SETTE PUNTI IN SETTE GIORNI CON I NOSTRI OCCHIALI DA SOLE

Devo continuare a mantenere gli occhiali da sole, come fa da tempo, giustamente, qualche amico-collega spallinato sul forum. Devo farlo malgrado questa stagione, meteorologicamente scrivendo s’intende, infame. Soprattutto per chi, come me, proprio da oggi si concede le meritate ferie (tardo) estive nella solita isola. Meritate non tanto per gli impegni con gli Europei di calcio e le Olimpiadi ma per, mi ripeto ancora una volta, un’estate bella quanto faticosa per colpa dei soliti, stramaledetti gufi che pronosticavano un futuro modello gestione Pagliuso con l’avvento della nuova società. Ora i gufi si preparano ad andare in letargo, e a quel paese, e la situazione reale è sotto gli occhi – lucidi e abbagliati – di tutti. Anche di quelli che non vogliono vedere. Per questo continuo a tenere gli occhiali scuri perché a tutta questa luce, noi spallini, non eravamo più abituati.
E allora scrivo queste righe, infischiandomi della scaramanzia, il giorno dopo una Spal bella come raramente mi è capitato di vedere, di fronte a una signora squadra qual è la Cremonese. Poi, mi dico e scrivo, aggiungerò due righe dopo la Sambenedettese perché il traghetto per Ventotene parte all’alba, la connessione internet sull’isola va persino più piano delle cellule grigie di qualche opinionista nostrano (per fare rima aggiungo anche: smanioso di andare sempre a “nano”) e i colleghi della Nuova non possono certo aspettare un malato di Spal qualsiasi per impaginare il giornale. Il discorso è breve. Questa squadra mi piace moltissimo a prescindere, ribadisco, dalla Sambenedettese. E’ una Spal che ha tecnica, fisicità, carattere, futuro, allenatore, giocatori. Che, insomma, assomiglia molto alla società che l’ha costruita e basta leggere o ascoltare ogni intervento made in Butelli-Bena-Pozzi-Schena per credere. E poi mi piace questo rinnovato entusiasmo, anche questo figlio di nuove idee (finalmente un sito internet!) e modi di fare e di essere della società che è riuscita in un attimo, e malgrado tutto, ma proprio tutto, a riaccendere la passione di una tifoseria che non aspettava altro e, subito, ha dimostrato tutto questo e anche di più in ogni partita fin qui giocata.
Visto che metto nero su bianco pensieri vari in attesa (parola di ex giovane marmotta) della sfida con i marchigiani, scrivo subito, prima di aggiungere le righe finali, che questa sarà una prova importante. Perché il valore degli avversari è minore, perché gli stimoli saranno meno, perché si potrà valutare la testa, elemento fondamentale sempre e comunque, perché le gambe saranno pesanti per le tre gare in sette giorni. Prevedo una partita dura, cattiva, piena di falli, una partita difficile che alla fine dirà se la Spal può aspirare a qualcosa di più, in quest’anno comunque di transizione, di un’onesta salvezza.  
Ecco, aggiorno. E’ domenica sera. La partita con la Sambenedettese è finita ed è finita bene. In tutti i sensi. Uno a zero soffrendo parecchio e giocando molto meno bene del solito. La stanchezza si è fatta sentire ma quello che conta è che anche la testa si è fatta sentire. Nel senso che la squadra è stata lì, appiccicata al match, come dicono quelli bravi, senza mai rinunciare a provarci ma sprecando troppo. A chi ha la puzza sotto il naso consiglierei di respirarla forte, la puzza, e di soffocare lentamente. Con tutto quello che avevo scritto prima, e confermo dopo, questi tre punti li considero pesanti come una conferenza stampa di Lotito. Quindi avanti così. Nessuno, ma proprio nessuno, cinque partite fa, poteva immaginare una classifica del genere in un torneo, vedere gli ultimi risultati per credere, decisamente equilibrato. Particolare non irrilevante, che dà l’idea dell’importanza dei tre punti: la Cremonese, non il Pizzighettone, è crollata. Giusto per ribadire che tre impegni ravvicinati sono massacranti per tutti. Morale (alto). Come si firma un altro amico spallinato: am par ad sugnar.

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