non pensare ad altre cose che possano portarmi lontano da questa società. Poi io la Nazionale la vedo come un premio per chi ha raggiunto traguardi importanti, quindi, se mai la Federazione dovesse decidere di sostituire Menichelli – cosa che non credo accadrà – secondo il mio criterio meritocratico prima di tutti viene Fulvio Colini, allenatore della Luparense. Io devo ancora vincere per arricchire il mio palmares, poi, eventualmente, penserò anche all’Italia”.

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