LA FORTUNA, GLI UOMINI E L’AMBIENTE

Una botta di fortuna! Ripreso quello che si era lasciato in altre circostanze a Lumezzane, Pergocrema e Salernitana. Tabella alla mano, ci manca ancora un punto. E’ stata una gara brutta e nervosa, ma al termine la Spal è stata premiata da una… tibia e dal suo allenatore. Il Gubbio si è dovuto inchinare ingiustamente per quanto è stato offerto in campo. Meglio per noi! C’era pure un rigore. Si deve avere sempre equilibrio nel giudizio. Mai perdere di vista la realtà. Dice un signore: “Vinci o perdi: hai sempre la stessa espressione nel viso…”. Meno male. Ce ne sono fin troppi che si lasciano trascinare dagli eventi, emotivamente parlando. Urlano, sbraitano o diventano il simbolo della negatività. Serve equilibrio senza mai perdere il controllo della situazione. La partita della domenica è “solamente” l’iceberg finale di una settimana di lavoro. Vi possiamo poi confessare, che quelle di queste ultime stagioni, sono ormai per tutti settimane ricche di problemi e difficili da gestire. I giocatori di tutti questi problemi ne risentono. Allora serve sempre, e continuamente, mettersi a loro disposizione senza perdere il controllo della situazione. Self-control!!! Contro gli umbri ci ha pensato la fortuna travestita da tibia di Cipriani. E un’altra persona (Notaristefano) che non perde mai equilibrio. Non gioisce in panchina, non si fascia la testa quando si innesca una serie di problemi vari, ma al momento opportuno riesce a pungere come deve. Porta sempre il sorriso sulle labbra.Non sono state le urla di Egidio negli spogliatoi a fine primo tempo la scintilla che ha svegliato i calciatori. Lo sapevano già in precedenza quello che dovevano fare. Il gesto migliore di questa domenica di autunno (ieri), è stato invece l’abbraccio con forza di Carmine Coppola a Egidio. Lì in quella manciata di secondi c’è la stima, la forza del gruppo e la voglia di esserci e lottare. Soli contro tutti e tutto. Negli spogliatoi prima di lui aveva gridato alzando la voce anche Pozzi…
Qualsiasi persona regge le proprie forze quotidiane sulla spina dorsale. Senza quella non si potrebbe camminare o reggersi in piedi. Anche una squadra di calcio si regge sulla spina dorsale del proprio telaio: portiere, centrale difensivo, perno del centrocampo e punta (attaccante) che tiene alta la squadra. La Spal è così conformata: Ravaglia, Zamboni, Coppola e Cipriani. Nel secondo tempo con il Gubbio tutti e quattro hanno iniziato a macinare “nervosismo” agonistico. La metamorfosi migliore l’ha subita Carmine (Coppola). Si è integrato alla perfezione nella realtà di Ferrara. Lui stesso si dice rinato, dopo alcune stagioni in chiaroscuro. Dice pure che in questa città vorrebbe fermarsi per alcuni anni. Sottolinea poi che ora parlano tutti bene di lui, mentre in precedenza non lo facevano nel nostro mondo del calcio. Sono queste le situazioni che possono aiutare le persone e in questo caso i calciatori o atleti vari. Superare i momenti di difficoltà. E’ il clima, l’ambiente, l’habitat che circonda ogni giorno la vita. Serve solamente pungolare questi tasti per riaccendere qualche spia che si stava spegnendo. Gli allenatori “urlatori” o “madonnari” non vanno da nessuna parte. Serve qualità tecnica, morale e capacità di superare le asperità generali con forza caratteriale. Ieri tutto questo è stato predisposto in campo nel secondo tempo, naturalmente condensato con un briciolo di fortuna. La vittoria di ieri è stata fondamentale, perché permetterà di scacciare eventuali paure eccessive di qualche ragazzo. Non tutti sono caratterialmente dei “Bronzi di Riace”. Il campionato è lungo e la Spal saprà farsi valere. Domenica prossima si viaggia verso Bolzano. Ci aspetta il SudTirol. Vedrete che nella circostanza la fortuna sarà accompagnata da una prestazione convincente sotto il profilo del gioco.

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